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DUE AL PREZZO DI UNO

Compri il biglietto dell'Expo e ti regalano anche il Pd

Arriva la sinistra con il gadget, quella che offre il biglietto per l’Expo con il partito incorporato. L’iniziativa è del Pd milanese che vende il ticket abbinato all'iscrizione al partito per soli 25 euro. Un’offerta riservata ai giovani under trenta. Occasione speciale o “due pacchi” al prezzo di uno come dice Beppe Grillo?

Politica 09_04_2015
Il sito Pd con l'offerta biglietto dell'Expo più iscrizione al partito

Bene, il meteo dice che il peggio è passato e dopo il freschino dei giorni scorsi la perturbazione è in rapida attenuazione. Pure le temperature si daranno una regolata, allineandosi alle medie stagionali, come primavera comanda. Dunque, Milano stia allegra: si preparano week end en plein air, all’aria aperta e all’insegna delle scampagnate. E dopo tanto freddo e fumo, nel senso di smog, (la fame invece è roba d’altri tempi), maggio ci porterà pure il mondo intero, atteso a Milano per l’Esposizione Universale. Già l’Expo. Qui il tempo proprio non vuole volgere al bello: una gigantesca nube fantozziana si è piazzata da tempo sull’area espositiva e da lì non si muove. Tra scandali, tangenti, lavori in ritardo o mai partiti e biglietti che proprio non vanno a ruba, per Expo 2015 i guai sono davvero mondiali. Non passa giorno che sulla grande fiera dell’alimentazione che dovrà colmare gli appetiti del Pianeta, non arrivi qualche grana a rovinare l’improbabile abbuffata.

Forse sta qui la ragione che ha spinto i dirigenti del Pd meneghino a escogitare la strampalata trovata del "prendi due e paghi uno", dell’offerta speciale del biglietto Expo più tessera del partito al prezzo stracciato di 25 euro. L'annuncio campeggia nella home del sito dei dem milanesi e, dicono i guru della pubblicità, potrebbe preludere a una rivoluzione nella comunicazione politica e nel marketing di partito. La tessera Pd con l’Expo incorporato potrebbe poi allargarsi al buono sconto su cinema, teatri e musei, oppure (perché no visto i tempi grami di crisi e sacrifici) ai buoni d’acquisto presso la coop di quartiere o ai voucher da spendere nei Circoli Arci della città. Bella idea, no? I dirigenti del Pd la spiegano così: «Siamo l'unico partito a Milano a essere rivenditore ufficiale dei biglietti per Expo 2015, questo perché crediamo fortemente nel successo della manifestazione e vogliamo, come è nel nostro Dna, metterci a disposizione della città anche in questa importante occasione. Vogliamo che tanti milanesi visitino Expo». 

Ecco chiarito il perché di tanto zelo. Dopo gli schiaffi a ripetizione mollati al pacioso sindaco Pisapia (l’ultimo è quello dello scenografo premio Oscar Dante Ferretti, che ha diffidato dall'utilizzo parziale del proprio progetto visto i ritardi accumulati), è scattata l’operazione soccorso rosso. Non c’è solo Pisapia a rimetterci la faccia: in prima c’è il premier Renzi e il suo cerchio magico che ne uscirebbero malconci dall’eventuale figuraccia mondiale. Da qui, il lancio del gadget di tessera-più-ticket a un prezzo inferiore a quello del singolo biglietto di entrata ai padiglioni. Non è chiaro se il Pd voglia regalare l’iscrizione al partito o il biglietto per l’esposizione. In ogni caso, la polemica è già scoppiata.Grillo prende per i fondelli i compagni milanesi che vogliono rifilare “Due pacchi al prezzo di uno", mentre i più seriosi cugini di Sel la buttano sul politico e chiedono al comitato di gestione di Expo se l’iniziativa del Pd non violi le norme sul marchio e la vendita dei biglietti. 

E c’è poco da ridere: dopo i libri e il vino di D’Alema comprati a prezzo di favore dalle coop, ora il sospetto è che il Pd abbia fatto incetta di biglietti con il duplice scopo di salvare Expo e gonfiare le cifre del tesseramento. Certo, 25 euro non sono pochi per andare a visitare un’esposizione mondiale dove ci sarà ben poco da ammirare, se non orti botanici, verdurine bio e cibi ultra light. Al netto di spese folli e fantasiosi padiglioni, le meraviglie da consegnare a futura memoria saranno ben poche. La creativa trovata del Pd servirà forse a intrappolare qualche visitatore in più, non certo a silenziare quegli scricchiolii sinistri dell’annunciato fallimento. Le tangenti non c’entrano, neppure le inchieste giudiziarie sulle infiltrazioni criminose: il baco cresce e rosicchia dentro lo stesso cuore verde della grande esposizione. 

Ci vuole coraggio (o malafede), infatti, per allestire una fiera planetaria del cibo inneggiando solo al biologico e all’agricoltura primitiva della perduta età dell’oro: un po’ poco per risolvere il problema di nutrire 7 miliardi di terrestri. Facendo finta che biotech e Ogm non siano stati ancora inventati. E allora, vai con l’offerta del due al prezzo di uno, del “pacco” bis con il partito dentro. Il nuovo Pd renziano, con i suoi miracoli mediatici, il suo tutto e di più sciorinato quotidianamente dall’imbonitore di Palazzo Chigi, si presta perfettamente al caso. Sotto le strabilianti costruzioni delle archistar, gli Alberi della Vita e i viali da Cartoonia, all’Expo 2015 c’e poco o niente. Come nel Pd, un partito solo da esposizione.