PRESENTAZIONE
Apparizioni della Vergine, arriva un dizionario
Da Lourdes a Guadalupe, da Fatima a La Salette ecco il primo tentativo di sistematizzazione della materia, uno studio teologico senza precedenti.
Attualità
14_12_2010
Ieri è stato presentato a Roma il volume Dizionario delle «apparizioni» della Vergine Maria, curato da René Laurentin e Patrick Sbalchiero (Roma, Edizioni Art, 2010, pagine 1195, euro 120). Di seguito ecco un brano della introduzione di uno dei curatori
Le apparizioni sembrano costituire un tema fondamentale sotto vari punti di vista. Esse costellano la Bibbia e strutturano la Rivelazione stessa. Dio parla e appare al patriarca Abramo, a Mosè e ai Profeti, a Gesù Cristo, agli apostoli Pietro e Paolo e ad altri cristiani negli Atti degli Apostoli; insomma, da un capo all'altro delle Scritture.
Le apparizioni del Cristo risorto sono il culmine e il compimento del Vangelo. E, come insegna l'apostolo Paolo (1 Corinzi, 15), sono il fondamento della fede.
Le apparizioni della Vergine sono all'origine di molti santuari e di importanti pellegrinaggi: Guadalupe (1531), Aparecida (Brasile), La Salette, Lourdes, Fátima. Pio XII e Giovanni Paolo II hanno accordato ai messaggi privati, candidamente raccontati dai giovani pastori di Fátima, un'importanza che ha sconvolto la tradizione di riserbo del papato nei confronti di questi fenomeni, che gli accademici, come vedremo, chiamano «visionari». Le apparizioni occupano, a vario titolo, un posto di spicco nell'attualità. Giovanni Paolo II ha dedicato molti dei suoi primi viaggi a santuari legati alle apparizioni: Knock (Irlanda), Guadalupe, Fátima, Lourdes, Parigi (Rue du Bac), e così via.
La letteratura sulle apparizioni si è moltiplicata, in proporzioni senza precedenti, a partire dal dibattito degli anni Ottanta. Tutto questo sembrerebbe riservare loro un posto d'onore; tutto, invece, sconsiglia di occuparsene. Esse rimangono ancor oggi, nella Chiesa cattolica, un segno di contraddizione (Luca, 2, 35), a eccezione di quelle che emergono alla fine e tardivamente, e che danno origine ai più grandi santuari della cristianità.
«Quando il bambino appare, la cerchia familiare applaude con somma gioia», scriveva Victor Hugo. «Quando la Vergine appare», la cerchia familiare non applaude, ma è turbata e inquieta.
A Lourdes, dieci giorni dopo la prima apparizione, il 21 febbraio 1858, la guardia campestre Callet afferra Bernadette Soubirous per la mantella e la trascina per sottoporla ai burrascosi interrogatori del commissario di polizia Jacomet e, in seguito, a quelli del procuratore imperiale Dufour e del giudice Ribes. Lo Stato si mobilitò per reprimere, dal prefetto ai ministri, fino all'imperatore Napoleone III, che era in vacanza sui Pirenei e che si rese popolare mettendo fine alle barriere, ai processi e alle beghe amministrative che si erano moltiplicati durante l'estate del 1858.
A Pontmain (1871) il generale de Charrette minacciò i bambini con la sua sciabola (R. Laurentin, Pontmain, Paris, 1970, 64 e 97).
A Fátima, ai giovani veggenti venne intimato di ritrattare, e furono poi imprigionati per impedire l'apparizione del 13 agosto 1917. E così di seguito, in una copiosissima serie di notizie.
