Camilla ingannata, mentre le altre morti sono ignorate
Ci si concentra sulla morte di Camilla e si punta il dito su AstraZeneca, ma si ignorano le tante cronache che riferiscono di morti sospette anche da altri vaccini. E' l'emozionalismo di questa campagna vaccinale che va a tentoni e si aggiusta a seconda delle reazioni avverse e delle versioni contraddittorie dei virologi in tv per i quali il vaccino nei giovani è nel suo complesso «figo» e «sicuro», ma anche no. Nel frattempo ingannando e ricattando i giovani ai quali promettiamo la movida che fino a ieri era fonte di contagio.
Il fatto che, come sta emergendo in queste ore, Camilla Canepa soffrisse di una malattia autoimmune del sangue, una piastrinopenia, non può diventare una giustificazione per la sua morte in giovane età, ma semmai è la riprova che la strategia della vaccinazione di massa a tutte le età e a tutte le condizioni, è sciagurata e sta procedendo a tentoni per reazioni avverse e cambi di somministrazione a seconda di quel che accade.
E non solo perché la piastrinopenia non rappresenterebbe un fattore di rischio, come alcuni ematologi stanno dicendo, ma perché Camilla è morta per un trombo cerebrale dopo il vaccino. Le sue condizioni di salute pregresse dovrebbero fare riflettere sul fatto che il vaccino va dato solo a chi ne avrebbe una stretta convenienza in termini di rapporto rischi-benefici. E tra questi non ci sono certo i 18enni sani. Anzi è l'età il fattore di rischio determinante.
Attenzione alle pratiche autoassolutorie di sistema, perché la cartella clinica della ragazza adesso verrà sezionata in tutti i modi per trovare delle anomalie che hanno inceppato il sistema vaccinistico. Il problema però è che più si trovano anomalie, più si confermerà la grande verità che il vaccino possa essere rischioso per tanti e che farlo o no dipende non dalla mistica ideologica di salvare l’umanità, ma solo da una valutazione rischi-benefici a fronte di un antidoto che resta del tutto sperimentale e che utilizza la gente, sana, come cavia. E ora i ragazzi.
Ragazzi che sono stati ricattati con la scusa che col vaccino sarebbero potuti finalmente tornare in discoteca, all’aperitivo, avrebbero in sostanza ripreso in mano la loro vita dopo essere stati rinchiusi per un anno e mezzo nelle segrete delle loro camere. Ricattati ora, ma ingannati prima, quando li hanno trattati sciaguratamente da untori che infettavano i nonni, da irresponsabili che con le loro movidas hanno infettato il paese. Ora, in ragione di quelle stesse movidas da vivere, viene proposto loro di sottoporsi a una vaccinazione di massa da sani e con nessuna probabilità di morire nel caso in cui dovessero prendere il covid. Ma con un rischio elevato di contrarre trombosi in un rapporto di 1 ogni 100mila.
La presenza di una problematica vascolare dettata dal vaccino non fa altro che andare a riempire la casella alla voce effetti indesiderati o controindicazioni che in un qualunque bugiardino farmaceutico occupa righe fitte di inchiostro, ma che, guarda caso solo per questo vaccino si vorrebbe del tutto immacolato. Lo stesso vale per l'elevata quantità anticorpale presente nel corpo dell'ufficiale di Marina, deceduto a Siracusa, per il quale l'autopsia ha riscontrato che la morte è stata causata dalla tempesta citochinica provocata dall'incontro tra gli anticorpi del vaccino e quelli naturali già presenti nell'uomo che aveva fatto il covid da asintomatico.
La morte di Camilla però fa notizia, probabilmente perché il “nemico” adesso è il vaccino AstraZeneca, il cui utilizzo dalle autorità è stato sempre altalenante e viziato dalle evidenze osservazionali che emergevano di volta in volta: prima agli over 65 anni, poi ai giovani, poi a tutti e adesso ci si stabilizzerà sugli over 60 anni. Tutto questo dimostra il pressapochismo di una campagna vaccinale che ha tutta l’aria di essere dettata dall’emozionalismo del momento e dai casi di morti sospette che via via emergono. Tutto questo, solitamente, quando si sta testando un farmaco, non emerge perché si è nella fase sperimentale, mentre oggi abbiamo ogni giorno un bollettino di morti potenziali da vaccino che mette in crisi la somministrazione precedente, modifica i criteri di accesso e cambia i farmaci facendosi dettare i tempi dalla cronaca.
E non si dica che il problema è solo AstraZeneca e J & J. No, le cronache locali riportano i numerosi casi di persone, più o meno giovani, morte dopo il vaccino su cui si sta cercando di fare luce o che hanno sviluppato anche miocarditi insolite. E in molti casi si tratta anche di vaccini a MRna come Moderna e Pfizer, in Italia e nel mondo. In Calabria è morta una 24enne e i dati sono stati inviati ad Aifa, ad esempio, solo che a fare notizia sono soltanto alcuni casi e non altri. Oggi fa notizia Camilla, perché donna, perché diciottenne, perché vaccinata AstraZeneca, ma domani non farà notizia un’altra persona con un’età diversa e un vaccino differente. Eppure, quelle morti ci sono, crescono e interrogano la comunità scientifica che si sta lentamente riappropriando di un raziocinio che sembrava aver perso con l’avvio della campagna vaccinale.
Purtroppo, il ruolo giocato dalla comunità scientifica, però solo quella che si è trasferita davanti alle telecamere, è deleterio. Pesa la "schizofrenia" di certi virologi da salotto che non hanno mai nascosto il loro narcisistico piacere a stare davanti alle telecamere e dispensare verità prontamente ritrattate il giorno dopo con nonchalance.
Per Matteo Bassetti oggi il siero AstraZeneca andrebbe ritirato con tanto di scuse agli italiani da parte dell’agenzia del farmaco e del governo per l’errata campagna di comunicazione, ma pochi giorni prima diceva che “i ragazzi hanno capito quanto sia figo vaccinarsi, dovremmo prendere esempio da loro”. Non male come campagna di comunicazione.
E che dire di Crisanti per il quale in aprile il vaccino AZ era tra i più sicuri al mondo e oggi rimprovera governo e regioni dicendo loro che la campagna per i giovani andava fatta con altri vaccini e non con quello? Ma non doveva essere tra i più sicuri?
La verità è che si sta procedendo da gennaio dicendo che tutto è sicuro, poi via via emergono i problemi, le reazioni avverse e le conseguenze a volte fatali. Si cerca di negare collegamenti e interazioni, ma quando le evidenze sono acclarate si sposta l’obiettivo su altre categorie di vaccinandi, sperando, nello spostare le età, di scansare il problema.
Il gioco delle tre carte è scoperto e qualche insospettabile vaccinatore dell’umanità si sta accorgendo che in molti corrono rischi senza motivo e che forse non ne sono nemmeno adeguatamente informati. Probabilmente anche loro arriveranno a scoprire la verità: e cioè che il vaccino è una immensa sperimentazione sulla pelle di milioni di persone, sane, ignare e prese per il collo dalla paura.