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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

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Cambiare la natura umana: ieri Rousseau, oggi Soros e Schwab

Nelle parole del filosofo francese ci sono tutte le caratteristiche del "mondo nuovo" verso cui siamo diretti.

Dottrina sociale 22_08_2023

L’attuale globalismo alla Soros e alla Schwab si propone di “cambiare la natura umana”, togliere l’uomo dalle sue radici naturali che animerebbero un pensiero gretto ed egoista e proiettarlo verso la dimensione universale della ragione astratta e di un’etica mondialista priva di fondamenti naturali o religiosi. Per questo il nuovo blocco storico mondiale dei centri di potere non solo persegue interessi materiali ma si propone come ri-educatore dell’umanità, dato che si tratta, appunto, di “cambiare la natura umana”.

Proprio questo diceva Jean-Jacques Rousseau nel suo Contratto sociale (1762), dove scriveva: «Colui che osa prendere l’iniziativa di fondare una nazione deve sentirsi in grado di cambiare, per così dire, la natura umana, di trasformare ogni individuo, che per se stesso è un tutto perfetto ed isolato, in parte di un più grande tutto, dal quale questo individuo riceva in qualche modo la vita e l’essere, di alterare la costituzione dell’uomo per rafforzarla; di sostituire una esistenza parziale e morale all’esistenza fisica e indipendente che noi tutti abbiamo ricevuto dalla natura. Bisogna, in una parola, che egli tolga all’uomo le forze che gli son proprie per dargliene altre che siano al di fuori di lui e di cui non possa far uso senza l’aiuto di altri».

In questo breve testo ci sono tutte le caratteristiche del terrificante “mondo nuovo”  verso cui tendono le transizioni in atto: sostituire il naturale con l’artificiale («cambiare la natura umana»); considerare la persona come un individuo irrelato, una unità numerica, una pura quantità sommabile alle altre («un tutto perfetto ed isolato»); scioglierlo in un tutto («parte di un grande tutto»); renderlo incapace di provvedere a sé e quindi dipendente dalla società globale («dal quale questo individuo riceva in qualche modo la vita e l’essere»); da indipendente renderlo dipendente («sostituire una esistenza parziale e morale all’esistenza fisica e indipendente»); depotenziare le persone («tolga all’uomo le forze che gli sono proprie») per produrre il super-umano o meglio il trans-umano («per dargliene altre che siano  al di fuori di lui»).