Le apparizioni non sono viste con occhio più benigno nella Chiesa. A Lourdes, il 2 marzo 1858, in occasione della sua prima visita in canonica, Bernadette fu respinta da una di quelle tonanti sfuriate che talvolta infiammavano il parroco Peyramale, benché fosse un uomo di buon cuore, attento prima di tutto ai poveri. A Pontmain, i veggenti furono minacciati di dannazione eterna dal vescovo. A Heroldsbach (Germania), oggi santuario riconosciuto, alcuni veggenti furono scomunicati perché si rifiutarono di rinnegare le loro apparizioni. Come vedremo, questo stesso caso di coscienza è frequente. Le apparizioni, dunque, sono l'argomento teologico meno scientificamente studiato, più nascosto e controverso.
Se ho investito così tanto, da oltre mezzo secolo, in questo progetto, è prima di tutto perché alcuni vescovi e la stessa Congregazione per la Dottrina della Fede mi hanno coinvolto e sostenuto per uscire dai molteplici malintesi e dalla confusione generati proprio dalla mancanza di uno studio serio: non esiste un dizionario, non una vera e propria opera d'insieme, non un'enciclopedia dedicati alle apparizioni, nonostante il rilevantissimo posto che esse hanno nella vita della Chiesa.
Ho accettato la sfida, con la preoccupazione fondamentale di documentare con oggettività e di chiarire quanto rimane di incompreso.
Vista la complessità e la gravità del disagio e anche delle contraddizioni, è necessario un discorso sul metodo per rimettere ordine in questo ambito sconosciuto e controverso a tutti i livelli, per dissipare le illusioni, colmare le ignoranze, riconciliare su solidi fondamenti le opposizioni nette che fanno delle apparizioni un segno di contraddizione; in breve, stabilire una base di dati, un metodo e un programma per mettere in luce il senso e i valori propri di questo fenomeno, per quanto ambiguo e compromesso dagli abusi esso sia: superfetazioni, attrazioni, gonfiamenti indotti e dottrina degli illuminati che vengono spesso deplorati.
A questo scopo, la presente introduzione esaminerà in successione:
Lo statuto marginale delle apparizioni nella Chiesa. Il considerevole posto che esse comunque occupano.
Le presupposizioni che ostacolano un approccio integralmente oggettivo.
Oseremo porre poi l'ineludibile domanda che viene evitata: un'apparizione può essere una comunicazione? È possibile il discernimento, e in che modo? Quali fattori disturbano questo discernimento?
Su queste basi, presenteremo la struttura e contenuto di questo dizionario multidisciplinare, senza dimenticare di occuparci, nell'appendice, del «maremoto» delle apparizioni recenti: 1980-2006.
Le apparizioni del Cristo risorto sono il culmine e il compimento del Vangelo. E, come insegna l'apostolo Paolo (1 Corinzi, 15), sono il fondamento della fede.
Le apparizioni della Vergine sono all'origine di molti santuari e di importanti pellegrinaggi: Guadalupe (1531), Aparecida (Brasile), La Salette, Lourdes, Fátima. Pio XII e Giovanni Paolo II hanno accordato ai messaggi privati, candidamente raccontati dai giovani pastori di Fátima, un'importanza che ha sconvolto la tradizione di riserbo del papato nei confronti di questi fenomeni, che gli accademici, come vedremo, chiamano «visionari». Le apparizioni occupano, a vario titolo, un posto di spicco nell'attualità. Giovanni Paolo II ha dedicato molti dei suoi primi viaggi a santuari legati alle apparizioni: Knock (Irlanda), Guadalupe, Fátima, Lourdes, Parigi (Rue du Bac), e così via.
La letteratura sulle apparizioni si è moltiplicata, in proporzioni senza precedenti, a partire dal dibattito degli anni Ottanta. Tutto questo sembrerebbe riservare loro un posto d'onore; tutto, invece, sconsiglia di occuparsene. Esse rimangono ancor oggi, nella Chiesa cattolica, un segno di contraddizione (Luca, 2, 35), a eccezione di quelle che emergono alla fine e tardivamente, e che danno origine ai più grandi santuari della cristianità.
