Buon anno, con la bussola della Fede
Il dono della Fede è un grande e immenso mistero, di cui non solo gli atei ma perfino noi cattolici abbiamo perso consapevolezza, riducendo il nostro vissuto a un minimo di osservanza. Le ideologie e il relativismo morale schiacciano anche i credenti. Così il male dilaga. Solo la Fede e una continua conversione a Dio ci salvano: sia questa la nostra bussola per il nuovo anno.
Certo che il “dono” della Fede è un enorme e grandioso mistero, oltre che essere un grande privilegio capace non solo di “legare” l’uomo a Dio, ma pure di “legare” gli uomini tra di loro!
È incredibile come, spesse volte, la nostra gente e le nostre comunità parrocchiali, sentendo parlare di Fede, ti guardino stupiti come se improvvisamente parlassi loro di qualcosa di perfettamente sconosciuto. Eppure, loro non si sentono né atei né infedeli né, magari, prossimi a perdere la Fede. Tuttavia, questo discorso sembra non avere importanza per loro. Anzi.
Oggi il nostro vissuto di Fede è riducibile ad un minimo di osservanza di ciò che la Chiesa insegna. E ciò, per i cristiani di oggi, è sufficiente ad acquietare la coscienza. Mah! Possiamo dire di essere diventati dei cristiani “ibridi”? Lo si evince dal silenzio “indulgente” e pressoché generale, non certamente di “contrasto”, alle continue imposizioni dall’alto (da parte di organismi governativi europei e statali) riguardanti non i diritti sociali, ma le inclinazioni (possiamo dirle “cattive”?) dell’uomo in tutte le possibili accezioni!
Oggi impera, con tutte le sue anomalie, la visione antropologica che vede l’uomo e l’umanità intera come mero prodotto dell’evoluzionismo e del caso… Di conseguenza, con molta arroganza e presunzione, si relativizzano i princìpi e i valori eterni legittimando lo stile di vita, non in base all’obiettività di tali valori, che per secoli hanno sancito e guidato i popoli nei loro percorsi di progresso e civiltà, ma in base ai tempi e ai luoghi che stiamo vivendo! Praticamente valori e stili di vita affidati all’attimo fuggente dell’hic et nunc. Risultato: pur nascendo uomo, puoi identificarti come donna e pur nascendo donna sentirti uomo! Condizioni esistenziali e identitarie da sempre presenti nella condizione umana, Matteo 19,12 docet: «Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Eh sì, amici, così il male, che dal peccato dei progenitori e da Caino contro Abele si è ingrossato sempre più come una valanga nel corso dei secoli, ha permeato tutti gli ambiti della vita e della società e raggiunto dimensioni tali da far assurgere a “diritto” l’uccisione del bambino, innocente, nel ventre di sua madre. E pretendiamo di parlare di pace tra i popoli? Così si spalanca la via a un comportamento prevaricatore, egoista, molto spesso dissoluto e soprattutto stolto, oltre che diffusamente menzognero, perdendo la dimensione reale della Fede.
Come già diceva molti anni fa il vescovo di Mantova, mons. Ferrari: «Il vero ateo non è chi non crede in niente, ma il cattolico che vive come se Dio non esistesse!», L’impegno di chi crede, di chi è consapevole del bellissimo ed enorme dono della Fede, non dovrebbe essere indirizzato solo e primariamente a livello sociale, nell’intento di liberare la società dai violenti, dalle ingiustizie, dalla povertà e volto all’aiuto e all’attenzione dei poveri, dei migranti, etc. (impegno realizzabile con un po’ di buona volontà da qualsiasi uomo), ma piuttosto la nostra Fede dovrebbe spingerci anche verso un impegno finalizzato a evitare una nostra adesione silenziosa e connivente a “malformazioni ideologiche”, che si annidano in ciascuno di noi, “bombardati”, a ogni piè sospinto, dall’andazzo del relativismo globale.
Infatti, spesse volte, incontriamo persone che si definiscono “religiose”, ma che sistematicamente rifiutano e mostrano tutta la loro riluttanza e il loro disagio psicologico e umano, al solo sentir parlar di Croce, di fatica, di ascesi, di coraggioso contrasto all’ideologia mainstream (la corrente di pensiero più seguita, ascoltata e accolta dal grande pubblico), oltre che mostrare un’estrema fatica spirituale a dar ragione, come dice S. Giacomo, “della propria speranza” e, direi, della propria Fede. Gente che definire “super-golosa” di apparizioni, rivelazioni, etc. è semplicemente un eufemismo, fino a rasentare, talvolta, un culto quasi fanatico di forme devozionali svuotate di ogni reale anelito spirituale e ridotte a sensazionalismo emotivo.
E così le guerre, le ferite, le distorsioni morbose, la messa in discussione di tutto ciò che è il messaggio di Gesù, sono diventate non solo il “pane quotidiano” per gli uomini di oggi, ma veri e propri tsunami che ci sconvolgono la vita, rendendoci gravemente incapaci di difenderci in modo efficace. Tsunami che pesano e gravano sempre di più su chi cerca la Verità e non vuole essere nemico di Dio. Quante volte abbiamo ripetuto o letto le parole di S. Paolo: “Il mio giusto vivrà di Fede” (Eb. 10,38): la nostra Fede, che fine ha fatto? Che ruolo ha nella nostra vita reale? C’è spazio per questo “dono” enorme di Dio?
Infatti, nessuno potrebbe dire “io credo”, se il Signore non gli avesse regalato questo dono di Luce! Non pretende molto il Signore: offrendoci in “dono” la Fede si aspetta solo la nostra libera adesione. Diceva S. Tommaso: “… l’uomo ha bisogno di Dio quale principio soprannaturale che lo muova interiormente”. Bellissima affermazione. Per questo semplice, profondo e altissimo motivo il Signore esige la nostra consapevolezza e volontà. Sì, il dono della Fede è… uno “stile di vita”, assunto con responsabilità e coerenza e uno “stile” comporta sempre una continua conversione a Dio e un impegno che cerca di protendere tutta la nostra stessa vita, comprensiva di parole, opere e azioni verso Dio.
Sì, la Fede è davvero una bussola! E, orientati da questa bussola, l’adeguamento non avviene solo a livello mentale, dell’intelligenza, ma diviene atteggiamento calato nel vissuto reale. Perciò, cari amici, via: Sì! Cristiani per tradizione, cattolici per scelta. La Fede ci permette non solo di andare, tramite la continua conversione, verso Dio, ma illumina costantemente il nostro cammino verso Lui. Perciò riprendiamoci con gioia, forza e determinazione la nostra bussola! Buon anno, alla luce delle parole del Salmo 119, 125: “Dammi intelligenza per comprendere i tuoi insegnamenti”.
* Suora, fondatrice della Comunità Shalom