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REAZIONI

Cei: si faccia subito chiarezza

Agenzia Sir e Avvenire d'accordo sul modo di procedere, ma emergono sensibilità diverse.

Attualità 18_01_2011

Chiarezza sembra essere la parola d’ordine della Chiesa italiana rispetto all’indagine in corso della Procura di Milano sulle feste nella villa di Arcore del presidente del Consiglio Berlusconi. Una parola d’ordine affidata a una nota dell’agenzia Sir e all’editoriale del direttore di Avvenire Marco Tarquinio.

«Al di là del gossip – dice l’agenzia – c’è un’unica certezza. Bisogna che si faccia chiarezza in termini stringenti, che la questione sollevata dalla procura di Milano abbia delle celeri risposte, così da non tenere sul filo la politica, le istituzioni, più ampiamente la governabilità». Anche Avvenire cerca di andare oltre il gossip, anche se «solo l’idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge». Il direttore del quotidiano dei vescovi va anche oltre le perplessità sul «motore di questo ennesimo e increscioso affondo giudiziario contro Berlusconi» e «sulle straordinarie energie investigative investite in questa vicenda da strutture centrali di polizia e dalla procura milanese», per porre quella che considera la questione centrale: ovvero il contegno di chi ricopre incarichi di visibilità, che «è indivisibile dal ruolo», citando le parole pronunciate lo scorso 27 settembre dal presidente della Cei, Angelo Bagnasco.

Tarquinio ricorda «che per servire degnamente nella sfera pubblica bisogna sapersi dare, e tener cara, una misura di sobrietà e di rispetto per se stessi, per ogni altro e per il ruolo che si ricopre». Pur nell’incertezza di come potrà evolvere la situazione, il giornale dei vescovi chiede comunque che la vicenda si concluda presto: «A noi italiani, a tutti noi, comunque la pensiamo e comunque votiamo, è dovuto almeno questo: un’uscita rapida da questo irrespirabile polverone». «E ognuno – conclude l’editoriale – deve fare per intero la propria parte perché questo avvenga con tutta l’indispensabile pulizia agli occhi dell’Italia e del mondo».

Se sulla chiarezza e la necessità di fare presto il Sir concorda, la nota diffusa oggi si sofferma però sulle conseguenze per la vita del paese di questo ventennale conflitto tra giudici e Berlusconi che trasmette «un senso di conflittualità permanente e dunque di precarietà». L’agenzia dei vescovi italiani mette infatti in risalto «le politiche già positivamente messe in atto» che chiedono di essere continuate e innovate, per cui non ci si può permettere un sistema paese inefficiente. Il Sir cita esplicitamente il «processo di ristrutturazione importante di fronte alla crisi economica» testimoniato dall’«esito del referendum di Mirafiori»; i temi della «coesione sociale, a partire dal ruolo della famiglia, non a caso al centro del recente discorso del Papa agli amministratori locali»; e anche il federalismo, «che in realtà è un appello a tutti i centri di spesa perché operino con senso di responsabilità e legalità». «L’agenda degli impegni comuni – dice il Sir – è ancora lunga», c’è un grande lavoro che ci attende ed è per questo che «le risposte urgono».