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VISITA AL GEMELLI

Bambini con spina bifida, la «provocazione» del Papa

Significativa visita di Benedetto XVI al reparto pediatrico del Gemelli con i pazienti principali vittime di aborto ed eutanasia.
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Attualità 06_01_2011
PAPA AL GEMELLI

Nel pomeriggio del 5 gennaio Benedetto XVI ha visitato il Policlinico Gemelli di Roma, dove fu ricoverato il suo predecessore, il venerabile Giovanni Paolo II. Il Papa, che si è intrattenuto con i bambini del Centro pediatrico e ha offerto a ciascuno un dono, ha voluto visitare in particolare due reparti: l’Istituto Scientifico Internazionale “Paolo VI” per la ricerca, la diagnosi e la terapia della sterilità coniugale, e il Centro per la cura dei bambini con spina bifida. La scelta indica quello che il Papa ha chiamato “l’impegno al servizio della vita” degli ospedali cattolici e della Chiesa, che Benedetto XVI ha voluto così incoraggiare.

La visita al Centro per la cura dei bambini con spina bifida riveste un particolare significato. È noto che questi bambini sono tra le prime vittime dell’aborto causato da diagnosi prenatale. Secondo la Federazione internazionale per la spina bifida, l’ottanta per cento dei bambini cui è diagnosticato questo disturbo in Europa è poi abortito. Pierre Mertens, presidente della Federazione e padre di una bambina affetta da spina bifida e morta a undici anni per un intervento chirurgico, ha dichiarato in un’intervista che il problema è culturale, e risiede in una falsa concezione della «qualità della vita». «I medici dicono ai genitori: c’è un problema al vostro bambino, potete scegliere.

Ma le informazioni mediche fornite sull’handicap sono sempre di segno negativo e spesso false: su un concepito affetto da spina bifida, ad esempio, si dice che la sua esistenza non sarà vivibile, che soffrirà sempre, che non riconoscerà i genitori. Io conosco ottantenni affetti da spina bifida: sono andati all’università e si sono laureati; c’è stato anche un ministro con questa malattia. Il problema, allora, deriva dalla definizione di “qualità della vita”». Per esempio, il grande direttore d’orchestra inglese Jeffrey Tate è nato con la spina bifida, il che non gli ha impedito di arrivare ai vertici della sua difficile professione. Lo stesso vale per diversi docenti universitari.

Né si tratta solo dell’aborto. Il famoso – o famigerato – Protocollo di Groeningen sull’eutanasia infantile permette la soppressione in Olanda di bambini con la spina bifida a proposito dei quali si prevede una «qualità della vita estremamente bassa». Ma chi decide sulla qualità della vita? I genitori sono spesso semplicemente terrorizzati da informazioni non accurate sulla spina bifida. Secondo Mertens, «nei Paesi dove vengono date informazioni corrette ai genitori sulla malattia, il numero degli aborti cala. Noi, come Federazione internazionale, abbiamo un progetto in corso in Australia con i medici locali; quando ad un concepito viene diagnosticata la spina bifida, i genitori sono guidati dai medici a capire questa malattia. Anche l'associazione dei malati si fa loro accanto con la disponibilità ad un supporto. Così la maggioranza dei genitori decide di accogliere il concepito».

L’informazione medica corretta è certamente importante. Il Papa visitando i piccoli malati di spina bifida al Gemelli ha dato un segnale che richiama all’essenziale. Ogni creatura umana è voluta e amata da Dio, e nessuno può arrogarsi il diritto di decidere che la sua vita è di serie B e può essere soppressa. «Dio – ha detto il Papa ai bambini del Gemelli – si è fatto come voi bambino per dirvi che vi è sempre accanto e per dire a ciascuno di noi che ogni bambino porta il suo volto».