STORIA
Come 150 anni fa
E' in atto un nuovo tentativo di farci rinnegare le radici cattoliche.
Cultura
03_03_2012
A volte la storia è buffa. Alla fine dello scorso anno abbiamo avuto una specie di riedizione di quel tempo benedetto che si chiama risorgimento.
A quell’epoca Inghilterra e Francia volevano che la penisola italiana diventasse finalmente quello che si rifiutava di essere: una colonia. Dal punto di vista economico certamente, ma, prima ancora, dal punto di vista religioso e, quindi, morale. Perché? Perché i cattolici non obbediscono supinamente ai dictat della modernità. Per comandare c’è invece bisogno di persone che si lascino guidare dalle scientifiche ragioni del progresso che rendono lecito ciò che è proibito.
Centocinquanta anni fa i Savoia si sono prestati a dare una mano a quanti, illuminati, massoni, liberali di tutto il mondo, volevano farci diventare altri da quelli che eravamo. I re d’Italia hanno pagato cara la loro apostasia ma i danni alla popolazione sono stati enormi: per la prima volta nella nostra storia ci siamo trasformati in un paese di emigranti e, per di più, siamo stati educati al disprezzo del nostro passato e, quindi, al disprezzo per noi stessi.
Oggi per tanti versi la situazione è la stessa. Abbiamo un governo che non abbiamo eletto. Quello che avevamo è stato combattuto, nella persona di Berlusconi, con uno scandaloso accanimento giudiziario e con una campagna stampa mondiale, questa sì ad personam, che ne ha compromesso la credibilità. Per abbattere il monstrum è stata anche pilotata una crisi economica che, latente in tutta Europa, si è concentrata nell’attacco alla nostra economia. A quel punto è intervenuta la scienza. Ovvero, così è stato detto, la nostra salvezza.
Il mito della scienza che risolve i problemi è duro a morire. Marx definiva il comunismo l’unico socialismo scientifico. Conseguenza? Centinaia di milioni di morti. In nome della scienza Hitler ha fatto esperimenti sui prigionieri, metodicamente programmato lo sterminio degli ebrei e l’eliminazione di persone ritenute inadatte a vivere. Nel civile mondo occidentale, sempre nel nome della scienza, sono state sterilizzate decine di migliaia di persone ritenute inidonee a riprodursi.
Per tornare a noi: alla fine del 2011 abbiamo assistito ad uno spettacolo strano.
L’Europa (e gli Stati Uniti di Obama) ci hanno spiegato che, se volevamo sopravvivere, dovevamo dotarci di un governo di scienziati, di tecnici. Rischiamo di ripetere l’avventura risorgimentale, questa volta in nome dell’Europa! In un video che gira su internet c’è un impeccabile Monti che si accalora, si fa per dire, per spiegare che ci vogliono crisi, e “gravi crisi”, per permettere all’Europa di fare passi avanti.
Monti è un tipo che, all’inizio del suo mandato, si rivolgeva ai parlamentari distinguendo fra “noi” e “voi”. Proprio come i liberali del risorgimento, anche Monti pensa che noi italiani dobbiamo cambiare. Il ministro del lavoro concretizza in che modo dobbiamo farlo: col ditino alzato ci ricorda che dobbiamo diventare più civili perché la nostra cultura non è all’altezza della modernità. E così Fornero ha promosso dal consiglio d’Europa un progetto per imporre “strumenti normativi ed educativi” che “sin dalla primissima infanzia” combattano le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e su quella che la scienza definisce “identità di genere”.
Hanno provato, finora senza successo, a convincere noi italiani che così come siamo non andiamo bene: siamo ancora troppo cattolici. Adesso, in nome della scienza, tutti fanno ponti d’oro al nuovo presidente del Consiglio. Monti va a Washington, Monti va in Europa. Monti incontra, così dicevano le cronache, i magnati americani senza che alcuno conosca il risultato di questi incontri, senza che si sappia nemmeno la lista degli interlocutori. Riservato. Monti parla al parlamento europeo e tutti applaudono. Tutti. Tutti i gruppi parlamentari che normalmente si combattano frontalmente applaudono. Perché applaudono? Forse perché pensano che, alla fine, anche noi italiani saremo normalizzati?