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Induismo

Caritas India nel mirino dei nazionalisti indù

 

L’Ong è una delle due associazioni di recente accusate di usare le opere di carità e assistenziali per convertire al Cristianesimo

 

 

Continuano in India gli attacchi dei nazionalisti indù contro i cristiani e persino Caritas India ne sta facendo le spese. Nei giorni di Pasqua l’organizzazione della Chiesa cattolica è stata denunciata al ministero dell’interno dall’organizzazione non governativa Legal Rights Protection Forum che la accusa di conversioni estorte con espedienti. Insieme a Caritas India è stato denunciato anche il Rural Development Trust, un ente no profit di Anatpur, nello stato dell’Andra Pradesh, impegnato nel sostegno alle comunità rurali, che secondo l’Ong utilizza un progetto di alloggi gratuiti del governo locale destinato alle comunità piùpovere ed emarginate per convertire al Cristianesimo. Il Legal Rights Protection Forum chiede che venga revocata a Caritas India e al Rural Deveolpment Trust la registrazione all’FCRA, Foreign Contribution Regulation Act, l’albo che consente alle associazioni indiane iscritte di ricevere aiuti dall’estero, indispensabili per lo svolgimento delle attività caritatevoli di molte associazioni. Altre organizzazioni non governative, tra cui Harvest India, World Vision India e Jesus Redeems Ministries, sono state cancellate dall’FCRA o si sono viste sospendere le licenze in base all’accusa di conversioni estorte con espedienti e l’inganno. I responsabili delle sue associazioni denunciate sono stati raggiunti dall’agenzia di stampa AsiaNews . “Non sappiamo chi abbia mosso queste accuse – ha commentato monsignor Sebastian Kallupura, arcivescovo di Patna e presidente di Caritas India – non conosciamo questo gruppo. I nostri avvocati si stanno occupando della questione”. L’ex direttore esecutivo di Caristas India, padre Frederick D’Souza ha inoltre spiegato: “le accuse sono infondate. Caritas India non mira a nessuna conversione, ma lavora al servizio di tutti ed è inclusivo. Opera in migliaia di villaggi, soprattutto in aree remote e arretrate, con i piccoli agricoltori impoveriti. Attraverso metodi di agricoltura sostenibile, ha aumentato in maniera significativa il loro reddito, ma ha anche ridotto enormemente la loro migrazione verso le aree urbane. Queste accuse si basano solo sui pregiudizi e sulla paura”.