Bolsena, alla scuola di Santa Cristina
Nella Basilica di Santa Cristina a Bolsena avvenne il miracolo eucaristico - nel 1263 - che originò la festa del Corpus Domini. L'attuale chiesa è il frutto di numerosi interventi succedutisi nel tempo, a cominciare dall'XI secolo.
Figlia del prefetto Urbano, Cristina di Bolsena resistette alle tremende torture che il padre le infliggeva affinché rinunciasse alla fede cristiana abbracciata già da bambina. Ne uscì sempre miracolosamente indenne, almeno fino al 24 luglio di un imprecisato anno dell’ inizio del IV secolo, quando le frecce dei suoi persecutori le trafissero il cuore, uccidendola ancora giovanissima. Si dice che le sue spoglie furono trafugate dai suoi fedeli e conservate in quella che venne poi chiamata grotta di Santa Cristina, un ambiente ipogeo di antiche catacombe su cui sorge l’attuale basilica dedicata alla patrona della città, che ne conserva ancora le reliquie.
Ciò che della chiesa si vede oggi è frutto di numerosi interventi succedutisi nel tempo, il primo dei quali, nell’XI secolo, si rese necessario in seguito ai danni arrecati dalle invasioni barbariche. Esso fu promosso dalla devota Matilde di Canossa e, conclusosi nel 1078, consentì al pontefice Gregorio VII di consacrare l’edificio. Successivamente furono realizzati il campanile e la facciata, sulla quale, nella parte centrale, una preziosa lunetta invetriata rappresenta la Vergine in trono tra i santi Giorgio e Cristina. All’eleganza rinascimentale di questa decorazione si contrappone la sobrietà dell’interno, tipicamente romanico, con pianta a croce latina, a tre navate, suddivise da semplici colonne bombate e coperte da capriate. La pala dell’altare maggiore, realizzato con frammenti marmorei del X secolo, è un bellissimo polittico di Sano di Pietro, pittore senese del Quattrocento, che rappresenta una Madonna con Bambino affiancata sulla destra da San Paolo e S. Cristina, e, a sinistra, da S. Pietro e S. Giorgio.
La chiesa è parte di un complesso più ampio che comprende anche la Nuova Cappella del Miracolo, costruita nel 1693 in stile barocco e impreziosita da pregevoli stucchi. Perché Bolsena non è solo famosa per il culto della sua santa protettrice, ma perché fu teatro, nel 1263, di un altro grande miracolo. Quell’anno, infatti, un sacerdote boemo in pellegrinaggio verso Roma, dove intendeva recarsi per fortificare la sua fede vacillante, si fermò a pregare presso il santuario celebrandovi la Santa Messa. Al momento dell’elevazione, dall’ostia consacrata cominciarono a scaturire gocce di sangue che sporcarono alcune lastre del pavimento e il suo corporale, ora custodito nel Duomo di Orvieto. Fu l’origine della Solennità del Corpus Domini, istituita l’anno successivo da Papa Urbano IV.
Da questo ambiente luminoso si passa nella suggestiva penombra della Grotta di Santa Cristina, la parte più antica dell’intera struttura, forse già tempio dedicato ad Apollo. Vi si conserva l’altare del miracolo, dove si dice sia avvenuto il prodigio eucaristico, nel quale è incastonata la pietra basaltica con impresse le orme della giovane martire.