Con San Luca, a scuola di preghiera dalla Madonna
«La Madre di Gesù è stata posta
dal Signore in momenti decisivi della storia della salvezza e lei ha risposto sempre con piena disponibilità».
All'udienza generale del 14 marzo Benedetto XVI ha iniziato un nuovo ciclo della sua «scuola della preghiera», dedicato alla preghiera negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere di san Paolo. Cominciando dal grande testo di San Luca, «il primo libro sulla storia della Chiesa, cioè gli Atti degli Apostoli», il Papa ha osservato che qui il cammino della Chiesa nascente «è ritmato anzitutto dall’azione dello Spirito Santo, che trasforma gli Apostoli in testimoni del Risorto sino all’effusione del sangue, e dalla rapida diffusione della Parola di Dio verso Oriente e Occidente». Ma, prima di tutto questo, il libro ci presenta l'episodio dell’Ascensione di Gesù (cfr At 1,6-9).
San Luca, fa notare il Papa, tra l'Ascensione e la Pentecoste «menziona per l’ultima volta Maria, la Madre di Gesù, e i suoi familiari (v. 14)». San Luca è l'evangelista mariano per eccellenza. «A Maria ha dedicato gli inizi del suo Vangelo, dall’annuncio dell’Angelo alla nascita e all’infanzia del Figlio di Dio fattosi uomo. Con Maria inizia la vita terrena di Gesù e con Maria iniziano anche i primi passi della Chiesa; in entrambi i momenti il clima è quello dell’ascolto di Dio, del raccoglimento». Anche noi oggi siamo chiamati a riflettere «su questa presenza orante della Vergine nel gruppo dei discepoli che saranno la prima Chiesa nascente. Maria ha seguito con discrezione tutto il cammino di suo Figlio durante la vita pubblica fino ai piedi della croce, e ora continua a seguire, con una preghiera silenziosa, il cammino della Chiesa».
Di Maria San Luca vuole mettere in luce la piena disponibilità a orientare tutta la sua vita secondo la parola di Dio. E non solo Maria accetta la volontà di Dio, ma del conformarsi a questa volontà costantemente fa occasione di lode e di gioia. «In visita alla parente Elisabetta, Ella prorompe in una preghiera di lode e di gioia, di celebrazione della grazia divina, che ha colmato il suo cuore e la sua vita, rendendola Madre del Signore (cfr Lc 1,46-55)». E ancora «nell cantico del Magnificat, Maria non guarda solo a ciò che Dio ha operato in Lei, ma anche a ciò che ha compiuto e compie continuamente nella storia». Il Pontefice cita Sant’Ambrogio (339 o 340-397), che scrive: «Sia in ciascuno l’anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio».
E San Luca continua a parlare della Madonna negli Atti degli Apostoli. Anche «nel Cenacolo, Maria è presente, prima che si spalanchino le porte ed essi inizino ad annunciare Cristo Signore a tutti i popoli, insegnando ad osservare tutto ciò che Egli aveva comandato (cfr Mt 28,19-20)». Qui la Madonna è come alla conclusione di una vita fatta tutta di preghiera. «Le tappe del cammino di Maria, dalla casa di Nazaret a quella di Gerusalemme, attraverso la Croce dove il Figlio le affida l’apostolo Giovanni, sono segnate dalla capacità di mantenere un perseverante clima di raccoglimento, per meditare ogni avvenimento nel silenzio del suo cuore, davanti a Dio (cfr Lc 2,19-51) e nella meditazione davanti a Dio anche comprenderne la volontà di Dio e divenire capaci di accettarla interiormente». La presenza della Madre di Dio nel Cenacolo, dopo l’Ascensione, «non è allora una semplice annotazione storica di una cosa del passato, ma assume un significato di grande valore, perché con loro Ella condivide ciò che vi è di più prezioso: la memoria viva di Gesù, nella preghiera; condivide questa missione di Gesù: conservare la memoria di Gesù e così conservare la sua presenza».
