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TERRORISMO

Attacco a Kabul: non solo talebani

Lezioni asiatiche: il tradizionalismo talebano non è il fondamentalismo di al-Qai'da, ma i "nuovi" talebani sono uguali ai vecchi. La guerra continua.

Attualità 30_06_2011
Afghanistan

 

Le modalità dell'attacco terroristico all'Hotel Intercontinentali di Kabul sono tecnicamente molto interessanti. L'azione è stata compiuta da due commando, uno di terroristi suicidi - probabilmente sei - e l'altro di armati che hanno fatto irruzione nell'albergo dopo l'azione suicida del primo gruppo. Il secondo commando era composto da talebani afghani, che hanno pure rivendicato l'attacco. Ma chi erano esattamente i componenti del primo commando? Per quanto si cerchi sulla stampa internazionale, non si trovano identificazioni, e le notizie sono piuttosto contraddittorie. Ci si può legittimamente chiedere se si sia trattato davvero di afghani.

Senza dubbio gli attentati suicidi non sono una novità in Afghanistan. Il primo rivendicato dai talebani risale al 15 gennaio 2006 e il suo obiettivo era il console canadese Glyn Berry, ucciso a Kandahar con il suo seguito. Un analogo attacco fu tentato contro il vicepresidente americano Dick Cheney, che rimase illeso, mentre morirono un soldato americano, un sudcoreano e 19 afghani. L'episodio più grave risale al 16 gennaio 2006, quando un terrorista suicida si lanciò in motocicletta fra la folla uccidendo 23 persone.

Tutti questi attacchi suicidi furono rivendicati dai talebani. Ma le rivendicazioni si rivelarono sempre false. Le indagini portarono a identificare cellule di al-Qa'ida, venute dal vicino Pakistan, in cui non c’era neppure un afghano. La cultura afghana ha infatti un’avversione radicata e secolare per il suicidio. L’alleanza fra il mullah Omar e al-Qa'ida fa spesso dimenticare che i talebani nascono da una matrice ideologica diversa da quella di Bin Laden. Mentre quest’ultima è il frutto maturo dell’ultrafondamentalismo arabo ed egiziano, i talebani (il cui nome vuol dire "studenti") vengono dalle scuole coraniche del movimento Deobandi in Pakistan e in India, la cui ideologia non è fondamentalista ma tradizionalista. Come dimostrano le vicende del Pakistan, il tradizionalismo Deobandi può essere violento, ma le sue prime preoccupazioni sono morali e religiose, non politiche: se la prende con i cristiani, con i negozi di videocassette pornografiche e le donne non velate, e si cura assai meno degli scenari politici globali che sono invece al cuore del progetto di al-Qa'ida.

È l’alleanza con Bin Laden che ha importato elementi di fondamentalismo nell’ideologia dei talebani. Ma questi continuano a mescolare la legge islamica, la shari'a, con il codice tribale pashtun che regge l’Afghanistan da millenni. La stragrande maggioranza degli esponenti religiosi afghani - compresi molti che sono ostili all’Occidente - nega assolutamente che il terrorismo suicida possa trovare giustificazioni nella tradizione islamica locale.

Non si può allo stato escludere che al-Qa'ida sia riuscita a reclutare alcuni afghani. È però un dato di fatto che tutte le cellule identificate come responsabili di attentati suicidi in Afghanistan sono risultate composte e dirette da stranieri, e che l’opinione pubblica afghana è convinta che il terrorismo suicida sia un terrorismo d’importazione.

Questo dato non è irrilevante. Conferma che, nonostante qualche dichiarazione retorica del presidente Obama, i "nuovi" talebani che dichiarano di voler trattare con gli Stati Uniti sono uguali ai vecchi. Non solo continuano a uccidere civili innocenti, ma mantengono anche la collaborazione con al-Qa'ida. Se l'Occidente lascerà precipitosamente l'Afghanistan, questo diventerà di nuovo una Tortuga del terrorismo, che di lì partirà per missioni suicide in tutto il mondo. Né bisogna dimenticare che il terrorismo internazionale ha in Afghanistan la sua fonte principale di finanziamento, tramite il traffico di droga e i legami con diverse forme di malavita organizzata.  Per fermarlo occorre quindi sia non abbassare la guardia in Afghanistan, sia smantellare le linee di reclutamento dei terroristi dove operano con maggiore successo: in Pakistan e in alcune moschee europee - molti degli attentatori suicidi identificati vengono infatti dall'Europa. Con buona pace di chi pensa che la guerra al terrorismo sia finita.