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LA STRATEGIA ISIS

Ausiliari che crediamo dementi, il loro punto di forza

I profili degli stragisti, spacciati per dementi, non sembrano strutturali a Daesh. E questo viene scambiato come un rischio minore. Invece è il punto di forza dell'Isis: poter contare su infiltrati è il sogno di ogni esercito. Segno che la perdita di identità dell'Europa non è astratta retorica. 

Libertà religiosa 27_07_2016
Agenti antiterrorismo

E’ stato accertato che molti terroristi all’origine delle recenti stragi in Francia e in Germania non hanno collegamenti strutturali con l’ISIS. I profili degli stragisti indicano persone disadattate e socialmente marginali. Questo ha fatto tirare ai più un sospiro di sollievo. Se i personaggi all’origine di quelle tragedie fossero cellule dell’ISIS significherebbe la presenza di una rete tentacolare organizzata che può mettere in scacco un intero Paese o addirittura l’Europa.

Se ci fosse una mente centrale e tanti terminali periferici perfettamente collegati – così si pensa – ci sarebbe veramente da avere paura. Poiché così non è, ma si tratta di cani sciolti, disperati, emarginati, clinicamente problematici o borderline non c’è poi molto da temere. Sono fatti isolati che prima o dopo termineranno e su cui le forze dell’ordine possono avere la meglio. Non si tratta di un esercito, né si tratta di una guerra, ma di una guerriglia urbana attuata da individui isolati.

Purtroppo, invece, le cose non stanno così. Non sono al corrente della rete di collegamenti dell’ISIS in Europa e se esiste non sono in grado di valutarne l’entità e la pericolosità. Anche solo considerando il numero dei volontari europei che si sono recati e si recano in Siria a combattere nelle file dell’ISIS e che qui sono tornati dopo aver combattuto, c’è da pensare che una fitta rete ci sia. In ogni caso c’è una cosa da osservare: abbia o non abbia l’ISIS dei soldati arruolati e dislocati clandestinamente in Europa, il fatto di usufruire dell’aiuto di cani sciolti senza collare, di giovani esaltati e fanatici, di persone disadattate in cerca di un demente riscatto personale, non è casuale e semmai accresce la paura anziché diminuirla.

L’ISIS può contare non solo sui militanti che ne fanno regolarmente parte, ma anche su sostenitori disposti addirittura a morire senza che l’ISIS glielo abbia chiesto. Di fatto, i vari attentatori di questi giorni in Francia e in Germania, hanno aderito spontaneamente all’ISIS, senza fare domanda di iscrizione, senza chiedere di essere arruolati, senza pretendere nulla.

Hanno immolato vittime e si sono immolati per la causa, che nella mente loro chissà quale era, ma che di fatto diventa quella dell’ISIS. Ogni esercito belligerante vorrebbe degli aiuti del genere e poter contare non solo sui propri infiltrati nel Paese nemico ma sulla collaborazione sino allo stremo di cittadini di quel Paese. Che questi attentatori fanatici non siano collegabili direttamente all’ISIS è un segno di forza dell’ISIS e di debolezza per noi. La rosa dei possibili soggetti pericolosi si allarga a dismisura. I servizi seguono i percorsi dei combattenti in Siria rientrati poi in patria e li controllano. Controllano chi ha o può avere collegamenti con l’ISIS. Ma questi neoconvertiti missionari del terrore per motivi che solo la loro mente disturbata conosce non sono controllabili. Eppure combattono anche essi per il nemico.

E’ qui che si incontrano concretamente le conseguenze della disgregazione della società europea. I sociologi la chiamano anomia, mancanza di norme, di legge, di ordine, di principi, di valori. La nostra società ne è piena e in questi contesti crescono i nuovi volontari dell’ISIS, i disadattati che l’ISIS nemmeno sa che esistano ma che combattono per esso, anche senza divisa.

Quando si denuncia la crisi dell’Europa e della sua identità, lo scollamento delle relazioni e dei significati, l’ampliamento dell’anomia derivante dall’esplosione degli entitlements, il vuoto di senso dovuto all’ampliamento delle chances di vita, come diceva Ralf Dahrendorf, molti pensano che si stia facendo astratta retorica. Poi un ragazzo di 17 anni combatte a colpi di machete su un treno, un altro entra in una chiesa cattolica e sgozza il parroco di 86 anni, un altro ancora dirotta un tir sui passanti e allora si capisce che non era astratta retorica. Nel vuoto dell’Europa l’ISIS recluta non solo i foreign fighters, ma anche le truppe ausiliarie, che per la cronaca invece sono solo “dementi”.