Corpo, sangue, anima e divinità
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna (Gv 6, 54)
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. (Gv 6, 52-59)
Per il cattolico è fondamentale la sua fede eucaristica: nelle specie consacrate, che conservano l’apparenza del pane e del vino, c’è veramente Gesù Cristo con il suo corpo, sangue, anima e divinità. Così Egli ha predicato, così gli apostoli hanno creduto e la Santa Chiesa ci ha ripetuto. Gesù era perfettamente consapevole delle mormorazioni provocate in alcuni suoi discepoli dalla Sua Parola sulla propria carne e sul proprio sangue dati a noi in cibo e in bevanda per ottenere la vita eterna. Quella vita eterna che non era stata in grado di dare la manna ai padri che, mangiandola, poi morirono perché mormoranti contro il Padre, così come gli ex discepoli di Gesù non credenti in Lui che vi rinunciarono, mormoranti scandalizzati contro il Figlio. E noi: crediamo davvero che davanti a noi sta il miracolo della transustanziazione? Il pane e il vino sono, cioè, trasformati davvero nel corpo e sangue del nostro Salvatore? Facciamo la genuflessione ogni volta che entriamo in Chiesa o passiamo davanti al tabernacolo senza vergognarci?