Anziana piange per l'attivista Lgbt e ci insegna a lottare
C’è un video che spiega che cosa sia l’amore di cui il mondo ha bisogno per cambiare: un gruppo di polacchi sta recitando il Rosario in strada mentre una ragazza con mascherina e scialle arcobaleno grida parolacce. A quel punto un'anziana le si avvicina, le bacia i piedi e in pianto le spiega il suo dolore per "questi poveri figli". La giovane cambia subito atteggiamento fino a farsi il segno di croce. Si capisce così che se il bene non accetta compromessi, la lotta contro la menzogna non può vivere di paura.
C’è un video che sta girando in rete e che spiega, finalmente senza ambiguità, che cosa sia l’amore di cui il mondo ha estremamente bisogno per salvarsi e per cambiare.
Si tratta del filmato di un gruppo di polacchi che il 29 aprile scorso si è ritrovato a recitare il Rosario di fronte al tribunale di Varsavia in difesa di Radio Maria, accusata dall’associazione Watchdog di poca trasparenza dopo una serie di altri attacchi che da anni mirano a silenziare l’emittente cattolica. In quel momento un gruppetto di attivisti Lgbt, si avvicina disturbando la veglia. In particolare una bella ragazza con una mascherina e uno scialle arcobaleno accende la musica, balla, fuma e grida parolacce sopra le voci in preghiera. A quel punto si vede una donna anziana avvicinarsi afflitta alla giovane per poi inginocchiarsi davanti a lei a baciarle i piedi ammutolendo così l'attivista. La signora si alza e si rivolge a lei parlandole con le mani sul volto mentre le lacrime le scorrono sul viso rugoso: “Ho 83 anni e ti voglio bene. Ho combattuto per la Polonia tutta la mia vita. Presto lascerò questo mondo e la Polonia sarà divisa. Mi dispiace molto per questo e lo sento moltissimo”. Per “questi bambini – continua in riferimento al gruppo Lgbt - i nostri poveri figli, che sono stati cresciuti da polacchi che non sono polacchi". La ragazza pare trasformarsi e anziché allontanare la donna, si calma e cerca di consolarla.
Non si può fare a meno di commuoversi e di pensare che questa sia la sofferenza di una madre che ama anche i figli che non la conoscono, esattamente come la Madonna addolorata, che patisce sapendo che menzogna è sinonimo di infelicità e non di libertà. Perché sa che rabbia e ribellione producono divisione e incapacità di incontrarsi. Ci si commuove perché in fondo è così che ciascuno di noi vorrebbe essere guardato, con verità e carità insieme e perché è così che vorremmo combattere fino a sentire un bene tale per chi rifiuta il Vero da piangere e desiderare di sacrificarci per lui. Ci si commuove perché si capisce che è solo questo bene che può cambiare il mondo, quello di Dio. Quello di cui abbiamo tutti bisogno, quello da implorare e quindi da donare.
Un amore così pieno di verità da piangere per chi la rifiuta. Un amore che darebbe la vita persino per la felicità dei propri nemici. Un amore che non ha nulla a che vedere con la tolleranza e le pacche sulle spalle prive di onestà e incapaci di un vero coinvolgimento con l'altro. Un amore che non ha bisogno della menzogna che nega la realtà (vedi Ddl Zan e i suoi sostenitori) per far sentire accolto un altro essere umano. Nello stesso tempo, pur pieno di verità, non si impone con astio o odio per chi vive nella bugia. È l’amore di Cristo in Croce, quello che san Paolo, l’apostolo più avverso al mondo Lgbt poiché condannava gli atti omoerotici, spiega così nel suo inno alla carità: “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna” senza alcun effetto. Forse per questo tante volte il nostro parlare, pur vero, non viene ascoltato: spesso è troppo colmo di risentimento e paura per quanti combattono affinché la menzogna abbia posto nel mondo, causando a chi desidera la verità un danno enorme per sé e per i propri figli. Peccato che, appunto, la verità senza l’amore non riesca a smuovere neppure un granello di polvere.
Non solo, la verità senza amore non è piena verità, tanto che prima o poi cede al compromesso, per cui si cerca di assicurarsi uno spazio di libertà lasciando che l’altro faccia ciò che gli pare e piace, ché “come vive sono affari suoi, basta non coinvolga me”, si dice. È la logica per cui alla fine si arriva a dire sì al Ddl Zan chiedendo zone franche o per cui si accettano le unioni civili ma non le adozioni. Eppure, quale madre che ami davvero è disposta a tollerare che alcuni suoi figli vivano nella menzogna pensando così di proteggerne altri?
Non a caso, l’amore di questa 80enne, alla sua patria, alla sua storia, alla sua fede e ad ogni polacco arriva fino alle lacrime per la menzogna che li avvolge desiderando per loro il bene fino a implorare salvezza nel Rosario (il che dimostra pure quanto il patriotismo possa essere un bene). Un amore così vero ed efficace che alla fine la ragazza non solo abbraccia l’anziana, ma la imita. La signora infatti conclude il dialogo facendo il segno di croce davanti all'attivista che poi ripete il segno su di sé.
Non si capisce con che coscienza la giovane abbia imitato il gesto sacro e non si può sapere cosa abbia veramente compreso, non possiamo nemmeno ipotizzare cosa sia accaduto poi, ma è evidente che un ritrovo che poteva finire in scontro si è concluso in un incontro vero, senza odio né distanze ma anche privo di compromessi. Un incontro segnato da un gesto che, consapevole o meno, afferma la dipendenza da Dio e che non è mai (chi ci crede lo sa) privo di effetti.