Biden, i baby trans e i danni taciuti del transessualismo
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Il presidente degli USA ha dedicato un messaggio istituzionale alla Giornata della visibilità transgender, normalizzando l’idea dei baby trans e attaccando gli Stati conservatori. Ma sono proprio i trattamenti ormonali e gli interventi chirurgici per “cambiare” sesso a devastare bambini e ragazzi.
Si chiama International Transgender Day of Visibility (Giornata internazionale della visibilità transgender) e si celebra ogni 31 marzo, dal 2009. Una giornata dedicata al transessualismo, in buona sostanza. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che la Giornata è da celebrarsi in tutta la nazione e le ha dedicato anche un messaggio istituzionale in cui si spinge a dire che le persone trans “modellano l’anima della nostra nazione”.
Il sedicente cattolico Biden si dichiara a favore della transizione sessuale nei bambini. Infatti, scrive che le persone transessuali “da bambini, meritano ciò che ogni bambino merita: la possibilità di imparare in scuole sicure e solidali, di sviluppare amicizie significative e di vivere in modo aperto e onesto”. Poi se la prende con quegli Stati che hanno emanato leggi che vietano il cosiddetto “cambiamento” di sesso nei minori, tra questi ricordiamo il Tennessee, il Dakota del Sud, il Kentucky e il Mississippi. “Un’ondata di leggi statali discriminatorie - si legge nel comunicato - prende di mira i giovani transgender, terrorizzando le famiglie e ferendo i bambini che non fanno del male a nessuno. […] Insieme, dobbiamo anche continuare a sfidare le centinaia di odiose leggi statali che sono state introdotte in tutto il paese, assicurandoci che ogni bambino sappia che è fatto a immagine di Dio, che è amato e che noi lo difendiamo”.
A dire la verità, sono i trattamenti ormonali e gli interventi chirurgici a devastare i bambini e i ragazzi. L’American College of Pediatricians, in merito ai bloccanti della pubertà, ci informa che il loro uso aumenta gli atti di autolesionismo e “possono effettivamente causare depressione e altri disturbi emotivi legati al suicidio”. E infatti lo stesso Biden afferma che più della metà dei minori trans negli Stati Uniti ha preso in considerazione l’idea del suicidio: solo che il presidente addebita queste idee suicidarie al bullismo, quando invece devono essere addebitate ai trattamenti medici o agli stessi disturbi psicologici che hanno portato il ragazzo al rifiuto del proprio corpo, del proprio sé. I pediatri americani inoltre aggiungono che “l’uso temporaneo di Lupron [il bloccante della pubertà più usato negli States] è stato anche associato e può essere la causa di molti gravi effetti collaterali permanenti tra cui osteoporosi, disturbi dell’umore, convulsioni, deterioramento cognitivo e, se combinato con ormoni sessuali incrociati, sterilità […] infarti, ictus, diabete, coaguli di sangue e tumori”. A ciò vanno aggiunte le amputazioni: mastectomie a 13 anni e isterectomie a 16 anni per le donne e castrazione chirurgica e penectomia a 16 e 17 anni per gli uomini: operazioni fatte su adolescenti emotivamente fragili e psicologicamente assai turbati. E di fronte a tutto questo Biden ha il coraggio di affermare che le leggi che vietano simili interventi sarebbero discriminatorie e lederebbero gli interessi dei bambini.
Il presidente poi punta il dito contro la violenza a danno delle persone trans e cita la sparatoria in Colorado all’interno del Club Q, un locale omosessuale, avvenuta un anno fa. Peccato che il killer era un uomo affetto da disturbi proprio attinenti alla sfera dell’identità sessuale. Il presidente così prosegue: “Abbiamo nominato un numero record di leader apertamente LGBTQI+ e sono stato orgoglioso di revocare il divieto alle persone apertamente transgender di prestare servizio nell’esercito”. Biden quindi si vanta di scegliere le persone che prestano servizio nella propria amministrazione non in base al criterio del merito e della competenza, ma in base ai gusti sessuali e alla transizione sessuale. In merito poi ai transessuali nell’esercito, il problema di trovarsi un uomo negli spogliatoi femminili non riguarda solo i civili ma anche i militari. Per non parlare, poi, di altri problemi evidenti che possono sorgere all’interno della vita militare, se un colonnello dalla voce baritonale decide di indossare una gonnella.
Il comunicato di Biden prosegue informandoci che il Dipartimento di Giustizia sta ingaggiando una dura lotta contro quelle leggi statali che vogliono un approccio terapeutico basato sul sesso reale e non su quello dichiarato. A Biden deve essere sfuggito il dato, ormai acquisito in medicina, che le terapie si devono declinare anche secondo il sesso del paziente. E poco importa che, ad esempio, quest’ultimo si creda donna quando invece è un uomo. Le patologie non guardano in faccia a nessuno, nemmeno alle ideologie.
Biden così conclude: “Continuo a chiedere al Congresso di approvare finalmente l’Equality Act ed estendere le protezioni dei diritti civili attese da tempo a tutti gli americani LGBTQI+ per garantire che possano vivere con sicurezza e dignità”. In realtà, l’Equality Act è un attacco alla libertà di pensiero e di religione: un Ddl Zan a stelle e strisce. Ad esempio, se la proposta di legge passasse, medici e infermieri sarebbero obbligati a fornire trattamenti ormonali e interventi chirurgici a quelle persone che vogliono “cambiare” sesso; gli uomini potrebbero gareggiare nelle competizioni femminili ed entrare nei bagni e negli spogliatoi delle donne; gli enti d’adozione di ispirazione religiosa sarebbero obbligati ad affidare i minori a coppie gay.
Ryan T. Anderson, presidente dell’Ethics and Public Policy Center, a tal proposito ha dichiarato che questa proposta di legge “non è concepita come uno scudo per proteggere le minoranze vulnerabili da ingiuste discriminazioni, ma come una spada per perseguitare coloro che non abbracciano nuove ideologie sessuali e di genere”.