"Buon giorno Dottora!"
Lettera di un paziente che in ospedale ha sentito chiamare una dottoressa con l'appellativo di "dottora".
Pubblichiamo uno stralcio di una lettera inviata al sito Notizie Prolife in cui il mittente racconta la sua disavventura linguistica occorsagli in un reparto di ospedale.
“Lunedì mattina […] all’arrivo della Dottoressa – che poi è già al femminile, mah…! – che doveva predisporre la terapia per me e gli altri pazienti, l’infermiera l’ha accolta con un «Buongiorno Dottora!». Incredibile, non potevo credere alle mie orecchie. Il giorno seguente, stessa scena: la giornata è iniziata con uno squillante «Buongiorno Dottora!»… il tutto è naturalmente stato accolto come una cosa normale dal personale dell’ospedale, mentre credo che tra i pazienti la cosa non sia passata inosservata. E, dai un giorno e dai l’altro, le persone che questa infermiera riesce indirettamente a influenzare con il suo apparentemente innocuo «Dottora» non sono affatto poche…
Inoltre, mi è sorto un pensiero, ammetto un po’ cattivello. Io di professione sono geometra: visto l’andazzo, ero fortemente tentato di rispondere, se interrogato sulla mia professione dalla suddetta infermiera, di rispondere «Geometro». Insomma, se le cose vanno fatte, vanno fatte bene e anche noi maschietti abbiamo i nostri diritti, acciderbolina! […]
Io, da uomo che apprezza e valorizza la differenza tra i sessi, rimango convinto di una cosa: le donne non hanno bisogno di essere chiamate con i nomi declinati al femminile (il che, tra le altre cose, è anche un insulto alla nostra stupenda lingua italiana), ma hanno bisogno di uomini veri, oggi i grandi assenti della società, che sappiano valorizzarle appieno: ognuno ha il suo fantastico ruolo nel mondo, ed è proprio nella differenza complementare tra maschile e femminile che si schiude il nostro futuro.
Gianpio Bortolotti”