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Congregazioni generali

Conclave, tiene banco il caso Becciu: un nodo da risolvere ora

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Il cardinale sardo potrà partecipare all’elezione del prossimo Papa? C’è un documento di Francesco che ne impedisce l’ingresso nella Cappella Sistina? I nodi di un caso che è bene risolvere prima del conclave, prevenendo un altro pasticcio.

Editoriali 26_04_2025

I nodi aggrovigliati in quasi cinque anni stanno venendo al pettine. In tutto il mondo, ormai, l'attesa del conclave è dominata dal caso Becciu. Tutti si chiedono se il porporato sardo entrerà o meno in Sistina. Nonostante l'età anagrafica glielo consenta, un’umorale decisione di papa Francesco presa il 24 settembre 2020 e comunicata soltanto con una nota del bollettino della Sala Stampa della Santa Sede potrebbe sbarrargli l'ingresso.

Ora che Jorge Mario Bergoglio è morto ci si rende conto che sulla vicenda umana e pubblica del cardinale di Pattada finora si è continuato a guardare il dito e non la luna. Il dito è il processo al tribunale vaticano che lo ha visto condannato in primo grado per peculato, mentre la luna è la rimozione dei diritti connessi al cardinalato. Quest'ultima, bisogna ricordare, arrivò prima della stessa iscrizione al registro degli indagati. Un'eventuale esclusione dal conclave disposta dal Papa non avrebbe alcun collegamento con la sentenza di condanna di primo grado emessa dal tribunale del Vaticano che non ha alcuna competenza sulla regolazione dell'elezione del Sommo Pontefice. Ma più l'opinione pubblica di tutto il mondo si pone la fatidica domanda se Giovanni Angelo Becciu sarà o meno in conclave, più la comunicazione vaticana e il decano chiamato a gestire le congregazioni preparatorie cercano di non parlarne.

L’altro ieri alla terza riunione il caso è stato tirato in ballo da un cardinale tra i 113 presenti ma ha prevalso ancora la linea di parlarne dopo il funerale di Francesco. Il porporato sardo non sta simpatico a tutti i suoi confratelli, ma anche tra i suoi non estimatori serpeggia la consapevolezza che la sua storia si stia trasformando sempre più in un pasticcio. Diversi non si capacitano della «melina» di questi primi giorni, nonostante il legittimo diritto dell'interessato a sapere il prima possibile se esiste un documento del Papa defunto che lo squalifica ad entrare in Sistina e nonostante la pressione mediatica sempre più forte.

Il timore di molti è che il documento o, meglio ancora, i documenti esistano e che emergeranno nelle congregazioni post-esequie, contribuendo ad acuire le già non poche divisioni all'interno del sacro collegio. Anche dal punto di vista canonico, poi, non è detto che Becciu accetti questo «verdetto» in silenzio senza tentare di far valere in tutti i modi i suoi diritti.

La verità che sembra farsi strada in questi primi giorni di Sede vacante è che la questione dell'ingresso o meno del cardinale Becciu in Sistina arrivi non solo prima ma sia anche molto più importante del processo vaticano in sé nato dallo scandalo immobiliare di Londra. Anche perché, nell'udienza del 24 settembre 2020 che decretò la disgrazia del cardinale, Bergoglio non avrebbe fatto cenno alle vicissitudini dell'investimento immobiliare né ai soldi del riscatto per la scuola, ma soltanto al presunto peculato in favore di familiari. È chiaro che se Becciu dovesse rimanere fuori dal conclave per una decisione ad personam del “Papa della misericordia”, l'immagine stessa del pontificato appena concluso non potrà non subire conseguenze tra i membri del sacro collegio.

In queste prime ore, in ogni caso, nelle riunioni è emersa una distanza tra i cardinali con più esperienza e quelli di più recente creazione, con i primi determinati a presentare anche le ombre dell'ultimo pontificato e gli altri invece concentrati ad esaltare la figura del primo Papa sudamericano della storia.



sacro collegio

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