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GOLDEN GLOBE

Christian Bale ringrazia Satana e tutti ridono

Christian Bale ritira il Golden Globe per l'interpretazione dell'ex vicepresidente repubblicano Dick Cheney e ringrazia Satana: "per avermi dato l’ispirazione necessaria a interpretare questo ruolo". La Chiesa di Satana lo elogia pubblicamente e nessuno prende le distanze. Demonizzazione dell'avversario e sottovalutazione del male. 

Cultura 08_01_2019
Christian Bale

La notte dei Golden Globe è un evento sempre più politico, specie quando a vincere premi è un film politicizzato, come Vice (in italiano: L’uomo nell’ombra, che fa perdere il doppio senso dell’inglese Vice, che vuol dire sia vicepresidente che vizio). Vice è la biografia non autorizzata dell’ex vicepresidente Dick Cheney, che accompagnò il presidente George W. Bush nelle sue due amministrazioni, dal 2001 al 2008. Era il bersaglio preferito della retorica liberal, allora come adesso, perché aveva il profilo tipico e le idee caratteristiche del movimento conservatore, più ancora del presidente. Dopo aver vinto il Golden Globe come miglior attore, per averlo interpretato, l’attore Christian Bale ha pensato bene di ringraziare sua moglie, il regista Adam McKay e… Satana. Non è una fake news: ha realmente ringraziato il principe delle tenebre, per avergli dato l’ispirazione giusta per interpretare quel ruolo. Si tratta di una dichiarazione umoristica che però ha un significato politico grave ed uno religioso ancora più grave.

Prima di tutto è una dichiarazione politica grave, perché è un’esplicita demonizzazione dell’avversario. Nonostante la forte rivalità fra Democratici e Repubblicani, almeno il rispetto dell’avversario, della sua dignità umana e dell’appartenenza alla stessa nazione erano sempre state delle fondamenta solide, capaci di preservare la democrazia americana anche in tempo di guerra e di crisi economica. Dagli anni ’90 si nota una polarizzazione sempre maggiore nel sistema americano e una progressiva ideologizzazione dei partiti. Ma è soprattutto nella guerra dei progressisti contro Bush, dal 2001 al 2008, che i toni sono degenerati. Bush è stato il primo presidente ad essere apertamente fischiato nella cerimonia di insediamento del suo successore Barack Obama. Il cinema americano lo ha condannato in Farenheit 9/11, ne ha dipinto la caricatura in W e anche la morte immaginaria in Morte di un presidente. Si è trattato di una dannazione della memoria in tempo reale, a presidente ancora vivo e in carica. Quel che mancava era una biografia di Dick Cheney, vicepresidente, considerato sua “eminenza grigia” soprattutto nella decisione di intervenire militarmente contro l’Iraq di Saddam Hussein nel 2003. Da sempre odiato dai Democratici, ora questa lacuna è stata colmata dal film Vice. E’ un film tinteggiato in bianco e nero (nel senso manicheo dei termini), in cui il nero è quello dei Repubblicani dell’amministrazione Bush: chi rappresentato come folle guerrafondaio (Cheney e Rumsfeld), chi come opportunista (la moglie di Cheney), chi come ingenuo e manipolabile (lo stesso Bush). Una demonizzazione in puro stile staliniano, in cui le dichiarazioni di Christian Bale sono solo la ciliegina sulla torta: “Grazie a te, Satana, per avermi dato l’ispirazione necessaria a interpretare questo ruolo”, ha dichiarato l’attore ad pubblico esilarato nella cerimonia dei Golden Globe.

Un’affermazione a cui ha immediatamente reagito la figlia di Dick Cheney, Liz, che non ha apprezzato per nulla l’umorismo nero dell’attore britannico. “Satana, probabilmente, lo ha ispirato anche per questo…” ha twittato, allegando al suo messaggio una notizia di dieci anni fa in cui si riportava l’aggressione di Christian Bale a madre e sorella in una stanza d’albergo. Bale aveva negato le accuse, al momento, descrivendo l’incidente come “una questione profondamente personale” e chiedendo ai media in una conferenza stampa di rispettare la sua privacy. I pubblici ministeri britannici hanno poi affermato che non vi erano prove sufficienti per accusare l’attore di un’aggressione. I media ne hanno dunque approfittato per saltare addosso a Liz Cheney, dandole, di fatto, della diffamatrice. Per Cheney e i suoi parenti, nessuna pietà.

Come se non bastasse, si è realizzato letteralmente l’antico motto “quando parli del diavolo, spuntano le corna”. Poco dopo il discorso di ringraziamento di Christian Bale, è infatti spuntata la Chiesa di Satana, che negli Usa è legale, operativa e molto attiva, con un tweet in cui esprime gratitudine e soddisfazione per la citazione insperata: “Per noi, Satana è un simbolo di orgoglio, libertà e individualismo, e serve come un'esterna proiezione metaforica del nostro più elevato potenziale personale. Dal momento che il talento e le capacità di Christian Bale gli hanno fatto vincere il premio, questo è appropriato. Ave Christian! Ave Satana!”. Come di consueto i satanisti non lasciano mai capire dove finisca l’ironia e dove inizi il discorso serio. Certamente ridono sul nome dell'attore lodato dai satanisti: Christian. E perché hanno trovato un testimonial celebre in tutto il mondo, almeno per un giorno.

La vera notizia è la non-notizia: nessuno, tantomeno Bale, per almeno ventiquattro ore (da quando ha pronunciato le sue parole a quando questo articolo va online) ha pensato di prendere le distanze dalla Chiesa di Satana. Perché la ignora? Perché ci ride sopra? Perché tutto sommato gli fa piacere avere quel tipo di pubblicità? Immaginiamo cosa sarebbe successo se Christian Bale avesse incassato i complimenti di associazioni come il Ku Klux Klan: sarebbe scoppiato il finimondo, a quest’ora Google sarebbe piena di prese di distanza ufficiali, scuse sue e dei suoi rappresentanti legali. La Chiesa di Satana è invece considerata con sufficienza, come fosse una grande goliardata. E d’altra parte se neppure molti vescovi e preti credono più nella persona del diavolo, perché mai dovrebbe preoccuparsene un attore con spiccate idee progressiste? È questo, oltre alla demonizzazione esplicita dell’avversario, l’aspetto più triste di tutta la vicenda. E a ben vedere, nel lungo periodo, anche il più pericoloso.