"Chiesa dei Cappuccini" e gay contro le Sentinelle
Domani le Sentinelle in Piedi vanno in piazza a Bisceglie (Bari) a manifestare, in modo pacifico e silenzioso, contro la legge sull'omofobia in discussione al Senato. La comunità gay ha indetto una contro-manifestazione, con l'appoggio della "Chiesa dei Cappuccini" di don Salvino Porcelli. Bisceglie come Boston?
Boston, Stato del Massachusetts (United States of America) e Bisceglie, provincia di Bari (Puglia country, Italy), gemellati e francescanamente uniti a nozze (di fatto) sull’onda del falso papale: “Chi sono io per giudicare?”. I cappuccini bostoniani con un debole per i gay, ve li abbiamo già fatti conoscere; oggi tocca alla sorella “Chiesa Cappuccini” di Bisceglie. Più che una chiesa, un’associazione no profit con sede in un ex convento, che però mantiene nel nome e nel logo il celebre brand di Assisi. E che divide con i frati di Boston la stessa tendenza a fraternizzare con il popolo gay.
A svelare, loro malgrado, la trama della pericolosa liaison pugliese franco-gay, le Sentinelle in Piedi che domani saranno a Bisceglie per la loro seconda manifestazione pubblica in Puglia. Come nelle altre città, le “Sentinelle” veglieranno per la libertà d’espressione minacciata dal disegno di legge Scalfarotto contro l’omofobia e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna. Questo l’antefatto, ora vediamo il seguito. Subito dopo l’annuncio delle Sentinelle, la comunity Lgbt pugliese si è mobilitata, lanciando una contro-manifestazione, nello stesso giorno, alla stessa ora e nella stessa piazza. Non certo per zittirle (loro non fiatano), più probabile per minacciarle e intimidirle. Secondo un copione che purtroppo si va ripetendo nelle ultime settimane: le Sentinelle prendono posizione e subito partono le sguaiate e volgari proteste dei gruppi omosex, al cui confronto le Femen ucraine paiono educande in gita.
A Bisceglie è l’associazione Libera, L’Amour pour Tous, a guidare il fronte anti-Sentinelle e in difesa della legge sull’omofobia, a occupare la piazza per difendere il diritto alla famiglia “omogenitoriale” (anche questa è un’invenzione della neolingua gender) e il diritto di tutte le coppie all’adozione. Del resto, Bisceglie da tempo si è conquistata il primato di città più “gay-friendly” della Puglia (regione che ha nel logo il celebre orecchino del suo governatore Vendola) qui lo scorso anno si è svolta la finale pugliese del concorso di bellezza Mister Gay Italia, “riservato ai soli “machi” e finalizzato a dare visibilità ai gay italiani e a contribuire al raggiungimento dei loro diritti”. Con queste credenziali, chiaro che Bisceglie non può mollare neppure un centimetro del suo territorio alle Sentinelle: è questione di Pride.
Ok, ma la “Chiesa Cappuccini” che c’entra in tutto questo? La “Chiesa” fondata da un sacerdote, don Salvino Porcelli, non figura tra i promoter, ma l’organizzazione della protesta anti Sentinelle è stata messa a punto proprio nei locali dell’ex convento francescano. Lì, infatti, si sono dati appuntamento i militanti di Libera e Arcigay per decidere il da farsi, preparare i cartelli e provare gli slogan. Nello scorso aprile, poi, si torna sulla stesso tema con il convegno: “Mamma, devo dirti una cosa… Incontro su famiglie e omoaffettività”. L’iniziativa si colloca nel programma di sensibilizzazione, testimonianza e supporto sui temi dell’affettività lesbica, gay, bisessuale, transessuale, intersessuale. Insomma, la “Chiesa Cappuccini” di don Salvino si mette ancora nei panni del docile sherpa a servizio del movimento gay. Di più il don non può, dato i suoi precedenti e i rapporti già tesi con il vescovo della diocesi.
