Cara Rosanna, sei stata il modello di donna cattolica
Cara Rosanna, rivivo ancora i nostri incontri e le nostre conversazioni, che avevano sempre al centro lo stato della Chiesa. Tu sapevi essere religiosa, moderna e femminile allo stesso tempo, la personificazione di una donna cattolica perfetta...
Carissima Rosanna,
Ti vedo ancora lì, sui gradini del ristorante sul Lago di Garda dove ci davamo sempre appuntamento, raggiante di gioia, le braccia tese ad abbracciare me e Riccardo. C'era un rituale non dichiarato per i nostri impegni prandiali: la stessa tavola; i complimenti per il mio vestito (non ti ho mai detto quanto tempo passavo a scegliere un vestito da abbinare a una delle collane che mi avevi regalato solo per vedere la tua gioia); la discussione sul menù che finiva sempre, come fosse uno sfizio, con lo stesso ordine di branzino e verdure grigliate; poi prendevi il comando della conversazione, che puntualmente, prima o dopo, spingeva Vittorio alla battuta «Peccato che a Rosanna manchi la parola», tanta era la tua energia e il desiderio di comunicare..
La conversazione era il tuo forte e mi piaceva ascoltarti. La tua padronanza delle parole era affascinante. Ma tutto ciò che poteva sembrare soltanto spontaneo e improvvisato, ho imparato a capire che era stato invece pensato meticolosamente in anticipo. I nostri incontri erano importanti per te ed erano programmati. Non c'erano chiacchiere inutili, la conversazione aveva uno scopo e lo stato della Chiesa, caro al tuo cuore, era il tema dominante. La confusione attuale non era una questione di analisi accademica, era un problema che tu vedevi com una chiamata a uomini e donne di fede coraggiosi di farsi avanti portando la loro croce. Avevi vagliato i media cattolici alla ricerca di persone e contenuti che potessero diradare la nebbia. Tu vedevi che i cattolici avevano bisogno di essere ri-educati e che c'era una mancanza di informazione per formarsi un giudizio fondato sulla fede. Consideravi la Nuova Bussola Quotidiana uno dei pochi strumenti disponbili su Internet che potevano servire i fedeli a questo scopo. E quando stavo pensando e pregando di unirmi a Riccardo per iniziare il Daily Compass, la versione inglese della Bussola, tu mi hai incoraggiato a questa decisione. «I cattolici devono essere coraggiosi», mi hai detto. Quando io e Riccardo lasciavamo te e Vittorio ci sentivamo rafforzati e caricati per l'importanza che entrambi davate al nostro lavoro consacrato a Maria.
Ma questo era un aspetto della tua personalità. Tu eri per me anche la personificazione delle donne cattoliche perfette. Sapevi essere religiosa, moderna e femminile allo stesso tempo. Le donne cattoliche non sono sciatte, mi dicevi quando mi regalavi la mia seconda collana. Ricordo che hai fatto girare la testa alla conferenza che abbiamo organizzato per la presentazione del tuo libro Una Fede in due, dedicato alla tua vita e al matrimonio con Vittorio. Ti sei presentata vestita con uno splendido abito nero con una grande cintura dorata intorno alla vita e orecchini in tinta. Il tuo povero Vittorio era molto meno a suo agio con i pantaloni rossi che gli avevi scelto per l'occasione. Quante volte abbiamo riso per quella situazione. Era facile ridere con te. Ma questi erano dettagli esteriori che aggiungevano alla tua personalità ma non la definivano. Ciò che ha davvero dato consistenza alla tua vita e ti ha reso la donna affascinante che sinceramente ammiravo è stata la tua fede cattolica. Questo ci ha avvicinate l'un l'altra e io sono infinitamente grata per il dono della tua amicizia.
Hai vissuto la tua vita come un dono sorprendente e quello era il segreto della tua gioia. La fede cattolica è il dono più grande che una persona possa ricevere in questa vita, dicevi, perché è la via certa della vita eterna. E tu sapevi che avresti dovuto rendere conto di quel dono alla fine della tua vita e ti sei preoccupata di rispondere alle grazie che avevi ricevuto in unione con Vittorio. Ho avuto il dono di vederti investire alcuni dei tuoi talenti in questi anni: i tuoi ultimi tre libri e le tue conferenze si impongono, ma forse l'amore che avevi per la Madonna mi ha colpito più profondamente. Anche questo era un amore che tu e Vittorio condividevate. Lui ti sosteneva nell'impegno al santuario di Montichiari, il lavoro per veder riconosciute le apparizioni e i messaggi di Maria Rosa Mistica; e tu hai incoraggiato Vittorio quando ha iniziato a costruire pezzo per pezzo il santuario della Madonna dell’Ulivo nell'abbazia benedettina di Maguzzano. Sono diventati i due posti che io e Riccardo abbiamo visitato spesso con voi e i luoghi in cui io e Riccardo abbiamo trascorso i nostri tre ultimi anniversari di matrimonio, grati per le benedizioni ricevute.
Quella gratitudine persiste tuttora ed è il tuo ultimo dono, in un'amicizia benedetta. Pensandoci, avremmo dovuto essere preparati. Negli ultimi anni hai parlato abbastanza spesso della morte e della vita eterna. Ma quando il Signore ti ha scelto per unirti a Lui, è stato uno shock prematuro. Proprio come arriva il ladro nella notte. Tu eri l'unica preparata, la valigia spirituale già pronta. Spesso hai detto che tu e Vittorio avevate già fatto quello che potevate, che avevate già vissuto le vostre vite. Il Signore si è mostrato d'accordo, il tuo lavoro era compiuto, ti ha riportato a casa. La tua ultima richiesta che mi hai fatto pochi giorni fa è di pregare per te, perché potessi rimanere fedele, portare la tua croce fino alla fine per essere pronta a incontrare il tuo Salvatore. Le ultime parole che mi hai detto è che eri in pace.
La pandemia Covid e alcuni problemi di salute, da entrambe le parti, hanno reso i nostri incontri meno frequenti negli ultimi mesi. Ma nulla è andato perduto, anche questo ha contribuito in modo misterioso alla nostra fede e amicizia. Come hai scritto: «Ma poi, rimetto tutto nelle mani di Dio. E trovo la pace che solo Lui sa dare» (Una fede in due) .
Pur nel dolore, so che ci aspetterai ancora, questa volta in cima alle scale celesti, con le braccia tese, sorridendoci e invitandoci a entrare.