Infine, «l'ultimo accenno a Maria nei due scritti di san Luca è collocato nel giorno di sabato: il giorno del riposo di Dio dopo la Creazione, il giorno del silenzio dopo la Morte di Gesù e dell’attesa della sua Risurrezione. Ed è su questo episodio che si radica la tradizione di Santa Maria in Sabato». Tra l’Ascensione e la Pentecoste «gli Apostoli e la Chiesa si radunano con Maria per attendere con Lei il dono dello Spirito Santo, senza il quale non si può diventare testimoni. Lei che l’ha già ricevuto per generare il Verbo incarnato, condivide con tutta la Chiesa l’attesa dello stesso dono, perché nel cuore di ogni credente "sia formato Cristo" (cfr Gal 4,19)». Il Pontefice osserva che «se non c’è Chiesa senza Pentecoste, non c’è neanche Pentecoste senza la Madre di Gesù, perché Lei ha vissuto in modo unico ciò che la Chiesa sperimenta ogni giorno sotto l’azione dello Spirito Santo». Benedetto XVI lo spiega con un brano di San Cromazio di Aquileia (tra il 335 e il 340 - 407 o 408): «Si radunò dunque la Chiesa nella stanza al piano superiore insieme a Maria, la Madre di Gesù, e insieme ai suoi fratelli. Non si può dunque parlare di Chiesa se non è presente Maria, Madre del Signore… La Chiesa di Cristo è là dove viene predicata l’Incarnazione di Cristo dalla Vergine, e, dove predicano gli apostoli, che sono fratelli del Signore, là si ascolta il Vangelo».
Da questo antico brano patristico il Papa passa poi a citare il Concilio Ecumenico Vaticano II, il quale nella Costituzione dogmatica «Lumen gentium» afferma: «Essendo piaciuto a Dio di non manifestare apertamente il mistero della salvezza umana prima di effondere lo Spirito promesso da Cristo, vediamo gli apostoli prima del giorno della Pentecoste "perseveranti d’un sol cuore nella preghiera con le donne e Maria madre di Gesù e i suoi fratelli" (At 1,14); e vediamo anche Maria implorare con le sue preghiere il dono dello Spirito che all'Annunciazione l’aveva presa sotto la sua ombra» (n. 59). Il luogo primo dove noi fedeli incontriamo Maria, prosegue il documento conciliare, è la Chiesa, dove è «riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro…, figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella carità» (n. 53).
Dopo avere presentato in diverse udienze la preghiera di Gesù, il Papa in questa «scuola della preghiera» ci indica dunque come modello la preghiera della Madonna. «Spesso la preghiera è dettata da situazioni di difficoltà, da problemi personali che portano a rivolgersi al Signore per avere luce, conforto e aiuto. Maria invita ad aprire le dimensioni della preghiera, a rivolgersi a Dio non solamente nel bisogno e non solo per se stessi, ma in modo unanime, perseverante, fedele, con un "cuore solo e un’anima sola" (cfr At 4,32)». Una lezione molto attuale e importante per noi oggi: «la vita umana attraversa diverse fasi di passaggio, spesso difficili e impegnative, che richiedono scelte inderogabili, rinunce e sacrifici. La Madre di Gesù è stata posta dal Signore in momenti decisivi della storia della salvezza e ha saputo rispondere sempre con piena disponibilità, frutto di un legame profondo con Dio maturato nella preghiera assidua e intensa». Maria è madre della Chiesa che prega, ed «esercita questa sua maternità sino alla fine della storia. Affidiamo a Lei ogni fase di passaggio della nostra esistenza personale ed ecclesiale, non ultima quella del nostro transito finale. Maria ci insegna la necessità della preghiera e ci indica come solo con un legame costante, intimo, pieno di amore con suo Figlio possiamo uscire dalla "nostra casa", da noi stessi, con coraggio, per raggiungere i confini del mondo e annunciare ovunque il Signore Gesù, Salvatore del mondo».