Consulenti, scuse e verità: la Commissione Covid fa sul serio
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La nomina di Frajese e Donzelli a consulenti della Commissione Covid è il segnale che l'organo di indagine voluto dalla maggioranza fa sul serio per l'affermazione della verità sulla stagione pandemista. Le scuse della Polizia e la denuncia del Comitato terapie precoci riscrivono la storia.
Negli ultimi giorni i lavori della Commissione Bicamerale Covid hanno visto tre eventi di grande importanza nella ricerca della verità sui fatti legati alla gestione della pandemia. In tutti e tre i casi si tratta di contributi fondamentali per smontare la narrazione pandemista che si è affermata nel nostro Paese dal 2020 al 2023 e che perdura tuttora.
Il primo è l’annuncio di due importanti nomine di consulenti fatto dal presidente della Commissione parlamentare Marco Lisei. «La Commissione covid procederà alla nomina del Prof. Giovanni Frajese e del Prof. Alberto Donzelli come consulenti a titolo gratuito. Il loro contributo, assieme agli altri che verranno indicati, aiuterà i commissari ad approfondire le dinamiche della pandemia e fare luce sugli aspetti ancora irrisolti, nell’ottica di perseguire la verità e garantire il bene comune».
Si tratta di una bella notizia per chiunque ha a cuore l’affermazione della verità. Donzelli e Frajese sono stati tra i principali medici che hanno denunciato le aberrazioni dei governi pandemisti e con le loro ricerche hanno mostrato che il Covid andava affrontato in maniera diversa. Frajese poi, ha pagato di persona la sua contrarietà alla campagna vaccinale di massa, iniziata proprio in Senato denunciando l’inopportunità di vaccinare i giovani, subendo un assurdo procedimento da parte dell’Ordine dei medici che lo ha sospeso per un po’ dall’esercizio della professione. Particolare, questo, che non è sfuggito a narratori pandemici in servizio permanente, come Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe e Roberto Burioni, i quali sono letteralmente andati fuori di testa per questa nomina. Al di là del contributo che Donzelli e Frajese potranno apportare ai lavori, un fatto è ormai indubbio: il solo averli nominati ha mandato in tilt la schiera delle virostar che con le loro posizioni hanno tenuto banco in Italia orientando molte decisioni politiche, in alcuni casi condizionandole proprio. E questa non può che essere una notizia positiva.
Il secondo evento clamoroso è stata l’audizione di Erich Grimaldi (in foto), presidente della Fondazione TDC 19 ets, impegnata nella diffusione e promozione delle terapie domiciliari precoci durante le due ondate pandemiche. Quella di Grimaldi è stata un’audizione impeccabile, nel corso della quale ha ripercorso la prima fase dell’emergenza sanitaria, ricostruendo dettagliatamente, dal febbraio 2020, date e circostanze relative alla pubblicazione delle circolari del ministero della Salute in merito alla gestione domiciliare della malattia e, parallelamente, riportando le attività del Comitato terapie domiciliari Covid19.
«Nel corso della pandemia – ha detto Grimaldi -, il gruppo di medici -, ha raccolto migliaia di professionisti sanitari determinati a curare la Covid19 attraverso lo schema terapeutico messo a punto dal Comitato con la collaborazione di docenti universitari italiani e internazionali, per aggredire la malattia in fase precoce».
Inoltre, Grimaldi ha ripercorso le iniziative giuridiche intraprese dal Comitato al fine di promuovere l’utilizzo di terapie domiciliari precoci, che avrebbero consentito di abbassare il tasso di ospedalizzazione e la letalità della malattia. Interrogato dai membri della Commissione di inchiesta Claudio Borghi e Alice Buonguerrieri, su quanto fossero vincolanti le indicazioni emesse dal ministero della Salute, Grimaldi ha segnalato che molti medici sono stati richiamati dai propri ordini di appartenenza per non essersi attenuti alle linee guida del ministero pur essendosi assunti la responsabilità di agire in scienza e coscienza».
La sua audizione, ascoltata dai commissari in religioso silenzio, ha evidenziato, documentandoli, gli errori e le omissioni del governo nonché del ministero della salute nella gestione delle cure domiciliari precoci portando alla luce un quadro di scelte tardive, inappropriate, contraddittorie e, talvolta, incomprensibili che il nostro paese pagava in termini di vite umane.
Il terzo evento degno di nota è l’appassionata audizione di Antonio Porto (in foto) del sindacato Osa Polizia, che ha per la prima volta illustrato la posizione delle forze dell’ordine durante la pandemia chiedendo scusa ai cittadini per gli abusi che sono stati compiuti.
«I fatti di Trieste costituiscono l’apice di una pagina buia della storia della democrazia italiana, perché non si conosce ancora, né pare interessi a nessuno, sapere chi diede l’ordine di usare la forza contro un dissenso pacifico e simbolico», ha detto rompendo di fatto quel muro di omertà che è gravato nei palazzi delle istituzioni per tanto tempo.
Porto ha poi denunciato che «dalle bare di Bergamo ci siamo resi subito conto che qualcosa non andava» e che «l’obbligo vaccinale imposto alle forze dell’ordine non solo ha violato diritti fondamentali e la Costituzione, ma si è rivelato una beffa: i contagi tra i poliziotti vaccinati sono aumentati significativamente». Poi, in un crescendo rossiniano ha concluso: «Oggi possiamo affermare con ancora più forza, suffragati da numerose sentenze dei Tribunali aditi, che molte di quelle disposizioni limitative della libertà altrui erano illegittime».
Per queste ragioni, anche solo per aver dato voce ai tanti che sono stati censurati e disprezzati dai mass media, i lavori della Commissione Covid rappresentano un momento di verità fondamentale e bisogna essere grati alla maggioranza di governo, soprattutto Fratelli d’Italia e Lega se questo è stato possibile, nonostante il pesante ostruzionismo del Pd e dei Cinque Stelle, i primi ancora sull’Aventino disertori dei lavori e i secondi arroccati sulla difesa dell’operato del loro leader, Giuseppe Conte, all’epoca dei fatti presidente del Consiglio e oggi, guarda caso, membro di quella Commissione dalla quale in realtà dovrebbe essere ascoltato, invece di trincerarsi dietro il suo ruolo di commissario.
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