Bambini alla fame in Turkmenistan
La disperazione induce i genitori a cercare di far accogliere i figli negli orfanotrofi dove tuttavia la loro condizione resta critica a causa della corruzione e del sovraffollamento
Quando di parla di bambini denutriti il pensiero di solito va all’Africa anche perché le campagne promosse dall’Unicef e dalle organizzazioni non governative si concentrano su quel continente e le loro raccolte di fondi riguardano per lo più progetti da realizzare in paesi africani. Ma la fame è un problema anche altrove. L’agenzia di stampa AsiaNews il 17 maggio ha dedicato un articolo al rapporto dell’Oms, diffuso il 13 maggio, sulla estrema insufficienza di cibo che colpisce i bambini del Turkmenistan e a un reportage pubblicato il 15 maggio da Radio Azatlik, dedicato alla critica situazione umanitaria del paese. La crisi economica in atto è iniziata quando il paese faceva ancora parte dell’Unione Sovietica ed è andata aggravandosi. C’è alta disoccupazione e gli stipendi medi bassissimi fanno si che anche chi lavora non riesca a soddisfare i bisogni di base dei famigliari. Molte famiglie cercano di salvare i figli iscrivendoli negli orfanotrofi che però sono al collasso per i crescente numero di bambini da accudire. Inoltre la corruzione onnipresente non risparmia le strutture di accoglienza degli orfani. Di un orfanotrofio il reportage racconta che i bambini dormono in due per letto e soprattutto le razioni di cibo sono del tutto inadeguate: “vi è carenza di vitamine e altri alimenti, le zuppe sono così liquide, da essere indistinguibili dall’acqua sporca. La carne è servita una volta al mese, in porzioni estremamente ridotte, e anche prodotti più semplici come patate, rape, cipolle e cavolo appaiono sulla tavola molto di rado. Le verdure che arrivano all’internato spesso sono poco commestibili”. La corruzione si insinua anche nelle iniziative in aiuto ai più bisognosi. Nella capitale Ashgabad a maggio sono state organizzate delle distribuzioni di pacchi di cibo a beneficio dei più poveri dei quartieri periferici. Contenevano carne, olio, zucchero e riso. Ma “molti dei pacchi distribuiti – rivela il reportage – sono subito riapparsi sui mercati, o per le strade, venduti dai bagagliai delle auto, nonostante tutti i controlli”.