Come Sanchez strangola l'associazione pro-famiglie
Il Foro della Famiglia, la più importante associazione di famiglie spagnole, ha denunciato pubblicamente l'improvviso e imprevisto taglio di fondi deciso dal governo Sanchez, ancora al potere in Spagna. Al contrario, l'associazione progressista delle "famiglie", l'Unaf, riceve quasi mezzo milione di euro. E' una scelta ideologica.
Il Foro della Famiglia, la più importante associazione di famiglie spagnole, ha denunciato pubblicamente lo spirito totalitario e persecutore del Governo ad interim di Sanchez. In un comunicato tanto chiaro quanto duro pubblicato nei giorni scorsi si ricorda al Governo e allo stesso Sanchez che è necessario non solo essere uomini d’onore, ma anche apparire tali, come Plutarco ricordava nei confronti della moglie di Cesare. “L'amministrazione pubblica ha l'obbligo, non la scelta, di essere onorata. Ciò si traduce in una corretta amministrazione dei beni a disposizione e la cui distribuzione deve essere illuminata da criteri di equità, dignità e bene comune. Non seguire questi principi e usarne altri significa far prevalere un crimine…l'onestà non è diversa se lo sono le strutture”.
Sanchez ha deciso il ritiro senza preavviso o notifica della sovvenzione del Terzo Settore, che ammonta a 35mila euro e che il Foro della Famiglia riceveva sin dal 2003 e che era stato rispettato ed elargito persino da Zapatero. Non da Sanchez che, presumibilmente, dopo l’accordo con i sinistri figuri di Podemos, ha voluto dare segnali chiari alla sinistra estrema: i cattolici devono essere ridotti alla fame e discriminati. Il Foro spagnolo denuncia la scoperta fatta, a seguito di una propria richiesta, di esser stati “esclusi da un sussidio per sostenere l'associazione. Non è una sovvenzione per programmi o attività, no. È una concessione per la vita e il funzionamento. La ragione? Nessuna, a quanto pare. La realtà? Non siamo apprezzati dal potere di oggi perché la difesa della famiglia è direttamente contraria alle ideologie che oggi si diffondono nello spazio sociale e sono abbracciate con veemenza dagli attuali poteri pubblici.” Una flagrante prevaricazione perché i finanziamenti erano già ricompresi dalla Legge di Bilancio statale dello scorso anno ed invece di essere elargiti, sono stati eliminati. Una scelta antidemocratica, antipluralista e discriminatoria.
Tra l’altro, mentre al Foro della Famiglia sono stati tolti i contributi, alla Unione delle Associazioni Familiari (Unaf), a cui appartengono i gruppi più vicini alla sinistra, le associazioni di promozione del gender e la salute sessuale riproduttiva (aborto), le donne separate e le famiglie monoparentali, ricevono tutti i 430mila euro promessi. Una decisione esclusivamente politica, discriminatoria e sinistra che dimostra ancora una volta e con un’ennesima grave scelta, quale sia l’indirizzo che voglia percorrere il prossimo Governo Sanchez, una deriva di ultrasinistra che potrebbe far rimpiangere persino Zapatero. A questo tentativo di zittire i dissidenti, il Foro della Famiglia risponderà con azioni legali e, nel frattempo, ha promosso una serie di iniziative sui social per chiedere il sostegno ai cittadini spagnoli : #NoNosCallan per chiedere rispetto e parità di trattamento dal perta dello Stato anche per le entità dissenzienti, il rispetto delle norme minime della vita democratica e della pluralità sociale.
Nel frattempo, incurante anzi consapevole delle ingiuste scelte compiute verso il mondo cattolico e le famiglie spagnole, Sanchez si prepara ad un Consiglio dei Ministri per il prossimo venerdì di fine dicembre, viatico di una possibile investitura prima dell’inizio del nuovo anno. Le trattative tra i socialisti e gli indipendentisti catalani proseguono e pare concluso un accordo politico per nuove forme di separatismo legalizzato, i cui contorni rimangono nebulosi. A rompere le uova nel paniere potrebbe essere anche stavolta, oltre a tutta l’opposizione parlamentare, anche il Re Felipe che per Natale sta preparando un discorso alla nazione forte e chiaro sulle tante sfide che attendono la Spagna, inclusa quella folle pretesa catalana della indipendenza.
Tutto si giustifica in nome del potere e della ideologia, persino la libertà delle famiglie e della società, come ci ha dimostrato storicamente la tirannia sovietica, nella società comunista non esistono ragioni di dissenso, i critici devono esser messi a tacere, prima si tagliano i viveri e poi…le lingue. Il solo pensiero che l’Europa guardia a Sanchez come ‘modello’ deve prepararci al peggio.