Che liti e botte tra gli anglicani. Sembrano cattolici…
Convocati dall'Arcivescovo di Canterbury, i Primati nazionali della comunione Anglicana si sono riuniti per verificare loro azione pastorale. E subito le cose sono presto virate su questioni di morale sessuale e dell'omosessualità dei sacerdoti. Con divisioni e polemiche, fino alla minaccia di una scisma.
Da qualche giorno 38 Primati nazionali della comunione Anglicana sono convocati dall'Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, per discutere e mettere al centro della loro azione pastorale alcuni temi come la violenza a sfondo religioso e il cambiamento climatico. Ma le cose sono presto virate (e arenate) su questioni di morale sessuale e dell'omosessualità in particolare. Per chi ha seguito il recente dibattito sinodale della Chiesa cattolica non sfuggono alcune interessanti analogie.
Già alla seconda giornata di lavori Peter Jensen, a capo di un'alleanza di Chiese anglicane conservatrici (Gafcon), ha pubblicato un video messaggio dove diceva di aver ricevuto un mandato per «stare nella verità», con riferimento neanche troppo indiretto alle questioni dell'omosessualità e del same-sex marriage. I leader di sei Chiese africane si sono dichiarati pronti a lasciare i lavori se, come ha detto il monsignore ugandese Stanley Ntagali, «la disciplina e l'ordine divino non vengono ripristinati», In particolare, queste Chiese africane chiedono a Welby di sanzionare la Chiesa episcopale d'America per aver consacrato un prete gay, Gene Robinson, a vescovo del New Hampshire nel 2003. Ma, più in generale, la questione omosessuale è ormai più di 20 anni che travaglia l'anglicanesimo.
Alcune fonti, come riportato da The Week, dicono che c'è il 90% di possibilità che queste Chiese rompano con la comunione anglicana. Questa protesta potrebbe portare a uno scisma di fatto, con le Chiese anglicane conservatrici di tutto il mondo che si riallineano a quelle conservatrici del Gafcon (Global Anglican Future Conference). L'Arcivescovo Welby, di fronte ad un conflitto non facilmente risolvibile, ha proposto di rimodellare la comunione anglicana verso una confederazione di Chiese, piuttosto che essere aderenti ad una dottrina comune. Così si delinea una certa somiglianza con il recente andamento del Sinodo cattolico sulla famiglia, dove proprio i padri africani hanno fatto resistenza di fronte alle istanze innovatrici di alcune Chiese europee. Inoltre, così come Welby ha proposto di passare a un modello confederativo della comunione anglicana, una delle vie d'uscita sorte durante il doppio Sinodo cattolico è stata proprio quella di aumentare la responsabilità delle Chiese locali abbandonando un modello ritenuto eccessivamente romano-centrico.
La battaglia di coloro che si oppongono alla omosessualità per motivi biblici è molto forte e chiedono apertamente all'ala liberal di pentirsi per aver ripetutamente consacrato preti e vescovi gay. La contrapposizione della parte conservatrice, secondo la corrispondente della Bbc, è anche più dura di quella che si verifica contro le consacrazioni episcopali femminili. I membri liberal da parte loro si dichiarano «sconvolti» da queste posizioni «omofobiche e retrograde» e credono che la divisione sia inevitabile e «preferibile alle continue lotte intestine», come riporta The Guardian. Per questo anche i liberal hanno minacciato di lasciare i lavori quanto Welby ha inviato una lettera per partecipare al meeting a Foley Beach, arcivescovo dell’Anglican Church of North America che è parte del Gafcon. La situazione è incandescente.
Poco prima dell'incontro una lettera di circa 100 anglicani inglesi, rivolta agli arcivescovi di Canterbury e York, sollecitava la Chiesa d'Inghilterra a «pentirsi» per aver discriminato le persona Lgbt, indicando che la Chiesa deve abbracciare «i valori del XXI secolo». Per stare al passo con i tempi e rivolgersi all'uomo d'oggi. Nonostante l'arcivescovo Welby provi in tutti i modi di salvare l'unità, il compito si presenta arduo. Si è tentato anche di adottare un metodo di lavoro innovativo costituendo piccoli gruppi per discutere le singole questioni, ma alcuni primati hanno classificato questo approccio come divide et impera, mentre avrebbero voluto discutere in sessioni plenarie. É difficile dire come finirà, certamente la proposta di Welby per una confederazione di Chiese permetterebbe di salvare il salvabile, vale a dire una apparenza di unità che nei fatti non c'è.