Non è infatti la prima volta che la “Chiesa” fa da sponda agli arcobaleni raduni: lo scorso aprile ospitò l’organizzazione del Puglia Pride 2014. In quell’occasione venne pure redatto il documento politico poi firmato dalle associazioni aderenti al Pride. Insomma, nel convento di padre Salvino i gay sono di casa, in comodato d’uso e senza pagare neppure l’affitto. Del resto, la pastorale di don Porcelli non è certo di quelle che si possono definire ultraortodosse, anzi. Sul sito della “Chiesa Capuccini” si fa sapere che l’associazione Onlus nasce nel luglio 1998, si occupa di assistenza ai minori, disoccupati, alcolisti e agli immigrati. Non solo, l’associazione organizza periodicamente corsi di preparazione al parto naturale con la collaborazione di medici ed esperti di medicina alternativa (omeopatia, feldenkrais, musicoterapia), corsi di psicanalisi bioenergetica, seminari sull’utilizzo della medicina olistica come soluzione al disagio giovanile e, in collaborazione con la scuola belga di naturopatia, Jean Monnet, corsi quadriennali di naturopatia che includono lo studio della fitogemmoterapia, aromaterapia, botanica farmaceutica, oltre che di terapie corporee come bioenergetica, riflessologia plantare, massaggio shiatsu, educazione al movimento e alla respirazione.
A questo punto, qualcuno potrebbe anche sospettare che la “Chiesa Cappuccini” assomigli più alla setta Scientology che non a un’associazione ecclesiale e don Salvino solo un guru del pensiero olistico. Beh, forse è troppo, ma, come al solito, tutto dipende dai punti di vista. Quelli di padre Porcelli sono davvero, diciamo così, originali. In una recente intervista, al giornalista che gli chiedeva come esplicava la sua attività religiosa e medico-terapeutica, lui rispondeva sicuro: “Non vedo molta differenza tra le due attività. Celebro la messa ogni giorno, poi mi occupo da mattina a sera di terapia individuale nei confronti di molti disordini e presunte patologie. Incontro ogni paziente per due ore a seduta, gratuitamente, ed ho una lunga lista di attesa. Ogni malattia ha cause precise e soluzioni immense. La soluzione precede il problema”.
Affermazione senza dubbio suggestiva e densa di sottesi significati. Quel che è evidente, tuttavia, è che a don Salvino più che il confessionale piace il lettino dello psicanalista. Lui non vede la differenza, e sarà forse questa la causa di certo suoi guai con la Chiesa locale e la città. Lo confessa lui stesso nell’intervista: “A Bisceglie, ho affiancato i parroci in varie parrocchie, ma, per colpa mia, ho vissuto poca sintonia con molti sacerdoti e gran parte della cittadinanza biscegliese”. Già, la soluzione precede il problema: chissà se il don lo capirà mai.
Luigi Santambrogio
Da Aosta a Cagliari, da Matera a Bergamo, la mobilitazione delle “Sentinelle in Piedi non conosce sosta poiché cresce ogni giorno il numero di cittadini che chiedono la tutela della libertà di espressione messa in discussione dal Ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora al vaglio del Senato.
Ecco il calendario dei prossimi appuntamenti.
Mercoledì 9 luglio a Cagliari alle 20.00 al Bastione Saint Remy.
Giovedì 10 luglio ad Aosta alle 17.30 in Piazza E. Chanoux.
Venerdì 11 luglio a Bisceglie (BT) alle 20.30 in Piazza V. Emanuele.
Sabato 12 luglio a Montalbano Jonico (MT) alle 20.30 in Piazza Vittoria.
Sabato 12 luglio a Sanremo alle 18,45 in vi Escoffier.
Venerdì 18 luglio a Matera alle 20.30 in Piazza V. Veneto
Sabato 19 luglio a Reggio Emilia alle 18.30 in Piazza Martiri del 7 luglio.
Sabato 19 luglio a Saluzzo (CN) alle 18.00 in Piazza Vineis/Corso Italia.
Domenica 20 luglio a Bari alle 20.00 in Piazza Del Ferrarese.
Venerdì 25 luglio a Bergamo alle 20.45 sul Sentierone.
info@sentinelleinpiedi.it