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DIPLOMAZIA

Conte incontra Trump, c'è intesa sull'immigrazione

Nell'incontro fra il premier italiano Giuseppe Conte e il presidente Usa Donald Trump, forse si sono gettate le fondamenta di una nuova "relazione speciale". A partire dall'immigrazione, Trump elogia il governo italiano "Una posizione che hanno preso pochi Paesi e francamente la mia opinione è che stia facendo la cosa giusta".

Politica 31_07_2018
Giuseppe Conte e Donald Trump

Una relazione speciale o forse una vera e propria “alleanza di ferro” tra Stati Uniti e Italia è stata suggellata ieri sera a Washington nell’incontro tra Donald Trump e Giuseppe Conte. Al di là della simpatia personale tra i due leader, entrambi “outsider della politica” come ha detto Trump, è il peso delle intese raggiunte che fa emergere l’Italia come partner strategico privilegiato di Washington nel Mediterraneo e nella Ue in chiave evidentemente di “contenimento” della leadership franco-tedesco.

Non è chiaro se siano stati presi accordi circa molti dossier presi in esame dal vertice bilaterale né la conferenza stampa ha fornito molti dettagli. Di certo l’accordo prevede la creazione di una cabina di regia italo-americana per tentare di stabilizzare la Libia e monitorare le minacce provenienti dal Mediterraneo (jihadismo e migrazione illegale). Un'iniziativa di cui già si parlava quando a Palazzo Chigi sedeva Paolo Gentiloni, ma che oggi assume un ruolo più ampio. Per Trump “l’Italia è diventata interlocutore privilegiato e punto di riferimento in Ue degli Stati Uniti per le sfide che abbiamo davanti”. “Da oggi avremo una cabina di regia permanente Italia-Usa nel Mediterraneo allargato, è una cooperazione strategica, quasi un gemellaggio” ha dichiarato Conte “in cui l’Italia diventa punto di riferimento in Europa e un interlocutore principale per le principali sfide da affrontare, dal terrorismo alle crisi che riguardano intera area del Mediterraneo con particolare riferimento alla Libia”.

L’Italia incassa quindi un grande successo, ma anche un impegno preciso che non ammette fughe dalle responsabilità. Inoltre, se pare certo che potremo disporre del massimo supporto logistico e d’intelligence da parte degli Usa (a Sigonella sono basati aerei e droni americani che volano regolarmente sulla nostra ex colonia) è altrettanto evidente che la leadership nella stabilizzazione della Libia potrebbe richiedere l’impiego di militari italiani anche in compiti di combattimento. "Nel Mediterraneo riconosciamo il ruolo di leadership dell'Italia nella stabilizzazione della Libia" ha detto Trump sostenendo la conferenza che Roma vuole indire su questo tema in autunno per mettere a punto una “road map” che conduca alle elezioni politiche e presidenziali. Trump ha premuto affinchè l’Italia non si sottragga all’impegno sul gasdotto TAP, che dovrà portare in Puglia il gas dell’Azerbaigian e ha aggiunto che “siamo d’accordo che un regime brutale come quello in Iran non dovrà mai entrare in possesso di armi nucleari”. Conte sulla TAP non ha preso impegni né ha sostenuto la sanzioni Usa all’Iran (invise a Roma e a tutta Europa) così come ha ribadito la sua contrarietà alle sanzioni economiche poste alla Russia.

Trump avrebbe dato garanzie al premier italiano anche su dazi e scambi commerciali, pur affrontando la questione del deficit commerciale degli Usa con l’Italia di 31 miliardi di dollari che la Casa Bianca punta a riequilibrare. Tema che potrebbe coinvolgere la commessa italiana per 90 cacciabombardieri F-35 che Roma sembra intenzionata per ora a dilazionare in tempi più lunghi e in futuro forse a ridurre. "Abbiamo molto di cui parlare riguardo al commercio e al settore militare. Voi state ordinando aerei, molti aerei", ha insistito Trump.

Sempre in tema di difesa, Conte ha detto che "sulla Nato c'è stata una posizione chiara di Trump che io condivido: l'esigenza di riequilibrare la spesa che in questo momento è squilibrata. Sono posizioni ragionevoli che io tengo in gran conto. Dobbiamo negoziare per trovare il punto di equilibrio". Un impegno non di poco conto tenuto conto che l’Italia è tra i tre paesi Nato che meno spendono per le forze armate in termini di percentuale del PIL (appena l’1%) e nel contratto di governo c’è solo un generico impegno a migliorare la situazione, non certo a gonfiare il bilancio. Fin dall’inizio dell’incontro, davanti a fotografi e giornalisti, Trump ha in ogni caso evidenziato il suo apprezzamento per la politica del governo italiano, in particolare sul fronte immigrazione. "Conte sta facendo un lavoro fantastico". In particolare sull'immigrazione. "So che ha preso una posizione molto ferma sui confini", tema caro a Trump che lo aveva sottolineato già l’anno scorso in ambito G20. “Sono molto d'accordo con quello che state facendo sull'immigrazione legale e illegale. Una posizione che hanno preso pochi Paesi e francamente la mia opinione è che stia facendo la cosa giusta. Molti altri Paesi in Europa dovrebbero farlo" ha detto Trump. "Alcuni Paesi hanno preso questa posizione un po' di tempo fa e stanno facendo molto meglio" con un chiaro riferimento al Gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, repubblica Ceca e Slovacchia), da sempre contrario ad ogni firma di accoglienza nei confronti degli immigrati clandestini.

“L’immigrazione è anche un problema di sicurezza - ha detto Conte a è proposito del piatto forte sul tavolo -. Attraverso le rotte dell’immigrazione possono arrivare foreign fighters, terroristi che minacciano l’Europa.