Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Colombano a cura di Ermes Dovico
USA

Buffalo, una strage deliberata di afro-americani

La strage al supermercato Tops di Buffalo è sicuramente un episodio di razzismo: vittime scelte in base al colore della pelle. Un arrestato, un diciottenne di nome Payton Gendron, che si dichiara innocente. Ma ha lasciato scritto un manifesto in cui dichiara di volersi opporre alla "Grande Sostituzione".

Esteri 17_05_2022
Buffalo, sul luogo della strage

Candele e fiori restano di fronte al supermercato Tops alla periferia di Buffalo, dove si è consumata la strage: 10 persone uccise, tre ferite, tutte per mano di un unico assassino, ora in carcere, armato di tutto punto e motivato da idee razziste. Le vittime sono quasi tutte afro-americane, 11 su 13 contando anche i feriti. Il presidente Biden verrà quanto prima a visitare il luogo del massacro, la nazione intera si interroga. È una delle tante stragi di un folle, o c’è un salto di qualità? Quanta responsabilità ha l’ideologia razzista? Quanta parte di responsabilità, in quest’ultima, ha anche il mondo politico conservatore?

Partiamo dai fatti. Sabato, un diciottenne, Payton Gendron, arriva al supermercato Tops, poco fuori Buffalo, nello Stato di New York, dopo aver guidato per circa 300 km da casa sua. Non è la prima volta che ci va. Anche il giorno prima si era soffermato nel parcheggio del supermercato, parlando anche con alcuni clienti, in quella che poi si sarebbe rivelata come una sua ricognizione. Questa volta scende da un’auto su cui ha scritto “White Lives Matter” (le vite dei bianchi contano), in pieno assetto da guerra: pantaloni mimetici, giubbotto anti-proiettile, elmetto, un fucile semi-automatico Ar-15, un fucile a pompa e un terzo fucile da caccia nell’auto, tantissimi proiettili. L’Ar-15, acquistato e regolarmente detenuto, era stato illegalmente modificato per poter ospitare un caricatore con più colpi del consentito. Un attacco premeditato e pianificato con cura, dunque. Ed anche filmato e trasmesso in diretta sulla piattaforma online Twitch.

La strage inizia nel parcheggio: si riprende, con la telecamera montata sull'elemetto, mentre spara a cinque persone appena uscite dal supermercato con la spesa. Poi viene colpito dalla guardia giurata Aaron Salter Jr., ex poliziotto in pensione. Il giubbotto anti-proiettile assorbe il colpo, l’aggressore, meglio equipaggiato rispetto alla guardia, risponde al fuoco e uccide Salter. Dentro il negozio, inizia la strage vera. Il video si interrompe: la piattaforma, di proprietà di Amazon, si rende conto di che trasmissione si tratta e dopo due minuti di diretta, manda il video off-line. Nel mondo reale, i testimoni affermano che l’assalitore abbia scelto con cura i bersagli, su base razziale, puntando solo ad afro-americani, di tutte le età, uomini e donne. La vittima più anziana è Ruth Whitfield, 86 anni: stava tornando da una visita al marito, ricoverato in una casa di riposo. Gendron punta il fucile anche alla testa a un commesso bianco, ma gli chiede scusa per l’errore e continua a sparare ai neri. Finché non interviene la polizia. Lo stragista, a questo punto, minaccia il suicidio, poi si arrende e si consegna. Di fronte al giudice si dichiara “non colpevole”.

La polizia indaga e già fra sabato e domenica trova tantissime tracce. Il ragazzo, appena maggiorenne, era una persona a dir poco “difficile”. Era già stato arrestato una prima volta nel giugno 2021, per aver espresso il desiderio di fare una strage nella sua scuola. Si era difeso affermando che era solo uno scherzo. Ed era stato rilasciato, dopo una visita in psichiatria. Nonostante questi forti sospetti, aveva ancora un regolare porto d’armi. Prima della strage di Buffalo, aveva scritto anche un manifesto di 180 pagine, in cui spiegava la teoria della Grande Sostituzione, ben nota anche in Europa: la teoria cospirativa secondo cui le élite mondialiste starebbero effettuando un genocidio dei popoli bianchi, per sostituirli con popoli di colore, tramite immigrazione e politiche demografiche mirate. Gendron, che si identificava come un combattente intento a resistere alla Grande Sostituzione, si definisce apertamente “fascista” e “suprematista bianco”. Ha lasciato intendere, nei suoi scritti, che la strage nel supermercato di Buffalo non sarebbe stata l’unica: aveva intenzione di uccidere ancora. Soprattutto, ha scelto proprio quel supermercato per motivi etnici: le statistiche che aveva studiato dimostravano che fosse frequentato soprattutto da afro-americani, in un circondario a maggioranza nera.

Il dibattito immediatamente scoppiato negli Usa, per capire come sia stata possibile una strage come quella di Buffalo, più che sulle armi stavolta verte proprio sull’ideologia. I più autocritici fra i Repubblicani, gli anti-trumpiani Adam Kinsinger e Liz Cheney, hanno dichiarato che il Partito, alla Camera, sia stato troppo tollerante con queste teorie cospirative e con chi le sostiene. Viene puntato il dito anche contro Fox News, che darebbe voce a queste tesi, soprattutto nei programmi più scorretti politicamente, come quello di Tucker Carlson.

La sinistra americana e gli intellettuali afro-americani, rispondono però con le loro teorie. Ad esempio Ricky L. Jones, docente all’università di Louisville di Studi Pan-Africani, commenta: «Quel che è il nocciolo della questione, in realtà, è il razzismo istituzionale e la supremazia bianca, che sono alla base di questo Paese sin dal momento in cui è stato fondato». Nonostante l’evidenza di un ex presidente nero, di ex ministri e generali afro-americani, della fine della schiavitù da un secolo e mezzo e della fine della segregazione da più di mezzo secolo, per la sinistra l’America è sempre ferma al 1619, anno in cui vi vennero deportati i primi schiavi africani. E tutta la storia viene riletta in quella chiave schiavista e post-schiavista.

La natura del dibattito fa riflettere sul grado di polarizzazione raggiunto nella società americana. Ma c'è almeno un aspetto positivo: Payton Gendron non ha agito in nome e per conto di un’organizzazione terroristica, è un "lupo solitario". Non risulta essere neppure inserito in una corrente di lupi solitari, come quelli jihadisti, che agiscono individualmente, ma partecipando ad un movimento globale fatto di conversioni, radicalizzazioni e ispirazioni terroristiche. Il suo manifesto è raffazzonato, un terzo di esso risulta essere copiato e incollato dal "testamento" di Brenton Tarrant, lo stragista della moschea di Christchurch, Nuova Zelanda. Sabato, Gendron ha ucciso gli afro-americani per opporsi, a suo dire, alla Grande Sostituzione, ma quando aveva in mente di fare strage di ex compagni di scuola, il motivo era lo stesso? Si direbbe più uno dei tanti “mass shooters” che caratterizzano la storia criminale americana che non un terrorista di estrema destra, un Breivik americano.