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IL DIBATTITO SU AMORIS LAETITIA

Cardinali e esperti in ordine sparso. Con offese

Continuano polemiche e divisioni collegate all’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Il cardinale Maradiaga accusa frontalmente i confratelli estensori dei dubia. Una attacco violento senza precedenti. Ma il dibattitto è incandescente. Come testimoniano interventi autorevoli di esperti di cose religiose. 

-IL DOVERE DI FARE CHIAREZZA 

Ecclesia 15_04_2017

Continuano polemiche e divisioni collegate all’esortazione apostolica Amoris Laetitia, in particolare all’ottavo capitolo, e alle noticine che hanno permesso ad alcuni vescovi un’interpretazione tale da consentire ai divorziati risposati il cui primo legame è ancora valido per la Chiesa di accedere all’Eucarestia. Nei giorni scorsi si sono avuti interventi diversi in Europa e negli Stati Uniti. Su “Strada Regina” ha parlato uno dei principali ispiratori del Pontefice regnante, il cardinale honduregno Oscara Maradiaga, che ha attaccato con notevole violenza i cardinali che hanno presentato i Dubia (e implicitamente tutti gli altri che li condividono).

“Strada Regina” è una trasmissione settimanale della RSI – Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, emittente di diritto pubblico che fa parte della SRG SSR – la società svizzera di radiotelevisione, ed è curata da un’equipe cattolica di fiducia della Curia: uno spazio offerto dall’ente radiotelevisivo pubblico alla Chiesa Cattolica.

Nell’edizione del sabato 25/3/17 il giornalista Bruno Boccaletti, specialista in tematiche religiose, ha intervistato il Cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, che ha dichiarato sui cardinali: “Penso in primo luogo che non hanno letto l’Amoris Laetitia, perché purtroppo questo è il caso! Io conosco i quattro e dico: sono già in pensione. Come mai non hanno detto nulla in riguardo a quelli che hanno la fabbricazione delle armi? Alcuni sono nei paesi che fabbricano e vendono le armi per tutto il genocidio che sta accadendo in Siria, per esempio. Perché? Io non vorrei essere – diciamo - troppo forte; soltanto Dio conosce la coscienza delle persone e le motivazioni interiori, ma dall’esterno mi sembra un nuovo fariseismo. Si sono sbagliati, facciano un’altra cosa”. E’ singolare che un cardinale usi termini così offensivi verso altri porporati.

Dalla Germania invece abbiamo un giornalista molto noto, Matthias Matussek, che collabora alla rivista tedesca Focus e alla rivista svizzera Die Weltwoche, si è posto la questione, con riferimento a una severa  critica pubblicata dal settimanale inglese The Spectator (“Il Papa è diventato matto”?) e si è anche risposto. “Questa domanda non è così strana come uno potrebbe pensare: infatti questo Pontefice argentino ha espresso così tante cose confondenti, contraddittorie e politicamente provocanti che i membri dei suoi corpi stampa hanno una grossa difficoltà a tener dietro alle correzioni e a raccomandare certe interpretazioni.

Matussek ricorda l’episodio della coprofagia, tutta una serie di altri episodi e dichiarazioni. E fra queste cita il suo evidente rifiuto di rispondere ai Dubia dei cardinali. Fra l’altro dalla recente intervista del cardinale Burke sappiamo che fino ad ora, da diversi mesi, il Pontefice non ha risposto alla sua richiesta di un’udienza. Un comportamento che non testimonia certamente né umiltà né spirito di dialogo. Matussek afferma che il Papa ha poca attenzione per i dogma. Matussek ricorda ai suoi lettori non cattolici che dopo il Concilio Vaticano II la messa tradizionale è stata “distrutta; Gli altari sono stati fatti a pezzi, e brutali blocchi per il sacrificio sono stati messi al posto degli altari”. Matussek continua: “Gli allora distruttori di barricate, tutti ora nei loro anni ottanta e anche oltre, si aggrappano alla loro giovanile follia di modernizzazione e di adattamento allo Spirito del Tempo”. Matussek chiede al Pontefice che cominci a lavorare verso un recupero della Tradizione, piuttosto che chiedersi se “Io potrei passare alla storia come il Papa che ha diviso la Chiesa”, come scriveva Der Spiegel nel dicembre 2016.

Negli Stati Uniti invece padre Raymond J. de Souza, un noto commentatore di argomenti teologici e religiosi, tratta della grazia santificante e della grazia efficace, e ricorda che per ricevere l’Eucarestia una persona deve essere in stato di grazia, e che se qualcuno coscientemente e liberamente si accosta alla comunione quando non è in stato di grazia, “commette un ulteriore peccato grave”. La grazia santificante può essere persa, o resa “morta” da un peccato grave e mortale. Il peccato mortale prevede il consenso e la piena conoscenza ella persona, e di quest’anima si parla come di non in stato di grazia, o “in stato di peccato mortale”.

La grazia sacramentale della confessione, ricorda de Souza, assolve il peccato e aiuta a vivere una vita virtuosa. “La grazia del matrimonio unisce gli sposi…e fornisce loro una fonte di assistenza divina”. L’Amoris Laetitia, dice il commentatore si sforza di sostenere che persone ancora in un legame valido sacramentalmente che vivono in uno stato di relazione sessuale non sono in peccato mortale “anche se sanno che l’insegnamento di Gesù è chiaro e senza ambiguità e che tale unione è adulterina”.

“Questo passaggio (la nota del capitolo VIII, N.D.R.) è difficile da conciliare con il Catechismo, e con l’Enciclica di San Giovanni Paolo II sulla vita morale, Veritatis Splendor. Può un peccato grave (o un’unione adulterina) essere pienamente conosciuto e liberamente scelto senza la perdita della grazia santificante?”. Che è il requisito per accedere all’Eucarestia.