Ciò che salva il mondo è l'uomo che adora Cristo
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In Occidente prevale una visione falsa della religione, come attività al servizio del benessere dell'uomo, ma Dio non è al nostro servizio. Siamo noi che dobbiamo metterlo al primo posto e vivere per adorarlo e servirlo. Di questo ha bisogno il mondo. L'omelia del cardinale Sarah a Sant’Anna d’Auray (Francia).

Pubblichiamo ampi stralci dell'omelia pronunciata sabato 26 luglio dal cardinal Robert Sarah, inviato speciale di papa Leone XIV, al santuario di Sant’Anna d’Auray in Bretagna (Francia), di fronte a 30.000 fedeli, per i 400 anni dell'apparizione di sant'Anna. Il testo originale è stato pubblicato da www.fr.aleteia
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In questo luogo, 400 anni fa, sant’Anna apparve a Yvon Nicolazic per dirgli: «Yvon Nicolazic, Me zo Anna, mamm Mari» (“Sono Anna, madre di Maria”, in bretone). «Yvon, non temere, sono Anna, madre di Maria. Dite al vostro parroco, al vostro sacerdote, che sulla terra chiamata Bocenno – cioè il luogo in cui ci troviamo attualmente – un tempo si costruì una cappella a mio nome, fu la prima di tutta la regione. Da 924 anni e 6 mesi è in rovina, desidero che sia ricostruita al più presto e che ve ne prendiate cura, perché Dio vuole che io vi sia onorata, Dio vuole che veniate qui in processione».
Cari fratelli e sorelle, sant’Anna disse a Yvon Nicolazic: «Dio vuole questo luogo».
Dio ha scelto questa terra per farne un luogo santo, Dio ha voluto che una parte della vostra terra, una parte del vostro Paese, la Francia, fosse una terra sacra, una terra riservata. Dio ha voluto che i vostri antenati non coltivassero questo luogo, che non lo usassero per l’allevamento o l’agricoltura. Lo ha scelto perché fosse un luogo in cui essere onorato. C’è qui un grande mistero da meditare. C’erano tante altre chiese disponibili, tanti altri luoghi possibili, ma Egli ha scelto questo. Perché?
Anzitutto per dirci che Dio viene prima di tutto, che la gloria di Dio ci precede e non ci appartiene. Dio ci ha creati con un atto d’amore gratuito, tutta la creazione è opera delle sue mani, dono gratuito del suo amore.
Non abbiamo meritato il suo amore, Egli ci ha amati per primo, gli dobbiamo tutto, poiché a Lui dobbiamo la vita, il movimento e l’essere. Per noi, sue creature e suoi figli, onorare Dio, rendergli gloria, è un atto di giustizia. Rendere gloria a Dio non è una scelta facoltativa, è un dovere, una necessità. È molto importante riprenderne coscienza, soprattutto nelle vostre società che tendono a considerare Dio come morto, inutile, privo di interesse.
Troppo spesso in Occidente la religione è presentata come un'attività al servizio del benessere dell'uomo. La religione viene assimilata ad azioni umanitarie, ad atti di beneficenza, all’accoglienza dei migranti e dei senzatetto, alla promozione della fratellanza universale e della pace nel mondo. La spiritualità sarebbe una forma di sviluppo personale utile a portare un po' di sollievo all'uomo moderno, preso dalle sue abituali attività politiche ed economiche. Anche se questi temi sono importanti, questa visione della religione è falsa.
La religione non è questione di cibo o di azioni umanitarie. Nel deserto, è la prima tentazione che Gesù respinge. Per redimere l’umanità, occorre superare la miseria della fame e della povertà, ed è questo che il diavolo propone al Signore. Ma Gesù risponde che quella non è la via della redenzione. Egli ci fa comprendere che anche se tutti avessero da mangiare a sazietà, se la prosperità si estendesse a tutti, l’umanità non sarebbe redenta.
Vediamo infatti come proprio nei Paesi del benessere, della ricchezza, dell'abbondanza, l'uomo si autodistrugge, perché dimentica Dio e pensa solo alla ricchezza e al benessere terreno. Ciò che salva il mondo è il pane di Dio. Bisogna nutrire l'uomo con il pane di Dio, e il pane di Dio è Cristo stesso.
