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IL RETROSCENA

Coronavirus, OMS a servizio del governo cinese

Il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità è Tedros Adhanom Ghebreyesus, l'ex ministro della Sanità di quella Etiopia che da almeno dieci anni è in piedi esclusivamente per i finanziamenti della Cina. Così si spiega il fatto che l'OMS ha assecondato le menzogne della Cina.

Attualità 06_04_2020
Il direttore generale dell'OMS con Xi Jinping

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non è altro che un agente del Partito Comunista Cinese (PCC)? A domandarselo è Palki Sharma Upadhyay, battagliera anchorwoman del canale televisivo WION, e a rispondere è Foreign Policy, raccontando di come l’OMS sia «diventata complice del coronavirus cinese».

Tutto ruota attorno al Direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Etiope, nato a l’Asmara nel 1965 (oggi capitale dell’Eritrea che nel 1991 si è separata dall’Etiopia), Ghebreyesus è cresciuto nella provincia del Tigray, la più settentrionale dell’Etiopia, di cui è originaria la sua famiglia. Qui si unisce al Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (FPLT), fino a diventare membro del suo politburo, notizia che non compare nella biografia di Ghebreyesus sul sito dell’OMS forse perché l’FPLT è al centro di casi di violazione dei diritti umani ed è persino stata indicata come possibile organizzazione terroristica.

Nel 1991 è per merito soprattutto dell’FPLT che il regime genocida di Mènghistu Hailé Mariàm viene abbattuto. Mènghistu, che governava dispoticamente dal 1977, nel 1987 aveva trasformato il Derg, il Governo militare provvisorio dell'Etiopia socialista salito al potere dopo la rivoluzione nel 1974, in Repubblica Democratica Popolare d’Etiopia. Mènghistu è un tiranno marxista-leninista, ma marxista-leninista è pure l’FPLT, di cui fa parte Ghebreyesus. Addirittura l’FPLT era sorto nel 1975 poiché convinto che il Derg, poi di Mènghistu, non avrebbe mai portato a termine la rivoluzione socialista. Laddove infatti il Derg si è sostanzialmente caratterizzato per essere una giustapposizione fra i diversi marxismi professati dai partiti nati dalla rivoluzione etiope del 1974, l’afro-comunismo di Mènghistu è stato sostanzialmente filosovietico mentre l’FPLT è stato filomaoista. Dagli anni 1990, comunque, tanto Mènghistu quanto l’FPLT sono saliti sul carro degli “ex”, un carro dai posti a sedere apparentemente illimitati.

Quanto a Ghebreyesus, nel 1986 si laurea in Biologia nell’Università dell’Asmara per unirsi, in posizione junior, al ministero della Salute del governo del Derg, che poi il suo FPLT abbatterà. Dopo la caduta di Mènghistu, nel 1991, diventa responsabile dell’Ufficio sanitario regionale del Tigray, nel 2003 viceministro della Salute di Etiopia, nel 2005 ministro della Salute, quindi ministro degli Esteri dal 2012 al 2016.

Ora, da circa un decennio l’economia etiope si regge totalmente sui finanziamenti cinesi. I prestiti cinesi all’Etiopia del periodo 2006-2015 ammontano a 23 miliardi di dollari. Pechino sta costruendo tutto in Etiopia: grattacieli, centri di vario tipo, la prima autostrada a sei corsie, impianti idroelettrici da 270 milioni di dollari per Mekelle, la capitale del Tigray, persino uno stadio ad Addis Abeba da 160 milioni di dollari. Un progetto ferroviario che permette di collegare l’Etiopia allo strategico porto di Gibuti, liberando il Paese dall’isolamento terrestre, è stato finanziato dalla  Export-Import Bank of China con 2,9 dei 3,4 miliardi di dollari necessari, e sul porto di Gibuti si sono da tempo puntati gli occhi dei cinesi.

Insomma, il finanziamento cinese dell’Etiopia ha trasformato il Paese africano in uno dei punti nevralgici della “Belt and Road Initiative”, la colossale rete di infrastrutture con cui Pechino vuole riscrivere la globalizzazione e di cui a questo punto la pandemia del coronavirus non costituisce affatto una pietra d’inciampo, ma un nuovo alleato, visto il credito insensato e ingiustificato che tutti le stanno dando.

