Clonazione, scandalizzati per il motivo sbagliato
Il tentativo di clonazione in Oregon non deve far pensare alla possibilità di creare "copie" di esseri umani. Lo scandalo è creare e uccidere un uomo per curarne un altro.
Invece sui massmedia l’allarme, se ce ne è uno, è quello che prospetta la riproduzione in serie di personaggi viventi che vorrebbero creare i loro cloni, non tenendo in conto che la clonazione riproduttiva ha la grave falla di riprodurre nell’individuo clonato solo il DNA del nucleo e non quello sparso nel citoplasma della cellula (con perdita di informazioni genetiche e dunque di tratti somatici e fisiologici del “donatore”); e che anche il DNA del nucleo viene alterato nella sua espressione dalle manipolazioni, cosicché dalla cellula che si usa non si potrà mai avere una copia identica dell’organismo che l’ha prodotta. Invece ancora ci si allarma pensando che un domani qualcuno, magari un dittatore, potrebbe farsi clonare e moltiplicare così la sua ansia oppressiva – forse condizionati da libri quali “The Boys form Brasil” di Ira Levin, in cui un gruppo di nazisti tenta di riprodurre per clonazione Adolf Hitler -, senza riflettere che questa è una prospettiva (fortunatamente) impossibile alla prova dei fatti di qualunque biologo.
Aver riprodotto una cellula embrionale da una cellula della pelle ha certo delle implicazioni sull’etica della vita; ed è uno dei tanti punti controversi sui limiti che la scienza deve darsi, per non scindere il rapporto parentale (fosse anche della genitorialità verso un embrione che avrà una brevissima possibilità di vita) da un rapporto pienamente umano.
Ma non possiamo dimenticare il paradosso di uno scandalizzarsi nella direzione sbagliata: ci si allarma per una fantascientifica futura clonazione di esseri umani – impossibile nei fatti -, e non per veder trattare un essere umano come mezzo e non come fine in sé. E’ un paradosso che richiede una risposta razionale e pronta di tutti, ma in particolare del mondo scientifico.