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DOPPIOPESISMO

Ci sono assembramenti di serie A e di serie B

Come ci si poteva ampiamente attendere, la manifestazione dei partiti di centro-destra a Roma, in occasione della festa della Repubblica, ha suscitato una forte polemica, per non aver rispettato le regole contro l'assembramento. Ma, lo stesso giorno, l'assembramento per accogliere Mattarella andava bene? E' solo l'ultimo dei tanti esempi. 

Politica 04_06_2020
Il presidente Mattarella a Codogno

Come ci si poteva ampiamente attendere, la manifestazione dei partiti di centro-destra a Roma, in occasione della festa della Repubblica, ha suscitato una forte polemica. Leader, militanti e simpatizzanti delle opposizioni non hanno rispettato il distanziamento sociale, sono colpevoli di assembramento.

Così la giornalista Selvaggia Lucarelli sul suo profilo Facebook: “I politici, i loro sostenitori, i fessi in gilet e i nuovi complottisti che oggi se ne stavano lì, ammassati, sventolando slogan anti-governativi, schiumando rabbia, abbassandosi la mascherina con strafottenza e fregandosene delle norme sanitarie, per quel che mi riguarda oggi danzavano sulle tombe. E non sarà perdonato. Non sarà dimenticato. Buona festa della Repubblica”. Colto da sensi di colpa, dal suo esilio volontario in Francia, anche Silvio Berlusconi scriveva su Twitter: “È una manifestazione civile, composta, solo simbolica. Dovevamo limitare al massimo il numero dei partecipanti per evitare il rischio di assembramenti e non dare cattivi esempi. Non si può fare la predica e poi essere i primi a trasgredire”.

Tre giorni prima, il 30 maggio, la manifestazione anti-lockdown dei gilet arancioni, guidati dal generale Pappalardo, è stata accolta da una riprovazione ancora maggiore. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “Ho chiesto al Prefetto di denunciare gli organizzatori della manifestazione dei cosiddetti gilet arancioni. Un atto di irresponsabilità in una città come Milano che così faticosamente sta cercando di uscire dalla difficile situazione in cui si trova”. Nel nome della salute, il diritto di assemblea (fondamentale in ogni democrazia liberale) passa in sott’ordine. Lo avevano constatato sulla loro pelle, il 6 maggio scorso, anche i ristoratori e titolari di bar e pub milanesi. Si erano raccolti sotto l’arco della Pace, civilmente, con mascherina e rispettando le distanze, ma la polizia li ha multati ugualmente: 400 euro a testa. Primo commento dal Comune, quello di Pierfrancesco Maran (assessore all’Urbanistica): “Se uno decide di fare un assembramento ha fatto una scelta e ne paga le conseguenze”.

Ma ci sono assembramenti che non fanno notizia. Lo stesso giorno che il centrodestra occupava Piazza del Popolo a Roma, un’altra folla (altrettanto fitta) si assiepava in piazza a Codogno per accogliere il presidente Mattarella, in visita alla città che per prima è stata colpita dall’epidemia di Covid-19. Le foto parlano da sole. Anche se questo aspetto, stranamente, non fa notizia.

Lo stesso tipo di doppiopesismo si era notato in due inaugurazioni. Quella del nuovo ospedale di Milano aveva fatto scandalo, per una conferenza stampa ritenuta troppo affollata. Anche se chi era presente, fra i giornalisti, riferisce che le distanze e tutte le altre norme di sicurezza fossero rigorosamente rispettate. L’inaugurazione del nuovo ponte Morandi di Genova, al contrario, ha registrato un assembramento vero (da questo video si può constatare che le distanze non fossero affatto rispettate) di operai e giornalisti. Ma non ha suscitato altrettante polemiche.

Conte, in generale, è un catalizzatore di assembramenti di giornalisti, ovunque vada a parlare. Lo si può vedere nelle foto scattate dalla prospettiva opposta rispetto a quella dei fotografi  o in quelle scattate dall’alto. La siepe di giornalisti si è vista compattarsi anche in occasione del ritorno a casa di Silvia Romano. L’ex ostaggio di al Shabaab si è affacciata alla finestra di fronte a una folla di amici e reporter non proprio distanziati. In quella occasione il sindaco di Milano Giuseppe Sala, a domanda, rispondeva: “Non ci sono assembramenti di serie A e di serie B” e che gli “sarebbe piaciuto vedere sui quotidiani oggi, una stigmatizzazione del comportamento di giornalisti e foto operatori”. Ad oggi però, non sono volate minacce di denuncia e neppure multe.

Quindi ci sono eccome “assembramenti di serie A e di serie B”, la legge dell’indignazione istituzionale e popolare non vale per tutti. Neanche all’estero. Provate a confrontare un servizio tipico sulle manifestazioni anti-lockdown dei conservatori americani (per esempio questo di una rivista scientifica a senso unico) e uno qualsiasi sulle attuali proteste contro l’uccisione di George Floyd. Si trova poco o nulla sull’imprudenza dei manifestanti di queste ultime, anche se (esattamente come i conservatori anti-lockdown) non rispettano le distanze e raramente li si vede con la mascherina indosso. E’ quantomeno singolare che nessun ricercatore spenda un po’ del suo tempo a calcolare quanto si sia diffuso il contagio, dopo le marce di questa settimana, come aveva fatto con le marce precedenti. A quanto ci risulta, anche i media americani hanno già dimenticato l'emergenza Covid-19 per difendere il diritto costituzionale di manifestare (anche di saccheggiare?). 

Delle due l’una: o il rischio di contagio all’aperto non è così grave come ci è stato detto in questi tre mesi (perché è per il rischio di contagio all’aperto e nei luoghi pubblici che ci è stato ordinato di stare a casa, non per altro), oppure è molto grave sia per i manifestanti di destra che per quelli di sinistra, per i giornalisti di destra e per quelli di sinistra. Il virus, infatti, non vota.