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ELEZIONI

Canada, il conservatore Poilievre perde e non è solo colpa di Trump

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Nonostante le folli politiche di Trudeau, il partito Liberale vince le elezioni, anche se potrebbe non aver una maggioranza. Conservatori, dati con un ampio margine di vantaggio nei mesi scorsi, rovinati da Trump. E dal loro leader Poilievre.

Esteri 30_04_2025
Canada, la festa del Partito Liberale (la Presse)

Non solo il “fattore Trump” danneggia i conservatori in Canada nel quale, nonostante le folli, anticristiane e fallimentari politiche di Justin Trudeau, il partito Liberale dell’ex premier vince le elezioni di misura anche se potrebbe non aver una maggioranza coesa in parlamento.

Molti canadesi hanno reagito male all'approccio di Trump nei confronti del Paese, che ha più volte dichiarato di volerlo come 51° Stato degli USA, non solo rifiutandosi di acquistare beni beni provenienti dagli USA e annullando le loro vacanze, ma anche astenendosi o non votando per il partito Conservatore, dato con un ampio margine di vantaggio nei mesi scorsi, prima delle polemiche scatenate da Trump.  Non solo colpa di Trump però, non cadiamo nel tranello della narrazione che i mass media liberals e anti-cristiani danno della vicenda, la scelta dei Conservatori canadesi di assecondare la deriva etica del paese imposta dai Liberali, dall’aborto alle restrizioni anti cristiane sino all’eutanasia, non ha convinto nè mobilitato molti nè i propri elettori, nè i simpatizzanti, nè l’elettorato fiaccato dal dominio illiberale di Trudeau. 

I Liberali guidati dall’ex banchiere ed ex governatore della Banca d'Inghilterra Mark Joseph Carney che sembravano destinati alla sconfitta, hanno vinto le elezioni. Secondo l’emittente “CTV News" i liberali avrebbero ottenuto abbastanza seggi alle 45esime elezioni federali per formare un governo di minoranza. «Ho scelto di entrare in politica perché sentivo che avevamo bisogno di grandi cambiamenti in questo Paese, ma grandi cambiamenti guidati da forti valori canadesi», ha detto Carney ai sostenitori acclamanti a Ottawa martedì 29 aprile. «E questi includono tre valori che voglio sottolineare questa sera: umiltà, dopotutto è il Canada; ambizione, dopotutto è il Canada e… unità». 

Quando mancavano ancora i risultati elettorali di poche centinaia di seggi, su 75.479 totali, i liberali avevano ottenuto 168 su 343 seggi nelle circoscrizioni. I conservatori di Pierre Poilievre, ancora incerta la sua elezione,  resteranno presumibilmente all'opposizione con 144 seggi, in ogni caso qualunque partito ha bisogno di 172 su 343 seggi per formare una maggioranza. Anche i ‘liberals’ dell'”NDP” di Jagmeet Singh, sconfitto nel suo seggio elettorale e dimissionario dalla leadership del partito, e il “Bloc Québécois” hanno registrato perdite significative. I risultati resi pubblici al momento in cui scriviamo queste righe,  si prevede che l'NDP conquisti solo sette seggi, rispetto ai 24 di prima delle elezioni mentre il “Bloc” potrebbe conquistarne 23, in calo rispetto ai 33 precedenti. Entrambi i partiti potrebbero essere però fondamentali nel prossimo parlamento, nel caso in cui i Liberali si fermassero sotto la soglia minima della maggioranza.

Molti sostenitori dell'NDP si sono spostati verso i liberali, mentre i dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e le sue dichiarazioni sull'annessione del Canada agli Stati Uniti hanno pesato sulla mente degli elettori. «È stato il fattore 'chiunque tranne i conservatori', è stato il fattore dei dazi di Trump, e poi c'è stata l'uscita di scena di Trudeau... che ha permesso a molti elettori di centro-sinistra e ai tradizionali elettori liberali di tornare al partito», ha detto all'agenzia di stampa Reuters Shachi Kurl, presidente dell'istituto di sondaggi canadese Angus Reid Institute.  

Il leader dell'opposizione Pierre Poilievre ha ammesso la sconfitta per non essere riuscito a porre fine al predominio del Partito liberale, ma non pare intenzionato a dimettersi dalla guida del partito nonostante la sconfitta nel suo seggio elettorale, affermando che i conservatori hanno aumentato il numero dei loro seggi di oltre 20 componenti. Dopo la vittoria, Carney ha detto ai suoi sostenitori che il Canada "vincerà questa guerra commerciale" con gli Stati Uniti.

Carney è stato eletto dai liberali per sostituire Trudeau, dopo le dimissioni di gennaio che abbiamo descritto anche su queste pagine; ha indetto elezioni appena nove giorni dopo il suo insediamento per cercare di ottenere un mandato forte, nonostante la generale impopolarità del suo partito. Si trovava di fronte al conservatore Pierre Poilievre, che era in cima ai sondaggi prima delle dimissioni di Trudeau. Circa 29 milioni di canadesi hanno votato  alle elezioni anticipate del Paese che si estende su sei fusi orari e che ha visto prima del giorno delle elezioni, con voto anticipato, esprimersi ben 7,3 milioni di cittadini. 

Il Paese sta affrontando una crisi economica e sociale grave, da noi descritta più volte, dovuta alle politiche stravaganti di Justin Trudeau e aggravata dal caro vita e dalle minacce di Trump di imporre dazi che potrebbero danneggiare ulteriormente l'economia del Paese. Poiché il 75% delle esportazioni canadesi è destinato agli Stati Uniti, entrambi i candidati hanno affermato che avrebbero accelerato gli sforzi per raggiungere un accordo di libero scambio tra il paese e gli Stati Uniti e, alla fine, il fattore Trump e le sue dichiarazioni aggressive hanno fortemente danneggiato proprio i suoi potenziali alleati conservatori canadesi. Allo stesso tempo però, le scelte di Poilievre di non prendere le distanze dalle politiche Liberali su aborto, educazione LGBTI, restrizioni alla libertà religiosa ed eutanasia, sulla quale due settimane orsono ha deciso di impegnarsi a mantenere l'eutanasia legale, ampliando addirittura l'ammissibilità al suicidio assistito, è stata una altra importante causa della sconfitta elettorale. Non a caso, gli elettori hanno sonoramente bocciato proprio Poilievre nel suo storico seggio elettorale, mentre hanno comunque premiato il partito che è cresciuto nonostante la sconfitta elettorale. Le amicizie pesano, nel bene e nel male, ma la coerenza rimane un surplus impagabile.