Argentina, un'onda celeste si leva contro l'aborto
A Buenos Aires, due anni dopo il successo della prima mobilitazione, il movimento "onda celeste" torna in piazza contro la proposta di legge del presidente Alberto Fernandez che vuole introdurre l'aborto in Argentina. Il connazionale più famoso, Papa Francesco, benedice l'iniziativa. A guidare il movimento c'è la deputata di centrodestra Morales Gorleri, figura vicina a Bergoglio
Due anni dopo il successo della prima mobilitazione l'onda celeste torna a colorare l'Argentina. Al grido di “Salviamo le due vite” i manifestanti pro-life sono pronti a scendere in piazza contro la legalizzazione dell'aborto prevista nella proposta di legge che il presidente Alberto Fernandez ha annunciato di aver inviato al Congresso. L'inquilino della Casa Rosada ha presentato l'iniziativa come mantenimento di una promessa fatta in campagna elettorale e, parlando nel corso del programma Corea de Centro su Net Tv, ha detto di sperare che Papa Francesco non si arrabbi per questo perché c'è da risolvere "un problema di salute pubblica".
Il suo connazionale più famoso, però, non la pensa come lui e lo ha messo per iscritto in una lettera inviata alla deputata Victoria Morales Gorleri datata 22 novembre. Nella missiva indirizzata alla parlamentare di Proposta Repubblicana (il partito di Macri) e militante celeste (durante la campagna elettorale era stata inserita in una lista di candidati pro-life da una serie di associazioni tra cui CitizenGo Argentina) Bergoglio ha elogiato le "mujeres de las villas", ovvero le attiviste che si battono per impedire la legalizzazione dell'aborto e che avevano chiesto il suo supporto contro l'approvazione della proposta di legge di Fernandez. “Siamo sopraffatte dal freddo terrore - avevano scritto le donne al Papa - se pensiamo che questa proposta di legge mira a coltivare l’idea che l’aborto è una possibilità in più nella gamma dei metodi contraccettivi e che i suoi principali destinatari sono le ragazze povere” aggiungendo che la loro voce "come quella dei bambini non nati, non si sente mai e i legislatori e la stampa non vogliono ascoltarci e se nelle ‘villas’ non avessimo sacerdoti che alzano la voce per noi, saremmo ancora più sole”. Francesco ha scritto che "il Paese è orgoglioso di avere donne così" ed ha riutilizzato una metafora d'impatto, quella del sicario: "per risolvere un problema - si è chiesto il pontefice - è giusto eliminare una vita umana? Ed è giusto assumere un killer?". Lo aveva già fatto due anni fa nel corso di un'udienza generale in piazza San Pietro. Per Bergoglio “il problema dell’aborto non è una questione principalmente di religione, bensì di etica umana, prim’ancora che di qualsiasi confessione religiosa”.
La lettera arrivata da Roma 'benedice' le manifestazioni in programma oggi in tutti i centri principali del Paese. L'appuntamento più atteso è quello della marcia che si terrà nella capitale davanti al Congresso alle ore 15 locali e che ha avuto l'endorsement esplicito dei vescovi. L'ola celeste si prepara a protestare contro le politiche del presidente e a tutela della vita fin dal grembo materno in una Buenos Aires reduce dalla commozione e dagli incidenti per la morte di Diego Armando Maradona. Fernandez ha difeso il suo disegno di legge giudicandolo necessario a risolvere un problema di salute pubblica, un'argomentazione respinta dalle associazioni pro-life che tramite la portavoce di Unidad Provida, Ana Belén Mármora, lo hanno accusato di "non dire la verità" invitandolo ad occuparsi delle "donne che muoiono incinte a causa della mancanza di cure di base e di un sistema sanitario al collasso". Quello sulla legalizzazione dell'aborto è il primo motivo di frizione tra il pontefice argentino e la nuova presidenza apparentemente più apprezzata rispetto a quella del predecessore Macri. La lettera di risposta con cui Francesco ha dato il suo sostegno alla causa di chi protesta contro l'approvazione della legge (su cui la discussione in commissione partirà martedì prossimo e il voto dei deputati dovrebbe arrivare il 10 dicembre) è stata indirizzata proprio ad una deputata dell'opposizione macrista.
Non una deputata a caso: la pro-life Morales Gorlerli, infatti, tra il 1998 e il 2007 è stata coordinatrice dei programmi sociali presso il Vicariato Episcopale dell'Educazione dell'Arcidiocesi di Buenos Aires ai tempi in cui a guidarla c'era l'allora cardinale Bergoglio. Da primate d'Argentina l'attuale Papa era solito tenere omelie molto forti contro l'aborto specialmente in occasione delle celebrazioni di San Raimondo Nonnato, patrono delle donne incinte e dei bambini non ancora nati, come nel 2007 quando la sua difesa della vita andò di pari passo con un'intemerata contro il clientelismo politico che venne percepita come un attacco frontale dall'allora amministrazione kirchnerista e a cui rispose l'allora capo di gabinetto della Casa Rosada, proprio quell'Alberto Fernandez che oggi vuole passare alla storia come il presidente che legalizzerà l'interruzione volontaria della gravidanza. Oggi i manifestanti dell'ola celeste scendono in piazza contro la proposta di legge del nuovo presidente, memori di quanto affermava tredici anni fa colui che sarebbe diventato il primo argentino a diventare Successore di San Pietro: anche se vi chiameranno "antiquati, bacchettoni o bigotti vale la pena lottare per la vita: non è mai una perdita di tempo. Il premio è avere un bambino fra le braccia".