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Iraq

Centinaia di case sottratte ai cristiani nella Piana di Ninive

Sono almeno 350 gli immobili appartenenti a cristiani che sono stati venduti illegalmente durante la loro assenza o di cui capi e personalità locali si sono appropriati fraudolentemente

 

Almeno 350 immobili appartenenti a cristiani sono stati oggetto di espropri forzati o di occupazioni abusive in Iraq, nella piana di Ninive da cui nel 2014 migliaia di famiglie sono dovute fuggire a causa dell’avanzata dell’Isis, lo Stato Islamico. Approfittando dell’assenza dei proprietari, centinaia di immbili sono stati sottratti da personalità influenti e capi locali, con documenti falsificati, o sono stati trasferiti a persone con nomi falsi. La Chiesa sta cercando di impedire la sottrazione illegale delle proprietà e di ottenerne la restituzione: “in alcuni casi il nostro intervento ha portato alla restituzione degli immobili, in altri non vi è stato nulla da fare – ha spiegato ad AsiaNews Shlemon Audish Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad e braccio destro del patriarca caldeo Louis Raphael Sako – ci siamo scontrati con il malaffare di ‘signorotti e potenti locali’ di questo tempo”. Il rafforzamento dei controlli ordinato dal governo e una stretta sulle procedure hanno consentito la cancellazione solo di una cinquantina di atti di vendita illegali.  “Questo fenomeno di abusi, di violazioni, di ruberie – spiega l’ausiliare di Baghdad – deve finire ed è compito del governo, delle amministrazioni centrali e locali, delle autorità intervenire per risolvere l’emergenza. Basta con corruzioni e ruberie, una rinascita dell’Iraq passa anche attraverso il corretto funzionamento delle sue istituzioni, dell’amministrazione pubblica e dei funzionari”.