Avatar, fandonia in 3d
Le società umane sono molto diverse dallo sfavillante pianeta panteistico descritto da James Cameron.
Molti di noi avranno ricevuto dalla Befana in regalo la confezione deluxe del dvd (magari blu-ray) Avatar, con scene inedite, doppio e triplo disco, altissima definizione e, per i più abbienti, la magia del 3d. Così avranno rivisto un Balla-coi-lupi ambientato nello spazio, con gli umani tanto cattivi e avidi. E le meraviglie di Pandora, il pianeta panteistico.
Una bella (bella?) favola, cui contrappongo volentieri queste parole del giornalista americano Ross Douthat: «Ma la Natura è sofferenza e morte. La sua stessa armonia richiede la violenza. Il suo “cerchio della vita” è in realtà un ciclo di mortalità. E le società umane che più aderiscono alla dimensione naturale non somigliano allo sfavillante eden di James Cameron. Sono invece posti dove l’esistenza è cattiva, breve e brutale. Le religioni esistono anche perché gli uomini non si sentono a loro agio dinanzi alla violenza dei ritmi naturali. Noi ci collochiamo metà dentro e metà fuori rispetto alla Natura. Siamo animali autocoscienti, predatori con un’etica, creature mortali che aspirano all’immortalità. E’ una posizione dolorosa, e se non c’è via di fuga verso l’alto – o se non c’è un Dio che si fa di carne e viene in mezzo a noi, come racconta la storia del Natale – anche profondamente tragica». Il resto è fandonia in 3d.