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L'ULTIMA SENTENZA

Asia Bibi: infine è libera. Ora deve trovare un rifugio sicuro

I giudici della Corte Suprema, riuniti in udienza il 29 gennaio, hanno respinto l’istanza di revisione della sentenza che lo scorso ottobre ha assolto Asia Bibi dall’accusa di blasfemia. Finalmente Asia Bibi è libera di rivedere i suoi famigliari dopo nove anni e mezzo di carcere. Le proteste e le violenze dei fondamentalisti islamici non mancheranno. Già accusano il governo di Imran Kahn di essere "al soldo" dell'Occidente. La sentenza giunge coerentemente in un periodo di apertura alla minoranza cristiana: è stato festeggiato Natale ed è stato assolto un altro cristiano "blasfemo", la cui famiglia è stata però distrutta negli ultimi anni. Qualcosa si muove, insomma. Ma nel frattempo Asia Bibi deve allontanarsi dal Pakistan, in un luogo sicuro in cui ottenere rifugio e vivere in pace, assieme ai suoi famigliari.

Libertà religiosa 30_01_2019
Asia Bibi

I giudici della Corte Suprema, riuniti in udienza il 29 gennaio, hanno respinto l’istanza di revisione della sentenza che lo scorso ottobre ha assolto Asia Bibi dall’accusa di blasfemia. Finalmente Asia Bibi è libera di rivedere i suoi famigliari e, con loro, di cercare lontano dal Pakistan un posto sicuro in cui vivere. Da quando lo scorso ottobre è uscita dal carcere ha vissuto in un luogo segreto in attesa della nuova sentenza, protetta da agenti di polizia, per evitare che la “giustizia” degli integralisti la raggiungesse.

Il querelante, questa è la motivazione dei giudici della Corte suprema, non è riuscito a dimostrare l’esistenza di errori nel verdetto di assoluzione. Inoltre la sua richiesta di includere degli studiosi islamici e degli ulema nel collegio giudicante è stata ritenuta immotivata dal momento che non si è trattato di giudicare in materia di religione, ma di verificare se la sentenza di assoluzione non fosse appunto stata viziata da errori. “Il verdetto – ha spiegato Asif Saeed Kohsa, il capo della giustizia – è stato emesso sulla base delle testimonianze raccolte. Forse che l’islam dice che una persona deve essere punita anche se è innocente?”.     

Ma la sentenza dei giudici, che ribadisce l’inconsistenza delle accuse che hanno portato nel 2009 all’arresto di Asia Bibi  e nel 2010 alla sua condanna a morte, non sarà accettata dagli integralisti senza reagire. Alla vigilia dell’udienza il Tehreek-e-Labaik ha ammonito i giudici a non emettere un verdetto in favore di un “blasfemo”, ha dichiarato di non riconoscere autorità ai tre giudici incaricati di esaminare la richiesta di revisione e ha minacciato nuove proteste nel caso che Asia Bibi venga dichiarata legalmente non perseguibile.

Neanche adesso quindi Asia Bibi è al sicuro ed è per questo che deve poter lasciare il suo paese. Né lo sono i tre giudici che in pochi minuti hanno archiviato definitivamente il caso. Chi non punisce una intollerabile offesa al profeta Maometto morirà di morte dolorosa, dicevano i leader dei partiti islamisti responsabili delle violente manifestazioni che per tre giorni a novembre, dopo la pubblicazione della sentenza di assoluzione, hanno paralizzato le principali città del paese. Sono arrivati al punto di esortare i domestici e i cuochi dei giudici a ucciderli, e tutti in Pakistan sanno quanto simili minacce vadano prese sul serio. Nessuno può dirsi infatti al sicuro. Per aver difeso Asia Bibi e per aver criticato la legge sulla blasfemia, nel 2011, a distanza di pochi mesi uno dall’altro, sono stati assassinati Salman Taseer, governatore del Punjab, e Shahbaz Bhatti, ministro cristiano delle minoranze. Il governatore Taseer è stato ucciso da una delle sue guardie del corpo, Mumtaz Qadri, che gli integralisti venerano come un eroe. È stato condannato a morte per impiccagione. La sua esecuzione nel 2016 ha provocato manifestazioni di protesta furiose.

