Con la benedizione abbaziale tutto è compiuto a Montecassino
Con il rito presieduto dal card. De Donatis si è concluso solennemente l'iter per l'insediamento di dom Luca Fallica come successore di San Benedetto.
Con la benedizione abbaziale di dom Luca Fallica si è concluso solennemente l'iter di insediamento del successore di San Benedetto.
Il rito è stato celebrato sabato 13 maggio dal cardinale Angelo De Donatis, vicario della diocesi di Roma, alla presenza del nunzio apostolico mons. Emil Paul Tscherrig e di numerosi rappresentanti delle comunità monastiche italiane. Il cardinale nell'omelia ha fatto riferimento al motto Succisa virescit (benché recisa, rinverdisce), che illustra la stessa storia – non facile – di Montecassino: «Più volte distrutta nel corso dei secoli, l’Abbazia fu sempre ricostruita, superando diverse difficoltà e periodi di instabilità». Ha inoltre ricordato i doveri dell'abate espressi nella Regola benedettina.
Nel suo ringraziamento finale dom Fallica ha evocato il significato delle insegne appena ricevute. «Il pastorale è segno della sollecitudine alla quale sono chiamato verso i fratelli che mi vengono affidati. È il segno del pastore buono, che offre la propria vita per le pecore, in quella conformità a Cristo che san Martino ha saputo incarnare fino all’ultimo respiro della sua vita. L’anello è segno di fedeltà, e mi chiama a custodire la mia nuova famiglia monastica con instancabile amore nella comunione fraterna».
La benedizione abbaziale è un sacramentale: non equivale all'episcopato. Tuttavia, all'abate spettano anello, mitra e pastorale, relativi nel suo caso non al sacramento, ma alla giurisdizione e alla paternità esercitata sulla comunità che guida e nella quale «tiene il posto di Cristo» (Regola, II).