Ebbene, nel 2017, dopo una vittoriosa campagna elettorale iniziata l’anno prima, Ghebreyesus è stato eletto Direttore generale dell’OMS, ottenendo due record in un colpo solo. È il primo africano a essere eletto a tale carica importantissima ed è il primo non medico. Ghebreyesus è infatti un funzionario, un politico, un accademico e non un dottore. Oltre alla laurea in Biologia, ha un dottorato di ricerca in Salute comunitaria preso nell’Università di Nottingham e un Master in Immunologia delle malattie infettive dall’Università di Londra. Come dice la sua biografia sul sito dell’OMS,  è «noto a livello internazionale come studioso in ambito sanitario, come ricercatore e come diplomatico»: non come medico, sul campo, in corsia, tra i pazienti, tra i morti. Forse perché la candidatura di questo uomo politico etiope al vertice della Sanità internazionale è stata sempre fortemente appoggiata da quella stessa Cina che tiene in piedi l’Etiopia?

Tre sono le cose per cui il nome di Ghebreyesus è noto oggi.
La prima sono le accuse di avere coperto l’epidemia di colera quando era ministro della Salute in Etiopia. Il suo doveva essere il dicastero del miracolo sanitario e quindi niente fallimenti.
La seconda è l’avere proposto, poco dopo essere arrivato alla testa dell’OMS, il despota marxista Robert Mugabe (1924-2019) come testimonial d’eccellenza («goodwill ambassador») della stessa OMS. Gli specialisti attribuiscono a Mugabe crimini contro l’umanità. Dove riparò il despota marxista filosovietico etiope Mènghistu, condannato a morte in patria per genocidio, quando fu defenestrato nel 1991 dall’FPLT marxista filocinese di Ghebreyesus? Nello Zimbabwe del despota marxista e forse genocida Mugabe che Ghebreyesus ha portato sul palmo della mano. Lo Zimbabwe di Mugabe è del resto sempre stato nell’orbita del comunismo cinese.
Il terzo motivo di fama di Ghebreyesus è la malagestione della crisi del coronavirus oggi.

Il primo caso di contagio individuato a Wuhan, in Cina, risale al 17 novembre. Per tutto dicembre i medici cinesi hanno cercato eroicamente di avvertire il mondo su quello che avevano compreso essere un nuovo virus mortale senza cura e sono stati accusati dal regime di sedizione, interrogati, silenziati. Alla fine sono morti, a frotte, di CoViD-19. Altri che hanno cercato di raccontare la verità sono scomparsi nel nulla. Le aziende in grado di effettuare test decisivi di genomica sono state fermate dal governo. Ritardi, quindi, e menzogne, che hanno ucciso migliaia di persone e permesso che il virus si diffondesse all’estero.

Intanto l’OMS di Ghebreyesus stava a guardare senza muovere un dito, anzi ripetendo a pappagallo la voce del padrone cinese quanto a cifre del contagio, vittime, e così via. A tutto il 12 gennaio l’OMS diceva: «[…] non vi sono contagi fra gli operatori sanitari e nessuna prova che il morbo si trasmetta da un essere umano all’altro». Intanto le morti proseguivano e i medici cinesi venivano ancora silenziati, fino a una prima ammissione della trasmissione uomo-uomo il 23 gennaio. Il 28 gennaio Ghebreyesus ha incontrato Xi Jinping per complimentarsi dell’eccellenza del regime nel combattere il morbo, sempre mentre il regime silenziava la verità, probabilmente truccava i numeri e reprimeva i testimoni. Solo dopo quell’incontro, il 30, l’OMS ha riconosciuto che il nuovo coronavirus si era trasmesso da uomo a uomo anche fuori dalla Cina, continuando a ripetere le veline del regime cinese e a lodarlo, per esempio il 3 febbraio alla 146a sessione del Comitato esecutivo dell’OMS. La missione dell’OMS sul campo è stata effettuata solo tra il 14-24 febbraio, tutto fra bugie ed enormi ritardi.

Siamo all’epilogo. Fra i collaboratori di Ghebreyesus continua intanto a esserci la signora Peng Liyuan. Classe 1962, cinese, presidente dell'Accademia dell'Arte dell'Esercito Popolare di Liberazione dal 2012 al 2017, è stata nominata «goodwill ambassador» nel 2011 dal predecessore di Ghebreyesus, Margaret Chan, medico, funzionario cinese. Chissà cosa dice la signora Peng «goodwill ambassador» Liyuan dell’aborto forzato imposto alle coppie cinesi dal regime neo-post-comunista di cui fa parte e dell’espianto forzato di organi con cui quello stesso suo regime tortura e uccide i prigionieri di coscienza? Nulla, perché Peng «goodwill ambassador» Liyuan che lavora con il segretario generale dell’OMS Ghebreyesus è la moglie di Xi Jinping, l’uomo-partito-Stato cinese che con menzogne e ritardi ha fatto del morbo il «virus del PCC»