Fin dalle prime ore del 29 gennaio Islamabad era presidiata dal corpo dei Ranger e lo sarà anche nei prossimi giorni. La partecipazione alle proteste organizzate dai partiti integralisti lo scorso novembre dimostra quanta influenza l’Islam radicale abbia sulla popolazione. Quando la discussione sul destino di Asia Bibi è arrivata in parlamento, i rappresentanti del Tehreek-e-Labaik ha accusato il primo ministro Imran Khan, in carica dallo scorso agosto, di essere al servizio dell’Occidente e di Israele e ha annunciato nuove proteste. Il governo ha risposto ordinando l’arresto di migliaia di militanti del Tehreek-e-Labaik e degli altri partiti islamisti, inclusi i loro leader, ora in carcere in attesa di rispondere dell’accusa di tradimento e sedizione. Poi, per dare un ulteriore forte segnale e un monito a tutta la popolazione, Imran Khan ha decretato che il 25 dicembre 2018 fosse un giorno di festa nazionale e le massime cariche politiche hanno pubblicamente rivolto calorosi auguri di un felice Natale ai cristiani. Il presidente della repubblica Arif Alvi lo ha fatto dicendosi lieto del gioioso evento e lodando il sincero impegno della comunità cristiana per lo sviluppo socioeconomico del paese. Rivolgendo i propri auguri alla comunità cristiana, il ministro dell’informazione Fawad Chaudhry ha ribadito che la protezione dei diritti delle minoranze è tra le priorità del partito di governo, il Tehreek-i-Insaf. Inoltre ha detto di apprezzare il ruolo che i membri della comunità cristiana hanno svolto finora in favore della solidarietà, dello sviluppo e della prosperità del Pakistan, nonché nell’ambito dei servizi sanitari e scolastici e in altri settori ancora. Il primo ministro del Punjab, Usman Buzdar, ha detto che la promozione di fratellanza, tolleranza, armonia e amore è l’essenza degli insegnamenti di Gesù. Anche il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Qamar Javed Bajwa, ha augurato buon Natale ai cristiani e inoltre ha partecipato alle cerimonie natalizie nella Christ Church di Rawalpindi, presidiata da forze di polizia come tutte le chiese e i luoghi sacri delle principali città per consentire ai fedeli di celebrare il Natale in sicurezza. I cristiani da parte loro, sfidando la collera degli integralisti, non solo hanno raggiunto le chiese e celebrato il Natale, ma hanno decorato case e chiese con luci colorate. Edifici storici e luoghi pubblici sono stati anch’essi decorati con luci, stelle, campanelle, addobbi e alberi di Natale.

Lo scontro politico tra governo e integralisti continuerà. L’auspicio per Asia Bibi è che riesca ad andarsene, accolta come rifugiato insieme ai famigliari in un paese sicuro. I cristiani che restano continueranno a patire discriminazioni e abusi. Il 13 dicembre due fratelli cristiani, Qaisar e Amoon Ayub, sono stati giudicati colpevoli di blasfemia e condannati a morte. Per motivi di sicurezza il processo si è svolto nel carcere distrettuale di Jhelum, nel Punjab, in cui Qaisar e Amoon sono rinchiusi dal 2015. Il 15 gennaio un altro cristiano, Pervaiz Masih, è stato invece assolto dall’accusa di blasfemia dopo un processo durato tre anni. Però i giudici hanno concesso all’accusa di riaprire il caso in qualunque momento lo ritengano opportuno. Cosa del tutto rara nei casi di blasfemia, Pervaiz era stato liberato su cauzione 20 giorni dopo l’arresto, ma per tutto il tempo del processo lui e i suoi famigliari si sono dovuti nascondere per proteggersi. Questo non è bastato a salvare la vita delle loro figlia maggiore, una bimba di tre anni che gli accusatori di Pervaiz hanno ucciso annegandola in un pozzo, dichiarando di averlo fatto per punire il padre. La polizia ha torturato la moglie di Pervaiz, Zarina, durante gli interrogatori per accertare la colpevolezza del marito. Le sono state inflitte lesioni gravi, le sono state rotte delle ossa e in seguito a ciò non può stare in piedi e camminare.