Avanzano gli oracoli green. E i costi pure
Si è chiusa ieri a Milano la Pre-Cop 26, lasciando l’impressione di governanti succubi del nuovo verbo ecologista incarnato da Thunberg & Co. Ad Assisi al via “The Economy of Francesco” che vede tra i suoi relatori l’abortista Jeffrey Sachs. E intanto i costi della vita per imprese e famiglie aumentano in tutta Europa, per effetto delle folli politiche “verdi” di Bruxelles.
La Pre-Cop 26 chiude le porte delle sue riunioni di Milano, lasciando a tutti noi l’immagine di ministri e governanti succubi delle profetesse del nuovo verbo ecologista, Greta Thunberg e Vanessa Nakate. Ad Assisi va in scena “The Economy of Francesco” con il pericolo di censurare la dignità umana. Il “verde sol dell’avvenire” avanza, ne pagheremo le spese.
Le riunioni italiane, conclusesi ieri, anticipano il vertice globale di Glasgow della COP26 del prossimo novembre, in cui i Paesi del mondo dovrebbero presentare i piani aggiornati, in vista di mete impossibili, per la riduzione delle emissioni di C02 e per la salvezza del pianeta. Nei messaggi finali della conferenza di Milano, il commissario europeo Frans Timmermans ha riaffermato il messianico compito che si è assunto di lottare per la “salvezza dell’umanità”. Il nostro ministro Roberto Cingolani ha invece ribadito l’impegno per la decarbonizzazione e anticipato la notizia di un prossimo smantellamento degli approvvigionamenti energetici da gas naturale, sui quali l’Italia ha investito centinaia di miliardi negli ultimi decenni. Chi si attendeva un dibattito scientifico e serio sull’andamento climatico è rimasto deluso.
Lascia l’amaro in bocca l’assoluto silenzio sulla crescita dei costi della vita per imprese e famiglie che già subiamo in Europa che le decisioni green prese a Bruxelles. Il presupposto dogmatico di questa emergenza che impoverisce tutti è chiaro: il clima e la Terra stanno morendo, a ciascun Paese e cittadino deve essere imposta una nuova vita, un “cambiamento radicale e rapido”. L’India ha risposto a queste richieste con composta fermezza: i Paesi ricchi dell’Occidente devono donare ogni anno a loro e agli altri Paesi ‘poveri’ ben più di 100 miliardi di dollari. Nel 2009, le nazioni più ricche del mondo si erano impegnate a fornire 100 miliardi di dollari di finanziamenti ogni anno entro il 2020 per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare la crisi climatica, ma questo obiettivo non è mai stato raggiunto.
In Europa emergono i primi segnali di riflessione. I 19 ministri delle finanze dei Paesi della zona euro (Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna) discuteranno l'impennata dei prezzi dell’energia lunedì 4 ottobre: all’orizzonte c’è il possibile rallentamento della ripresa economica e la crescita della povertà. Nei giorni scorsi, all’ennesima richiesta tutta europea di imporre ai vettori aerei che solcano i nostri cieli di usare biocarburanti al posto del kerosene, i rappresentanti delle compagnie aeree hanno semplicemente risposto come tutti immaginavamo: “Non se ne parla senza aiuti diretti e comunque i prezzi dei biglietti dei passeggeri aumenteranno almeno dell’8%”. Nel contesto della fantomatica emergenza climatica, tutte le decisioni più assurde graveranno sulle spalle dei cittadini.
Oltre che in Spagna e Italia, le bollette stanno aumentando in molti altri Paesi. In Irlanda già si avvisano i cittadini perché si preparino a due anni (2020 e 2021) particolarmente difficili per l’innalzamento delle tariffe elettriche ed energetiche; nei giorni scorsi il sindacato polacco Solidarnosc ha annunciato una manifestazione di massa contro la Commissione Europea e la decisione della Corte di Giustizia dell’Ue che sanziona la Polonia per l’estrazione di carbone, usato nelle centrali per il riscaldamento di buona parte del Paese. Il primo ministro ceco Andrej Babis ha invitato il 30 settembre il Consiglio Europeo a discutere le quote di emissioni di carbonio e un tetto ai prezzi dell’energia durante la sua prossima riunione. “I crediti di carbonio, che sono stati oggetto di speculazioni, hanno un enorme impatto negativo sulla nostra industria, e le previsioni della Commissione non si sono affatto avverate e ciò influenza negativamente le nostre imprese e quindi anche i nostri abitanti”, ha aggiunto Babis.
L’artefice di questa follia europea, l’olandese Timmermans, nemmeno si accorge di quello che sta accadendo nel suo Paese, dove gli aumenti del prezzo del gas riducono la produzione in serra non solo di fiori ma anche di prodotti ortofrutticoli e stanno provocando aumenti dei prezzi nel mercato interno e nei prodotti di esportazione. Il sol dell’avvenire che ci stanno preparando non scalderà e ci renderà tutti più poveri. La propaganda massmediatica dell’emergenza climatica, il lavaggio del cervello in atto, non ha ancora risvegliato l’istinto di ragionevole sopravvivenza dei cittadini europei. Non meno preoccupante è l’infatuazione che ha colpito mass media e governanti verso le nuove profetesse, come quella Greta Thunberg che nelle scorse settimane ha inoltrato ai suoi 5 milioni di seguaci sui social un chiarissimo messaggio di sostegno alle multinazionali dell’aborto che vogliono abolire la legge pro vita del Texas. O ancora Vanessa Nakate, figlia di una ricca famiglia ugandese e membro dell’Internazionale Progressista, che è divenuta famosa per la sua difesa della foresta pluviale della Repubblica Democratica del Congo, come se la più impellente urgenza in Congo fosse la foresta pluviale…
Purtroppo non c’è da scherzare. Ieri, come accennato, si è aperta ad Assisi la seconda edizione della Conferenza voluta da papa Bergoglio, The economy of Francesco, una serie di dibattiti e riflessioni, con protagonisti da tutto il mondo, sull’“ecologia integrale” alla cui base si trova la dignità della persona umana. Tra i relatori e coordinatori il ‘mitico’ Jeffrey Sachs, noto per il suo retaggio malthusiano e abortista. Anche qui c’è il rischio reale che l’uomo, i suoi bisogni e la sua dignità vengano sottaciuti, per far posto all’ossessione green. Il progresso radioso del verde sol dell’avvenire? Tornare nelle caverne.