Ciò che salverà il mondo è l’uomo che si inginocchia davanti a Dio per adorarlo e servirlo. Dio non è al nostro servizio. Siamo noi al suo servizio. Siamo stati creati per lodare e adorare Dio. È nell'adorazione che scopriamo la nostra vera dignità, il senso ultimo della nostra esistenza. È inginocchiandosi davanti a Dio che l'uomo scopre la sua vera grandezza e nobiltà. E se non adoriamo Dio, finiremo per adorare noi stessi.
Dio ha scelto questo luogo per essere adorato, Dio ha scelto la Francia perché fosse come una terra santa, una terra riservata a Dio. Non profanate la Francia con leggi barbare e disumane che promuovono la morte mentre Dio vuole la vita. Non profanate la Francia perché è una terra santa, una terra riservata a Dio. (…)
E la nostra prima attività è adorare, glorificare Dio. È l’espressione più alta della nostra gratitudine verso Dio e la più bella risposta della nostra vita all’eccezionale amore che ci porta. Per adorare Dio, bisogna mettersi da parte, nel silenzio. Venite qui nel silenzio del cuore per ascoltare Dio. Questo è ciò che chiamiamo entrare in un atteggiamento sacro. Ci sono luoghi sacri, luoghi riservati a Dio, scelti da Dio. Questi luoghi non possono essere profanati da altre attività se non dalla preghiera, dal silenzio e dalla liturgia.
Le nostre chiese non sono sale da spettacolo, né sale da concerto o spazi per attività culturali o ricreative. La chiesa è la casa di Dio. Gli è riservata esclusivamente. Vi entriamo con rispetto e venerazione, vestiti decorosamente perché tremiamo davanti alla grandezza di Dio. Non tremiamo per paura ma per rispetto, stupore e ammirazione. (…)
I luoghi sacri non ci appartengono, sono di Dio. La liturgia ha come fine la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli, e la musica sacra è uno strumento privilegiato per favorire una partecipazione attiva e consapevole dei fedeli alla celebrazione dei misteri cristiani.
Durante le apparizioni, sant’Anna chiede a Yvon Nicolazic che l’antica chiesa sia ricostruita e che se ne abbia cura. È difficile, è costoso, è esigente, eppure è l’immagine di ciò che Dio vuole oggi. Dio vuole ancora oggi che ricostruiamo la sua casa. Dio viene a dirci oggi, a ciascuno di noi: «ho scelto la tua anima, ho scelto il tuo cuore come una terra sacra perché io vi sia adorato».
La tua anima battezzata è un luogo sacro, non profanarla abbandonandola alle passioni disordinate e allo spirito del mondo, non profanarla togliendo a Dio il primo posto. Se la chiesa della tua anima è in rovina, ascolta la chiamata di Dio. È tempo di ricostruirla, di ricostruirla sulla roccia, la solida fondazione sulla quale dobbiamo edificare la nostra vita e la nostra speranza.
Sì, è tempo di ricostruire la chiesa della nostra anima, è tempo di confessarti, confessa i peccati che hai commesso in parole o in azioni, di notte o di giorno, confessati in questo tempo favorevole e nel giorno della salvezza ricevi il tesoro celeste. «Soprattutto custodisci la tua anima», ci dice san Cirillo di Gerusalemme. È tempo di prendersene cura, riservando ogni giorno un vero tempo di preghiera intensa e silenziosa, è tempo di scacciare gli idoli del denaro, degli schermi, della seduzione facile e volgare. Dio vuole il tuo cuore, Dio vuole la tua anima come ha voluto questa terra di Bretagna. La tua anima è un luogo sacro, prenditene cura. Solo in questo santuario sacro della tua anima Dio potrà parlarti, consolarti, riportarti a sé con una conversione radicale. Solo in questo santuario interiore potrai udire la sua chiamata alla santità, ad essere adoratore. «Siate santi perché io, il Signore vostro Dio, sono santo». (…)
Se profani questo luogo interiore della tua anima con una vita dominata dal peccato e dalle distrazioni mondane, rischi di passare accanto alla tua vita, rischi di non essere mai veramente te stesso.
