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CONVERSIONI

Che cos'è la Chiesa Cattolica Anglo-Luterana

Discepoli di Lutero, ma solo se filocattolico. Il Papa sì, l'infallibilità pure, il suo primato anche. Lontano da Roma non potevano durare.

Cultura 23_02_2011
Catholci Anglican-Lutheran Church logo

 

Ma chi sono i cattolici anglo-luterani? Il loro nome non può infatti non stupire.

La Chiesa Cattolica Anglo-Luterana [nella foto il logo ufficiale], già nota come Evangelical Community Church-Lutheran (ECCL), è davvero un unicum nel panorama delle confessioni cristiane, addirittura un ossimoro: rivendica infatti tanto la tradizione luterana quanto quella anglo-cattolica, ossia quel retaggio che nel contesto della Comunione Anglicana è, sul piano dottrinale, il meno filoprotestante di tutti e da cui quindi, per forza di cose, giunge a Roma il maggior numero di convertiti da quel mondo.

Fondata nel 1997 negli Stati Uniti e nata da una frattura in seno al Sinodo del Missouri della Chiesa Luterana Americana, l’ACCL afferma sostanzialmente che Martin Lutero s’impegnò a suo tempo in un tentativo di riforma del cattolicesimo che gli sfuggì di mano costandogli un involontario scisma temporaneo… Al che l’ACCL fonda la propria dottrina su una ridda di materiali eterogenei: la protestante Confessione di Augusta e il Piccolo Catechismo di Lutero ma solo nella parti che concordano con la fede cattolica; i Trentanove articoli di religione della Chiesa d’Inghilterra epperò interpretati alla luce nell’ultimo (prima della conversione al cattolicesimo) testo anglicano scritto dal beato John Henry Newman, cioè il 90esimo dei Tracts for the Time del “Movimento di Oxford” con cui l’autore cercava di accordare il credo anglicano con la dottrina tridentina venendo scomunicato da una quarantina di vescovi e teologi obbedienti a Canterbury; e pure il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992, tutto quanto sancito dai suoi 21 concili ecumenici nonché l’intero magistero pontificio. Pure sull’interpretazione delle Scritture l’ACCL segue Roma, quini crede nell’infallibilità del Papa, ne riconosce il primato, teologicamente e socialmente è conservatrice, ecclesiologicamente imita il modello cattolico e vieta ai suoi celebranti ogni liturgia diversa da quella cattolica.

Quando un mucchio di gente chiede perché i cattolici anglo-luterani siano restati fino a oggi fuori dalla Chiesa universale, l’ACCL risponde così: «Duemila anni fa, quando Cristo addestrò dodici apostoli e alitò il proprio Spirito Santo sopra la congregazione di Antiochia diede vita a un’unica Chiesa, a un unico modo di vivere. Perché allora vi sono oggi 22mila denominazioni cristiane? Perché vi sono 22mila reintepretazione del medesimo insegnamento. Noi, i membri della Chiesa Cattolica Anglo-Luterana, crediamo che non fosse questa l’intenzione del Signore Gesù Cristo. Come i cristiani sono una cosa sola nello spirito, così noi dell’ALCC crediamo si debba essere tutti un corpo solo. L’ALCC è una denominazione ecumenica, tradizionale, liturgica ed episcopale che si fonda sulla fede nelle sacre Scritture e sugli insegnamenti di Cristo e degli apostoli». Per amore di chiarezza, menomale che si sono convertiti.

Tutto sommato sembra però che ambienti come i cattolici anglo-luterani statunitensi non aspettassero altro che lo strumento pratico dell’Ordinariato, quello che tra l’altro non trascura un punto a cui anglicani ed espiscopaliani da tempo sull’orlo della conversione tengono come poche cose: la loro liturgia. L’Ordinariato garantisce proprio la conservazione della sua ricca bellezza, messa al servizio della verità universale del cattolicesimo, e a molti nella Comunione Anglicana questo basta. Così guadano volentieri il Tevere. Del resto, già prima dell’Anglicanorum Coetibus esisteva l’“Anglican Use”, la celebrazione secondo un rito che non scorda quelli già anglicani, concessa a molti convertiti quali i citati don Christopher G. Phillips e Christian Clay Columba Cambell. I quali evidentemente hanno sparso la voce in giro.