C'è chi è trans e chi detrans
Un'attivista transessuale decide di "diventare uomo", ma poi si pente e fa il percorso opposto: "Ho ritenuto che sarebbe stato meglio lavorare per cambiare le mie sensazioni su me stessa, piuttosto che cambiare il mio corpo”.
L’attivista Charlie Evans (nella foto) ha raccontato a Sky News che aveva intrapreso la strada per il cambiamento di sesso, ma poi ci ha ripensato ed ha fondato l’associazione “The Detransition Advocacy Network“ per aiutare le persone che versano nelle sue stesse condizioni e che pare che non siano poche.
Sky News ha intervistato Ruby, anche lei transessuale pentita. Ruby racconta che poco prima di farsi amputare il seno le vennero così tanti dubbi da determinarla a fare marcia indietro: “Ho pensato che in fondo nessun cambiamento sarebbe stato sufficiente e ho ritenuto che sarebbe stato meglio lavorare per cambiare le mie sensazioni su me stessa, piuttosto che cambiare il mio corpo”. Allora ha intrapreso la strada della detransizione.
Ruby ha aggiunto che i medici avevano sottovalutato i suoi disturbi alimentari e questi disturbi molto probabilmente avevano ingenerato in lei il desiderio di “cambiare sesso”.
Racconta l’ex transgender e attivista Walt Heyer: “La scienza degli interventi chirurgici non ha ancora risultati definitivi per quanto riguarda le conseguenze a lungo termine della terapia transgender”, ha osservato Heyer in un simposio del 2017 presso l’Università di Hong Kong. “Ad oggi, non abbiamo alcuna ricerca obiettiva e conclusiva.” Ed ha aggiunto: “Come ex ‘donna’ transgender, noto che una tendenza sociale esplosiva è diventata un vero e proprio ‘contagio transgender’ – addirittura una vera epidemia, ormai – che ha stregato sia bambini che giovani adulti che arrivano a credere di essere del sesso opposto solo per effetto dei social media e dei sentimenti … in alcuni casi adottando misure drastiche per cambiare il loro corpo”.
