Bambino, dove sei?
Che ne è stato di quel bimbo? Così piccolo e silenzioso, la cui mamma ridendo si è presentata al Cav dicendo: domani ho l'aborto.
Che ne è stato di te, Bambino?
Verso di te vanno da un giorno qualunque della settimana scorsa, i miei pensieri e le mie emozioni.
La tua mamma è entrata con una strana leggerezza nel mio studio esclamando meravigliata:
“Che bella questa stanza!”
E, con la stessa leggerezza, ha continuato a parlare:
“Domani mattina vado a interrompere la gravidanza; sa, è l’ultimo giorno utile e la dottoressa vede, in questo, la necessità di un colloquio con lei.” Si siede, la tua mamma, con un movimento quasi di danza e si guarda intorno. Le offro un cioccolatino che rifiuta e mi presento con il mio nome chiedendole il suo. “Beatrice” mi risponde con scioltezza e “e ho ventiquattro anni.”
Parla un italiano perfetto ma con una punta esotica che non può essere un vezzo; aggiunge infatti:
“Sono da molto tempo in Italia ma vengo dal Brasile.”
Pressochè paralizzata nella mia poltrona, vengo a sapere che ha già fatto, anni fa, un’altra interruzione di gravidanza che, però, a quanto dice, non le ha lasciato nessun esito negativo.
“Ho sofferto di altri disturbi, quello sì! Attacchi di panico, fobie per cui non riuscivo a passare da porte che non avessi aperto io, momenti di depressione… forse sono sempre stata un po’ matta!”
Tutte queste notizie me le fornisce ridendo, di un riso argentino che mi fa chiedere sommessamente: “Perché ride, Beatrice? Stiamo parlando di lei, del suo bambino, della sua storia; tutte cose importanti e serie che non fanno ridere. Posso mostrarle la fotografia di un bimbo a tre mesi di gestazione?” le chiedo porgendole il nostro magico fascicolo che documenta lo sviluppo della vita intrauterina. Sempre con quello strano riso un po’ provocatorio, lo prende dicendo:
“Guardi che so già tutto! Sono andata a cercare in internet qualunque cosa riguardi la gravidanza e anche l’aborto e mi sono convinta che quello che lei chiama bambino non è una persona e che non soffrirà per l’intervento.”
Aggiunge anche: “Lei è contro l’aborto? Forse perché è cattolica?”
“La vita non è dei cattolici, la vita è la vita e non ha aggettivi. Ciò non toglie che distruggerla rimane un atto in sé negativo e, nemmeno il più convinto difensore dell’aborto può sostenere che quel bambino non sia vivo.” La tua mamma non sembrava dare peso alle mie parole e, così ho provato un altro registro di conversazione e le ho chiesto notizie del tuo papà.
“Luca è un ragazzo italiano, anche ben riuscito! Ha dieci anni più di me, È dirigente d’azienda e fa progetti di matrimonio per noi; e, lui, vuole questo figlio.”
Domando, allora, se posso parlare con Luca al telefono e, con la solita risatina, mi sento dire: “Perché no?” mentre già compone il numero.
Luca mi sembra una persona con i piedi per terra , mi ascolta attentamente, credo con una certa sofferenza e, poi, mi snocciola tutto il suo programma di vita, matrimonio con Beatrice compreso, dove, però, tu Bambino, sei al primo posto.
“Ma, se vuole che questo bambino nasca, perché asseconda Beatrice in questo modo?” provo a buttar lì. Un attimo di silenzio, e poi: “Vede anche lei come è fatta! A tratti dice una cosa e, poi, ne afferma un’altra … Io le voglio bene e anche la mia mamma è contenta di lei”.
“Però, ora, c’è in gioco la vita di qualcuno che è anche suo figlio e io credo che, forse, lei dovrebbe tentare di far valere i suoi diritti di padre.”
……………………………
La vita nascente non interpella!
Un neonato venuto alla luce anche solo da pochi minuti, è in grado di mobilitare un sacco di gente, e, se sfortunatamente dovesse presentare qualche problema, ostetriche, medici e personale sanitario in genere, si mobilita. I familiari vivono attimi pesanti, forse drammatici, e hanno ragione perché la vita è un bene prezioso.
Ma tu? Così piccolo, silenzioso e nascosto? Chi ti vede? Chi ti sente? Chi ti prende in braccio?
Per questo, per riaffermare questo valore irrinunciabile e non contrattabile, domenica, facciamo festa: LA FESTA PER LA VITA.
Sai, il Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli ha una tradizione da molti anni: riempie di fiori i sagrati delle Chiese, di primule colorate, e regala ai bambini palloncini con la scritta “SORRIDI ALLA VITA”.
Da tanti anni, dicevo, e la mente va indietro nel tempo!
Da “oggi è nata una mamma”:
Una sera in cui ci si era ritrovati per inventare il modo di fare arrivare nelle nostre casse un po’ di risorse finanziarie, Giorgio ci comunicò tra contentezza e perplessità, di aver portato sul sagrato della sua chiesa parrocchiale, qualche piantina di primule da offrire in cambio di una piccola somma, visto che era la giornata per la Vita.
“Le ho finite tutte!” ci comunicò con orgoglio “e non ho fatto nemmeno fatica.”
Sorpresi, lo tempestammo di domande e, seduta stante, decidemmo di studiare la possibilità di ripetere l’evento in altre parrocchie, la prossima giornata destinata alla vita nascente che la C.E.I. indice nella prima domenica di febbraio.
Facemmo una mappatura delle parrocchie milanesi, scrivemmo una lettera ai parroci, ne contattammo i fedeli più impegnati dietro loro segnalazione, facemmo un’azione di “marketing” presso i vivai per trovare i floricoltori più sensibili e scegliere coloro a cui affidarci.
Chiamammo a raccolta conoscenti, amici e parenti, ed ebbe così inizio la nostra avventura con le primule multicolori.
In questi ultimi anni le parrocchie interessate all’iniziativa sono circa centodieci.
Il sabato precedente la giornata fatidica, c’è al CAV una mobilitazione generale ben supervisionata e coordinata dal nostro amico Giancarlo: Cestini in cui mettere i vasetti di primule, volantini e materiale informativo del Centro, preghiere dei fedeli e comunicati da leggere durante le Messe, notizie che si intrecciano sui furgoni delle primule che non arrivano dove dovrebbero, …
Guardato da questo punto di vista, l’evento sembrerebbe una nuova “babele” ma, il giorno dopo, tutto sembra andare magicamente al posto giusto e i sagrati di molte chiese si presentano rivestiti a festa.
Siamo arrivati a “vendere” circa sessantamila primule e ciò costituisce l’unica entrata sicura per le nostre casse.
L’idea di questa festa per la vita tutta colorata è piaciuta a tanti altri e, così, in varie città italiane, i diversi Centri di Aiuto alla Vita si mobilitano per “colorare” di vita, la prima domenica di febbraio.
GIOVANI APERTI ALLA VITA si intitola questa trentaquattresima giornata per la Vita; voglio dedicarla a te, Bambino, che continuerai a restare nella mia mente e nel mio cuore!