Chiese soppresse, croci rimosse. Continua la persecuzione dei cristiani cinesi
Nelle provincie cinesi di Henan e Zhejiang si moltiplicano le conversioni al cristianesimo. Le autorità reagiscono chiudendo le chiese non ufficiali e rimuovendo le croci dagli edifici religiosi
Il 6 marzo a Zhengzhou, nella provincia di Henan, Cina, è stata definitivamente chiusa la Chiesa della Roccia. Quel giorno su ordine delle autorità sono stati tagliati i fili della luce, i segni religiosi sono stati rimossi e l’ingresso è stato sigillato. La Chiesa, protestante, non ufficiale, è stata soppressa con l’accusa di aver violato i nuovi regolamenti sulle attività religiose entrati in vigore nel febbraio del 2018. La comunità era stata già chiusa una prima volta nel luglio del 2009 quando il suo pastore, Dou Shaowen, era stato arrestato insieme alla moglie e condannato a un anno di carcere per “attività illegali”. Dal varo dei regolamenti sono state soppresse o vandalizzate almeno 4.000 comunità protestanti, riferisce l’agenzia AsiaNews. Succede soprattutto nelle province di Zhejiang e Henan dove le conversioni al cristianesimo sono in sensibile aumento. Il 9 marzo, nel villaggio di Luji, sempre nell’Henan, per ordine dell’amministrazione della contea di Fan, è stata rimossa la croce del campanile della chiesa delle Tre Autonomie come già avvenuto in numerose altre chiese della provincia. In quel caso il pretesto è stato che la chiesa non dispone di un atto di proprietà e di un certificato di valutazione come richiesto. Alla notizia che il giorno successivo sarebbero arrivati gli operai incaricati di togliere la croce, i fedeli hanno tentato di convincere le autorità a desistere e poi, al loro rifiuto, si sono raccolti davanti alla chiesa e vi hanno trascorso la notte con l’intenzione di impedire la demolizione. Solo alla minaccia di confiscare l’edificio, i fedeli si sono arresi e alle 16.25 ora locale la croce è stata abbattuta mentre i presenti intonavano canti sacri.