CGIL e carriera alias
La CGIL adotta la carriera alias per i propri tesserati. Così si accredita come realtà liberale, democratica e al passo con i tempi...
Leggiamo sulla pagina FB della CGIL a firma del responsabile dell’Ufficio Nuovi diritti della CGIL Nazionale Sandro Gallittu: «Le persone che non si riconoscono nel sesso assegnato alla nascita ma che non hanno ancora ottenuto l’adeguamento anagrafico, da oggi potranno iscriversi alla CGIL con l’identità Alias, ossia con il nome di elezione scelto nell’esercizio concreto della propria autodeterminazione di genere.
Siamo il primo sindacato a percorrere questa via e siamo in questo conseguenti, rispetto a una riflessione che da sempre ci vede in prima linea sia nella richiesta di superamento della legge del 1982 che nella pratica quotidiana di contrattazione attraverso la quale chiediamo, spesso ottenendolo, la possibilità di utilizzare l’identità Alias sul posto di lavoro».
Vista la diffusione che sta avendo la carriera alias in ogni ambito sociale, pare che questa soluzione più che un diritto stia diventando una sorta di certificazione di buona condotta a favore di quelle realtà che la adottano. In buona sostanza la carriera alias dovrebbe accreditare agli occhi di tutti che quella scuola, quel sindacato, quell’azienda, etc. è liberale, democratica, attenta ai bisogni degli altri. Ma così non è.