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BEL VEDERE

Boldini e la belle époque

Le settecentesche sale di Villa Olmo a Como accolgono i capolavorti Boldini, affiancati da altrettante opere di artisti attivi sul finire dell’Ottocento.

Bel Vedere 02_04_2011
Boldini a Como

 

Il 10 maggio 1871, nella città di Francoforte sul Meno, si firmava il trattato di pace che sanciva la fine della guerra franco–prussiana con la definitiva vittoria della Prussia e dei suoi alleati. Tra questa data e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale si colloca un periodo comunemente detto Belle Époque, ovvero quarant’anni di storia europea connotati da ottimismo, fiducia nel progresso ed effettivo sviluppo e benessere sociale. La Bella Epoca, rigorosamente pronunciata in francese perché in Parigi si riconosceva l’indiscussa capitale, ebbe, a livello iconografico, i suoi maestri e i suoi interpreti. Fu il tempo di De Nittis, di Stevens, di Tissot, di Sargent,  di Whistler ma chi seppe interpretare e incarnare lo spirito di bellezza, vivacità, febbricitante euforia fu, soprattutto, Giovanni Boldini, il peintre italien de Paris, parigino per elezione, lui che, nato a Ferrara, dopo una formazione accademica, un soggiorno a Firenze e uno a Londra, ricco dell’esperienza condivisa con il gruppo dei Macchiaioli toscani, si era trasferito a Parigi per non lasciarla mai più.

Le settecentesche sale di Villa Olmo a Como, da anni eleganti cornici di importanti mostre e retrospettive, accolgono sessanta suoi capolavori che vengono affiancati da altrettante opere di artisti attivi sul finire dell’Ottocento, consentendo di ripercorrere l’evoluzione del gusto estetico nell’Europa tra i due secoli. A Como dell’artista ferrarese si racconta l’intera parabola creativa, da quando, pittore esordiente, apparve sulla scena parigina spinto dalla ricerca di nuovi stimoli e dall’estrema necessità di abbandonare per sempre ambienti italiani giudicati troppo provinciali.

Correva, appunto, l’anno 1871 e Boldini si affermò subito come capostipite di una generazione di pittori à la mode, dando origine ad un vero e proprio stile che portava il suo nome. Sfolgorante, vibrante di luci e colori, la sua pittura non riprodusse semplicemente la realtà dei bistrot, dei caffè concerto, delle corse dei cavalli, del teatro e , in generale, dell’ambiente raffinato della borghesia dominante, ma, grazie ad una notevole capacità tecnica, di queste atmosfere seppe cogliere l’attimo fuggente, e, con esso, lo spirito più intimo e passionale dei suoi protagonisti. Le seducenti immagini di donne che sfilano lungo il percorso espositivo sono l’esempio più evidente del sentire modaiolo, estetizzante e velato, a volte, di languida malinconia, di quegli anni in cui i suoi ritratti contribuirono a delineare una nuova concezione della figura femminile, sempre più consapevole del proprio fascino e della propria sensualità. E’ in questi ritratti che più si percepisce quanto la vicenda artistica di Boldini abbia davvero coinciso con il suo tempo, vissuto accanto ad altre interessanti personalità quali Zandomeneghi, De Nittis e il livornese Corcos, anch’esse documentate in mostra. “Tutto andava di bene in meglio – scrisse – ma all’improvviso, una mattina del 1914, ogni cosa giunse inaspettatamente alla fine”. L’arciduca Francesco Ferdinando venne assassinato a Sarajevo e Boldini cominciò a soffrire di una grave malattia alla vista. Fu l’inizio del suo declino umano e creativo, mentre la ribalta veniva conquistata dalla nuova generazione di artisti impegnata in sperimentazioni avanguardistiche.   


BOLDINI E LA BELLE ÉPOQUE
Como, Villa Olmo
Fino al 24 luglio 2011
Orario: da martedì a giovedì  9 -20
da venerdì a domenica 9 – 22. Chiuso lunedì
ingresso: intero € 10; ridotto € 8
info: 031/571979