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Nel mirino dei cartelli della droga

Assassinato un altro sacerdote in Messico

Ancora non si sono trovati i responsabili dell’omicidio di padre Garcia, ucciso a colpi di arma da fuoco mentre in auto rientrava a casa

 

Continuano in Messico le indagini della polizia per cercare i responsabili dell’omicidio di padre Javier Garcia Villafana, ucciso a colpi di arma da fuoco il 22 maggio a Huandacareo, un paesino dello stato centrale di Michoacan. Il sacerdote, parroco della parrocchia di Santa Ana Maya, era stato rivenuto morto a bordo della sua auto sull’autostrada Capacho-Cuitzeo che porta alla comunità di Capacho di cui faceva parte. Per i sacerdoti cattolici il Messico è diventato un paese pericoloso. Negli ultimi quattro anni ne sono stati uccisi nove e almeno 63 dal 1990. Il giorno prima, domenica 21maggio, l’arcivescovo di Durango, monsignor Faustino Armendàriz Jiménez, era scampato a un attentato. Un uomo ha cercato di accoltellarlo in chiesa, alla fine della messa, ed è stato fermato da un sacrestano e da un altro sacerdote. L’ultimo rapporto del Multimedia Catholic Center oltre agli omicidi e alle aggressioni, documenta 850 casi di estorsione e di minacce di morte. Molti sono vittime della criminalità organizzata. “Siamo nella terra dei narcos – spiega padre Omar Sotelo, direttore del centro – il Messico è da14 anni uno dei paesi più pericolosi per esercitare il sacerdozio. Alcuni sacerdoti hanno subito torture, molti sono andati in esilio per salvarsi”. Lo stato di Michoacan è devastato dalla violenza da anni. Molti cartelli della droga si fanno la guerra per il controllo di parti dello stato e per estendere le loro attività illegali ad altri settori economici. Per eliminare ogni ostacolo hanno ucciso giornalisti, ambientalisti, sacerdoti e chiunque altro li contrasti. I cartelli hanno preso il controllo di intere comunità. Nel 2021 un sacerdote, Alfredo Gallegos, in un sermone ha esortato i fedeli ad armarsi per difendersi, vista l’inazione del governo: “procuratevi un fucile e mandate all’inferno il governo” ha detto. Lo chiamano “padre Fucile” perché gira sempre armato.