Conquistato dalla bellezza. Un premio a padre Scalfi
Il 17 ottobrei a Bassano del Grappa si terrà la cerimonia di consegna del Premio Internazionale della Cultura Cattolica. Insignito quest’anno è padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana, per aver diffuso la ricchezza e la bellezza del patrimonio orientale e fatto conoscere il dissenso nella Russia comunista.
Venerdì 17 ottobre alle ore 20.30 presso il Teatro Remondini a Bassano del Grappa si terrà la cerimonia di consegna del trentaduesimo Premio Internazionale Medaglia d’Oro al Merito della Cultura Cattolica. Insignito quest’anno è padre Romano Scalfi (1923), fondatore di Russia Cristiana che negli anni ha contribuito a diffondere la ricchezza del patrimonio religioso, culturale e artistico orientale e a far conoscere la voce del dissenso nella Russia comunista.
In questi decenni Russia cristiana si è sviluppata, oltre che come associazione ecclesiale di fedeli, anche nel campo culturale e scientifico (con la Fondazione Russia Cristiana), artistico (con La Scuola di Seriate). Il suo strumento editoriale è RC Edizioni La Casa di Matriona. Le ragioni dell’assegnazione del Premio a Scalfi sono da ricercarsi proprio nell’opera culturale cui ha dato vita, «lavorando incessantemente per far conoscere in Occidente la bellezza e la ricchezza delle tradizioni culturali e spirituali della Russia e poi per la sua attività missionaria nell’Urss negli anni della dittatura comunista. Padre Scalfi ha fatto in modo che, come auspicava Giovanni Paolo II, i due polmoni della Chiesa, quello orientale e quello occidentale, respirassero insieme attraverso il dialogo ecumenico». Così si è espresso Andrea Mariotto, presidente della Scuola di Cultura Cattolica.
Nato in una famiglia profondamente cristiana, Padre Scalfi ha desiderato diventare prete fin da quando aveva quattro anni. A ventitré anni l’incontro con il gesuita Gustavo Wetter, rettore del Russicum di Roma, e la celebrazione della Divina Liturgia Bizantina lo convincono a dare la vita per i cristiani della Russia. È lo stupore che lo muove, che lo cattura, che lo affascina. Come scriveva Gregorio di Nissa: «I concetti creano gli idoli, solo lo stupore conosce». Per questo Scalfi è sempre stato convinto che l’unica pedagogia reale ed efficace fosse quella improntata alla bellezza. In una dimensione culturale dominata dal relativismo, dal materialismo, dall’edonismo solo l’incontro e l’amore con la bellezza possono mostrare all’uomo che esiste una verità che è, al contempo, buona e bella, è la bellezza di Cristo, rappresentato da san Giovanni nell’Apocalisse mentre dice di sé: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Cristo è la possibilità di comprendere l’uomo e la realtà in maniera diversa, è la sola possibilità di un’umanità nuova già su questa terra. Contro ogni ideologia che preannuncia l’instaurazione di un mondo nuovo, buono già su questa terra a partire da progetti umani e da rivoluzioni come quella russa, Cristo si propone come la persona da accogliere perché si possa instaurare il suo Regno, perché possa venire la sua pace, non quella del mondo, ma una pace che include anche giustizia, misericordia e carità.
Anche Papa Giovanni Paolo II concordava pienamente sulla forza della bellezza quando scriveva nella «Lettera agli artisti»: «La bellezza che trasmetterete alle generazioni di domani sia tale da destare in esse lo stupore! Di fronte alla sacralità della vita e dell’essere umano, di fronte alle meraviglie dell’universo, l’unico atteggiamento adeguato è quello dello stupore. Da qui, dallo stupore, potrà scaturire quell’entusiasmo […]. Grazie ad esso l’umanità, dopo ogni smarrimento, potrà ancora rialzarsi e riprendere il suo cammino. In questo senso è stato detto con profonda intuizione che “la bellezza salverà il mondo”». Charles Moeller scrive riguardo ai santi: «Una sola cosa supera l’opera di Dante (cioè la bellezza dell’arte), la santità vissuta su questa terra. Allora il Paradiso celeste si incarna fin da quaggiù. Il suo candore squarcia un poco le nebbie della nostra valle. Cantare non è nulla, vivere è meglio». Ecco perché la Didakè invitava a guardare ogni giorno il volto dei santi e a trarre conforto dai loro discorsi e dai loro sguardi.
Per lo stesso motivo ogni anno il Premio Internazionale della Cultura Cattolica propone all’attenzione persone che nell’incontro con Cristo hanno generato un nuovo sguardo culturale tramutando la loro dimensione individuale in una dimensione pubblica di testimonianza, persone che hanno saputo «fare della fede cultura», come diceva Papa Giovanni Paolo II. «Non a caso» afferma ancora Andrea Mariotto «nel tempo sono stati premiati esponenti di tutti i campi del sapere: dalla filosofia alla teologia, dal giornalismo al cinema, dalla musica alla letteratura, dalla scultura alla scienza. Tutti i premiati sono accomunati dall’essere riusciti ad avere uno sguardo particolare sulla realtà e sull’uomo, uno sguardo determinato dalla loro fede in Gesù Cristo. Queste personalità sono la conferma che la fede non è un limite nell’esercizio della ragione, ma semmai è qualcosa che potenzia la capacità della ragione di comprendere la realtà e di dare un giudizio su di essa».
Tra gli illustri personaggi che hanno conseguito il premio Cultura Cattolica annoveriamo i filosofi Augusto del Noce e Cornelio Fabro, il pontefice Joseph Ratzinger (allora cardinale), i cardinali Giacomo Biffi, Carlo Caffarra, Camillo Ruini, Angelo Scola, il fondatore di Comunione e Liberazione don Luigi Giussani, i giornalisti e scrittori Vittorio Messori e Cesare Cavalleri, il teologo René Laurentin, il romanziere Eugenio Corti, l’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede Mary Ann Glendon, l’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa Luigi Negri. Come ha ricordato il sindaco Riccardo Poletto nella conferenza stampa di annuncio del Premio, Bassano del Grappa ha tra i suoi motivi di vanto questo evento grazie al quale in questi anni sono giunti nel luogo personaggi prestigiosi, elevando la città anche ad una notorietà internazionale.