«Appendiamo Gandolfini»
In una manifestazione un ragazzo tiene in mano un cartello con su scritto «Appendiamo Gandolfini». Quest’ultimo replica: «Il ragazzo che porta quel cartello è solo lo strumento cieco di una occhiuta rapina»
![](https://lanuovabq.it/storage/imgs/minacce-morte-gandolfini-large.jpg)
In una manifestazione di Non Una di Meno un ragazzo tiene in mano un cartello con su scritto «Contro la violenza di genere e confini, Rivoluzione trans. Appendiamo Gandolfini». Il rimando è a quanto accaduto al Duce in piazzale Loreto a Milano.
Questi sono gli alfieri del dialogo, della tolleranza, del rifiuto dei discorsi d’odio e della discriminazione.
Massimo Gandolfini ha così commentato l’accaduto: «Il ragazzo che porta quel cartello è solo lo strumento cieco di una occhiuta rapina, per parafrasare i versi di Sant’Ambrogio di Giuseppe Giusti (1809-1850). La responsabilità di questo clima di intolleranza è di chi strumentalizza buoni sentimenti, come la lotta alla violenza e alla discriminazione, con leggi inutili, dannose e profondamente liberticide, sostenendo un clima d’odio verso chi non la pensa come loro».