Bilderberg, la lobby di chi conta
Per la prima volta in sessanta anni la riunione del Gruppo Bilderberg quest'anno è "trasparente", e prevede ufficialmente una contro-manifestazione. Ma cos'è veramente questo club esclusivo che riunisce i potenti del mondo occidentale?
Dice il sito ufficiale dell’organizzazione, che il Bilderberg, fondato nel 1954 (prende il nome dall'hotel olandese dove si è svolto il primo incontro), è una conferenza annuale che si celebra per favorire il dialogo tra l’Europa e il Nord America. Ogni anno, tra 120 e 150 leaders politici e di governo ed esperti di industria, finanza, università e media, sono invitati, dal Comitato Direttivo di 35 membri (eletti per 4 anni e rieleggibili), a prendere parte alla conferenza. Si chiarisce che questa è un forum informale, su grandi tendenze e problemi di attualità con cui si confronta il mondo, specialmente nei campi degli affari esteri e dell’economia internazionale, dove non sono proposte risoluzioni, nè è previsto un voto.
Allora, che fanno questi signori? Intanto, per sessant’anni le riunioni sono state secretate. Non si conoscono ufficialmente le materie di discussione del Gruppo (così come quelle della Commissione Trilaterale, ufficialmente, un gruppo di studio, con sede a New York, fondato nel 1973 da David Rockfeller e da altri, tra cui Kissinger e Brzezinski). Si conoscono molti nomi di chi ne fa parte o di chi viene invitato, ma non si può certo ritenere che quelle riunioni siano solo conviviali, servano per far passare il tempo a persone che non hanno nulla da fare o solo per conoscersi. Sarebbe da stupidi il solo pensarlo, così come sarebbe da stupidi adagiarsi sulla teoria del complottismo. Inquietano, però, due fatti: quello, appunto, della segretezza – e quindi della non trasparenza – e il vincolo di silenzio che su queste riunioni viene tenuto da chi vi partecipa. Se si fanno cose lecite in quelle sedi, perché non raccontarle e perché impedire che i giornalisti – e quindi l’opinione pubblica – possano accedere?
La riunione annuale di quest’anno, si svolge in questo fine settimana in Gran Bretagna, a Watford, nell’Hertfordshire, vicino Londra, al The Grove, un hotel a cinque stelle, con campo da golf, centro benessere e maestosa Country House. La pubblicità dice che persino la regina Vittoria trascorreva regolarmente i weekend in quei luoghi, che saranno blindati per l’occasione. Due anni fa, per la riunione che si tenne a Saint Moritz e un anno fa, per quella in Virginia, furono inscenate manifestazioni di protesta, forse alimentate proprio dalla segretezza che caratterizza questi incontri. Quest’anno – considerata l’aria che tira - è stata persino predisposta un’area di accoglienza dei contestatori, che si cimenteranno in una vera e propria contro-manifestazione.
Il sito inglese non ufficiale Bilderberg2013 dà conto di una citazione del parlamentare laburista inglese Denis Healey, che dice: “Dire che ci sforziamo di arrivare a un unico governo mondiale è esagerato, ma non del tutto ingiusto. Nel Bilderberg abbiamo avvertito che non potevamo andare avanti per sempre combattendo l’uno contro l’altro per niente e uccidendo persone e rendendone povere milioni. Così abbiamo ritenuto che una singola comunità che attraversa il mondo sarebbe stata una buona cosa”. Sempre il sito non ufficiale definisce il Gruppo “in parte una lobby, in parte un thinktank, in parte un corpo che forma la politica“. Una definizione certamente più aderente alla realtà rispetto a quella ufficiale, perché si può immaginare che Capi di Stato e di Governo, alti rappresentanti dell’economia e della finanza, massimi rappresentati delle Istituzioni internazionali (NATO, UE, FMI, Banca Mondiale, BCE, WTO) – l’elenco completo dei partecipanti lo si può leggere nel sito ufficiale – avranno cose più impegnative da fare piuttosto di un picnic nelle pur magnifiche campagne a sud di Londra.
Di che cosa parleranno, tra una giocata a golf e una sortita nel centro benessere? I temi li cita il sito non ufficiale: possono Usa e Europa crescere più in fretta a creare posti di lavoro?; occupazione, entitlement e debito; come i big data stanno cambiando quasi tutto; nazionalismo e populismo; politica estera degli Usa; sfide dell’Africa; cyberguerra e la proliferazione di minacce asimmetriche; tendenze principali nella ricerca medica; educazione online: promesse e impatti; sviluppi nel Medio Oriente.
Tra gli italiani invitati quest’anno parteciperanno Franco Bernabé (Telecom Italia), che è anche membro del Comitato Direttivo; Enrico Tommaso Cucchiani (Intesa San Paolo); Mario Monti (che ha fatto parte del Comitato Direttivo) Gianfelice Rocca (Techint), Alberto Nagel (Mediobanca). Come dell’edizione 2012, ci sarà anche Lilli Gruber. Chissà se su “La 7” ci racconterà che cosa si diranno, considerato il fatto che per la prima volta quest’anno è stato creato un Ufficio Stampa ufficiale. Potrebbe invitare proprio il suo collega Monti, evitando di chiedergli però “che cos’è il gruppo Bilderberg”. Ci sarebbe il rischio di una risposta analoga a quella che Monti diede in campagna elettorale alla stessa Gruber che gli chiese della sua appartenenza alla massoneria. L’ex Presidente del Consiglio disse con candore: “Non so neppure cosa sia”.
Una bella domanda, invece – ci permettiamo di suggerire – potrebbe essere questa: “Come mai, da un po’ di tempo in qua, i Presidenti del Consiglio in Italia devono passare per l’appartenenza organica o per la frequentazione delle riunioni del Gruppo Bilderberg, visto che anche Enrico Letta l’anno scorso fu tra gli invitati? Che cos’è, un marchio di fabbrica?”.