Miei cari fratelli e sorelle, non rubiamo a Dio il santuario sacro della nostra anima. Dio l’ha creata, Dio l’ha redenta, non profaniamo il nostro corpo. Il nostro corpo è Tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in noi. Non distruggiamo questo Tempio, perché il Tempio di Dio è sacro, e questo Tempio siamo noi. Dio ce l’ha affidato affinché ce ne prendiamo cura e possiamo adorarlo nel silenzio. Dio lo vuole, Dio ti vuole. (…)
Sant’Anna porta in questo luogo un messaggio particolare, lei che, insieme a Gioacchino, non aveva figli a causa dell’età avanzata. Il suo cuore doveva essere colmo di dolore e inquietudine. Che sofferenza per il cuore di una donna che aspira a diventare madre e vede la sua attesa prolungarsi.
Quanto avrà dovuto interrogarsi sant’Anna: è colpa mia? Perché una tale prova? Sicuramente tra voi ci sono uomini e donne che soffrono per non avere figli. Sicuramente tra voi ci sono genitori il cui cuore, come quello di sant’Anna, è invaso dalla sofferenza, dall’angoscia e dall’inquietudine per figli malati, che hanno abbandonato la fede, che sembrano allontanarsi da Dio, o ancora per la famiglia, o per la patria che sembra in pericolo.
Le nostre prove e sofferenze ci pongono talvolta in uno stato di profonda incomprensione. Perché la morte di un figlio? Perché la sofferenza degli innocenti? Perché la guerra? Perché il tradimento? Perché, Signore? A volte ci sentiamo abbandonati da Lui. Apparentemente Dio non c’è più, e per l’Europa, Dio è morto. Dobbiamo ribellarci? Dobbiamo pensare che Dio sia diventato indifferente? Dobbiamo abbandonare la pratica religiosa perché non ascolta le nostre preghiere? Dobbiamo smettere di pregare e di andare a Messa la domenica?
Guardiamo sant’Anna e ascoltiamo la sua voce. Cosa fa? Si ribella contro Dio? Si allontana da Dio? No, rimane nell’adorazione. Dio è più grande delle nostre incomprensioni, dei nostri dubbi. Dio è più grande del nostro cuore. Di fronte al male, non abbiamo risposte preconfezionate, non abbiamo risposte umane. Di fronte al male, abbiamo una sola risposta: l’adorazione. La nostra unica risposta davanti al mistero del male è l’adorazione silenziosa. Sì, il male è incomprensibile, ma sappiamo per fede che la fiducia adorante in Dio è più forte dell’assurdità del male.
Sant’Anna è venuta a dire qui ai bretoni, a tutta la Francia, e attraverso loro agli uomini di tutti i Paesi e di tutti i luoghi, che l’adorazione è l’unico rimedio alla disperazione. La fede in Dio e l’adorazione sono gli unici rimedi che possono garantire agli uomini una pace solida e duratura.
Voi tutti che soffrite, mi rivolgo a voi: guardate sant’Anna. Voi tutti che siete nello sconforto per i vostri figli, i vostri genitori, la vostra patria: guardate sant’Anna. Come lei, perseveriamo nell’adorazione. L’adorazione di Dio non ci deluderà mai. L’adorazione paziente e silenziosa di sant’Anna ha permesso la nascita di Maria, la madre del Salvatore, la più bella, la più pura, la più santa di tutte le creature.
Voi tutti il cui cuore è colmo di dolore e pena: la vostra adorazione porterà frutto nella speranza. L’adorazione perseverante e ostinata squarcia le tenebre e porta la luce della speranza.
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(traduzione dal francese di Pierre Laurent Cabantous)
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Cinquant'anni dopo la denuncia dello scrittore russo riecheggia nelle parole del cardinale africano. Un monito contro la tentazione di assecondare l'ateismo "fluido", penetrato nella Chiesa, anche in vista del prossimo Sinodo.
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