«Quando il bambino appare, la cerchia familiare applaude con somma gioia», scriveva Victor Hugo. «Quando la Vergine appare», la cerchia familiare non applaude, ma è turbata e inquieta.
A Lourdes, dieci giorni dopo la prima apparizione, il 21 febbraio 1858, la guardia campestre Callet afferra Bernadette Soubirous per la mantella e la trascina per sottoporla ai burrascosi interrogatori del commissario di polizia Jacomet e, in seguito, a quelli del procuratore imperiale Dufour e del giudice Ribes. Lo Stato si mobilitò per reprimere, dal prefetto ai ministri, fino all'imperatore Napoleone III, che era in vacanza sui Pirenei e che si rese popolare mettendo fine alle barriere, ai processi e alle beghe amministrative che si erano moltiplicati durante l'estate del 1858.
A Pontmain (1871) il generale de Charrette minacciò i bambini con la sua sciabola (R. Laurentin, Pontmain, Paris, 1970, 64 e 97).
A Fátima, ai giovani veggenti venne intimato di ritrattare, e furono poi imprigionati per impedire l'apparizione del 13 agosto 1917. E così di seguito, in una copiosissima serie di notizie.
Le apparizioni non sono viste con occhio più benigno nella Chiesa. A Lourdes, il 2 marzo 1858, in occasione della sua prima visita in canonica, Bernadette fu respinta da una di quelle tonanti sfuriate che talvolta infiammavano il parroco Peyramale, benché fosse un uomo di buon cuore, attento prima di tutto ai poveri. A Pontmain, i veggenti furono minacciati di dannazione eterna dal vescovo. A Heroldsbach (Germania), oggi santuario riconosciuto, alcuni veggenti furono scomunicati perché si rifiutarono di rinnegare le loro apparizioni. Come vedremo, questo stesso caso di coscienza è frequente. Le apparizioni, dunque, sono l'argomento teologico meno scientificamente studiato, più nascosto e controverso.
Se ho investito così tanto, da oltre mezzo secolo, in questo progetto, è prima di tutto perché alcuni vescovi e la stessa Congregazione per la Dottrina della Fede mi hanno coinvolto e sostenuto per uscire dai molteplici malintesi e dalla confusione generati proprio dalla mancanza di uno studio serio: non esiste un dizionario, non una vera e propria opera d'insieme, non un'enciclopedia dedicati alle apparizioni, nonostante il rilevantissimo posto che esse hanno nella vita della Chiesa.
Ho accettato la sfida, con la preoccupazione fondamentale di documentare con oggettività e di chiarire quanto rimane di incompreso.
Vista la complessità e la gravità del disagio e anche delle contraddizioni, è necessario un discorso sul metodo per rimettere ordine in questo ambito sconosciuto e controverso a tutti i livelli, per dissipare le illusioni, colmare le ignoranze, riconciliare su solidi fondamenti le opposizioni nette che fanno delle apparizioni un segno di contraddizione; in breve, stabilire una base di dati, un metodo e un programma per mettere in luce il senso e i valori propri di questo fenomeno, per quanto ambiguo e compromesso dagli abusi esso sia: superfetazioni, attrazioni, gonfiamenti indotti e dottrina degli illuminati che vengono spesso deplorati.
A questo scopo, la presente introduzione esaminerà in successione:
Lo statuto marginale delle apparizioni nella Chiesa. Il considerevole posto che esse comunque occupano.
Le presupposizioni che ostacolano un approccio integralmente oggettivo.
Oseremo porre poi l'ineludibile domanda che viene evitata: un'apparizione può essere una comunicazione? È possibile il discernimento, e in che modo? Quali fattori disturbano questo discernimento?
Su queste basi, presenteremo la struttura e contenuto di questo dizionario multidisciplinare, senza dimenticare di occuparci, nell'appendice, del «maremoto» delle apparizioni recenti: 1980-2006.