Caso RS, entrano in campo anche i vescovi
Corsa contro il tempo per salvare la vita a RS, il cittadino polacco a cui da 7 giorni i sanitari inglesi hanno tolto l’alimentazione. Su richiesta del presidente dei vescovi polacchi, Gadecki, i vescovi inglesi chiedono l’intervento del ministro della Sanità. Intanto il governo polacco offre a RS lo status diplomatico per poterlo riportare in patria.
Farà in tempo il governo polacco a fare uscire RS dal Regno Unito per salvargli la vita? La tempesta diplomatica tra i governi polacco e britannico ha avuto una brusca svolta ieri, 21 gennaio, con un tweet del ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau: «In merito alla questione del cittadino polacco ricoverato in un ospedale di Plymouth, in Gran Bretagna, - ha twittato - vi informo che sto prendendo tutte le misure possibili per ottenergli il riconoscimento dello status diplomatico».
Vale a dire che il cittadino polacco, identificato solo come RS, a cui da sette giorni è stata tolta l’alimentazione e ridotta l’idratazione, per il governo del suo paese potrebbe essere libero di lasciare il Regno Unito già nelle prossime ore, ma la palla ora è tornata nel campo del governo britannico. In realtà Londra non era stata per nulla collaborativa lo scorso 24 dicembre, quando il governo polacco aveva chiesto aiuto per rimpatriare il paziente disabile per cure mediche nel suo paese d'origine. Ora bisognerà vedere quale sarà la mossa del governo britannico, visto che il caso di RS sta guadagnando l’attenzione internazionale e in tutto il mondo tanti sono i suoi simpatizzanti.
Due giorni fa, l'arcivescovo Stanislaw Gadecki, presidente della Conferenza episcopale polacca, ha scritto una lettera dai toni forti al suo omologo britannico, il cardinale Vincent Nichols, chiedendo il suo sostegno e il suo intervento per salvare la vita di RS. La lettera ripercorre i passaggi significativi della vicenda, gli appelli rifiutati dalla Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) e cita il magistero della Chiesa sulla santità della vita, sottolineando che l'opinione pubblica in Polonia è rimasta scioccata dal trattamento ricevuto dal cittadino polacco nel Regno Unito.
E ieri due vescovi cattolici inglesi, monsignor John Sherrington, vescovo ausiliare di Westminster (incaricato per i temi della vita) e monsignor Mark O'Toole, vescovo di Plymouth, hanno risposto alla richiesta di aiuto dell'arcivescovo polacco inviando una lettera al ministro della Salute del Regno Unito Matt Hancock a nome del cardinale Nichols, presidente della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles. I vescovi hanno informato il ministro della Salute che, «la Chiesa cattolica continua a opporsi alla definizione di nutrizione assistita e idratazione come cura medica» e che «fornire cibo e acqua a pazienti molto malati, anche con mezzi assistiti, è un livello di assistenza di base». La lettera mette anche in discussione l'interpretazione della Corte riguardo «il migliore interesse» di RS. «Notiamo che il signor RS non aveva rifiutato cibo e liquidi né aveva espresso alcuna opinione sul non volere cibo e liquidi in queste circostanze e che non c'erano prove che considerasse la nutrizione assistita e l'idratazione come un trattamento medico».
La lettera si conclude con un messaggio personale: «A suo nome [Cardinal Nichols], scriviamo per esprimere la nostra opposizione a questa definizione di trattamento medico e per trasmettere l'offerta delle autorità polacche di assistere nel trasferimento del signor RS in Polonia per la sua cura futura».
Certamente l’orrore suscitato nella opinione pubblica in Polonia per il caso, ha spinto governo e Chiesa polacchi in prima linea. Le foto e le riprese video di RS e dei suo familiari – prese malgrado il divieto dei giudici inglesi - sono circolate sulla televisione polacca, sui giornali e sui social media, suscitando una forte emozione e un movimento di sostenitori per RS e la sua famiglia che stanno conducendo la battaglia legale per salvarlo. Peraltro l'interesse e il sostegno del pubblico continuano a crescere in tutto il mondo.
In effetti, è stato questo uso (improprio) di foto di famiglia e riprese video che il giudice Cohen ha messo al centro del suo discorso all'inizio dell'udienza in tribunale il 18 gennaio, chiesta dal NHS Trust per impedire l'accesso in ospedale per visitare RS al Console generale polacco. Ha ricordato ai membri del pubblico presente all'udienza online che l'identità di RS, comprese quelle di sua moglie, dei figli, della famiglia biologica e dei medici, sono tutte protette dall'ordine di trasparenza del 15 dicembre. Il giudice Cohen ha affermato che la pubblicazione dei video è stata «particolarmente angosciante» e ripugnante. Ha anche indicato che tratterà severamente le violazioni dell'ordine sulla trasparenza. Nel Regno Unito, l’oltraggio alla Corte comporta una pena detentiva fino a due anni.
Le complicate e intimidatorie restrizioni del tribunale volte a proteggere i protagonisti di questa tragedia hanno reso il caso senza volto e senza nome nel Regno Unito. La copertura mediatica è stata così scarsa che anche a Plymouth, dove RS è ricoverato da solo e sta morendo, pochi sono a conoscenza del contenzioso internazionale e nazionale e delle orribili sofferenze che questo caso ha causato alle persone coinvolte.